1750-06-01, de Voltaire [François Marie Arouet] à Flaminio Scarselli.

Signor mio padrone illumo e colmo ,

Doppo un lungo soggiorno fuori di Parigi, ho ritrovato al mio ritorno il Telemaco abellito ed arrichito di nuovi fregi, pregiatissimo dono delquale v.s.illma s'e compiacuta d'onorarmi.
Avevo spesso nella mia giovanezzà letto il Telemaco in prosa privo di suoi convenevoli ornamenti; e lo veggio adesso nella sua pompa, e tutta la sua maesta.

Veramente la vostra lingua e piu atta della nostra ad ispiegare le bellezze e i triomphi della poesia giacche ’avete valenti scrittori che hanno tradotto in versi, Virgilio, Lucrezio, Orazio, mentre che noi francesi non abbiamo maï salito a questa nobil fatica. Voi mio signore avete piu fatto ancora, che tutti gli altri traduttori. Eglino hanno fatto pur copie d'antiqui quadri, ma voi havete alzato alla dignita d'un poema una romanza morale l'autore delquale non hebbe il talente di far versi. Me ne sono capitati alcuni, da lui composti che veramente erano cattivissimi. La sua prosa era elegante, amena. Egli scriveva con une tenerezza di stilo, una dolcezza la quale, era la viva imagine del suo amabile ingegno. ’Avete tutti i suoi pregi ma rilevati dall'armonia de’ versi; e la sua opra e divenuta tutta la vostra. Vene ringrazio mille volte, supplico v.s.illma d'aggradire il contrascambio di Sarpedonte con Patroclo. Il Trojano aveva dato un arnese d'oro e non si sdegnô di recevere armi di rame. Siete il Trojano ed io sono con ogni rispetto

di v.s.illma

l'ummo e devotmo servre

Voltaire gentilhomme ordinaire de la chambre du roy