1773-09-20, de Giuseppe Maria Galanti à Voltaire [François Marie Arouet].

Permettete, o Signore, che uno de' vostri più grandi ammiratori abbia l'onore di sottomettere a' vostri lumi l' Elogio storico dell'Abate Genovesi, il quale per le critiche, e per le persecuzioni che ha qui sofferto dalla parte de' Teologi, e di questo Cardinale Arcivescovo, puo meritare i riguardi di un uomo della condizione vostra.
Non altra mira io ebbi scrivendolo, che di rendere un pubblico testimonio di riconoscenza, che la mia nazione deve alla memoria di quel Filosofo: e sebbene impiegato interamente nell'esercizio di Avvocato, pure la continua lettura delle vostre opere, di cui mi sono particolarmente dilettato, fece si che io adornassi la mia opera di quelle verità che voi a beneficio del genere umano avete saputo tanto eccellentemente spargere in tutti i vostri libri. Ella in verità riusci imperfettissima per esser il travaglio di un giovane, e per essere stata composta tra le magiori distrazioni del di lui mestiere, ma ebbe cio non ostante del successo per essere scritta con verità e con filosofia, e perché dappertutto respira l'amor del Genere umano, el'aborrimento per l'oppressione. Era dunque naturale, che un'opera di questo gusto fosse perseguitata: cosi appena venne in luce, che i clamori de' divoti, e di tutti coloro che degnamente esercitano il mestiere di prete furono grandi. Questi ultimi avvezzi ad accusare d'irreligione tutti coloro che hanno il coraggio di esser ragionevoli, non mancarono, secondo il lor costume, di calumniare, e di cabalare. Mentre da me si preparava una seconda edizione di questo libro con notabili correzioni, e cambiamenti, il Cardinal Arcivescovo di Napoli a Novembre dell'anno scorso dinunzio formalmente al Re l' Elogio di Genovesi come un'opera impia e scandalosa. Tre famosi Teologi furono dal Re riservatamete impiegati a far l'esame del libro; e sebbene l'avessero fatto secondo il gusto della loro professione, ch'è quanto dire con mala fede e con isciocchezza, tuttavolta i lumi e la moderazione di questo secolo non hanno permesso che l'Autore fosse stato perseguitato per ispeculazioni metafisiche e per vaghi sospetti di teologi. Molti libelli in Napoli e in Roma sono stati nel tempo stesso pubblicati contro all' Elogio di Genovesi, i quali non meritano che il disprezzo. Ma l'essere stato giuridicamente accusato al proprio sovrano di dottrine contrarie alla Religione e perniciose alla tranquillità dello Stato, mi mette nella necessità di far la difesa del mio libro. Io al presente, o Signore, travaglio a questa nuova opera la quale in gran parte non contiene che la difesa delle più importanti verità che sono state da voi insegnate. Con questa occasione ho voluto soddisfare al mio genio di rendervi un pubblico attestato di stima e di riconoscenza, adornando la mia opera di un vostro Elogio. Voi qui come altrove avete una folla di lettori e di adoratori, i quali senza dubbio vedranno con un estremo compiacimento l'omaggio che da me si rende a colui che per più di un titolo merita di esser chiamato il benefattore del Genere umano. Voi avete troppa ragione di pretendere di aver consolata la Terra, che altri non hanno che troppo infelicitata. Questo merito era riservato al genio il più straordinario e il più maraviglioso, che abbino finora prodotto le lettere. Le vostre poesie hanno non solo il pregio raro e prezioso di abbondare in ogni genere di bellezze d'immaginazione e di sentimento, ma di rimare ancora pensieri filosofico. Voi fate desiderare, che tutte le storie dell'Universo fossero scritte come il secolo di Luigi XIV. Voi avete trattate tutte l'altre scienze con eleganza e con grazia. Voi avete saputo comunicarvi ad ogni ordine di persone, e far conoscere il ridicolo de' pregiudizi e degli errori d'ogni genere. Ma il maggior vostro merito à stato quello di aver impiegato il vostro genio, e i tanti vostri e rari superiori talenti a far del bene agli uomini, a render esecrabili e odiosi il fanatismo e la persecuzione; e fino sulla scena avete combattuto per gli interessi del Genere umano. Voi, o Signore, sarete sicuramente l'oggetto della benedizione di tutta la posterità, dopo di esser stata la delizia di tutti gli uomini ragionevoli del vostro secolo. Gradite intanto i sinceri e rispettosi sentimenti di un giovane, che conta fra le sue disgrazie quella di non conoscere personalmente l'Autore di tanti capi d'opera di genio, che continuamente legge e ammira, e che devono operare una sicura rivoluzione negli spiriti d'Europa.