1755-02-19, de Voltaire [François Marie Arouet] à Antonio Sambuca.

Signor mio e pron͞e colm͞o

Le porgo le piu vive grazie dell'honore che m'ha fatto di scriver mi; e della consolazione che ne ò ricevuta.
La sua singolare umanita verso di me, e ancora un nuovo argumento della begninita colla quale mi favoriva il defunto cardinale. Mi condoglio di vivo cuore con lei della perdita di quel'degno cardinale l'ornamento della chiesa e delle buone lettere, ma tutto si distrugge cosi.

Moiono le citta, moiono i regni
Copre la prosa e j versi arena ed erba.

Chiunque a vissuto sessanta anni, e molto indebito alla natura. Alcuni anni di piu sono un gran’ favore, il quale le auguro. Mi lusingo ch’ ella gode doppo la morte del suo caro padrone delle testificazioni della sua benevolenza, e che la di lei amarezza viene un poco addolcita con una sorte degna del merito di V. S. illma.

In tanto partecipo di tutti i suoi sentimenti e mi rassegno con ogni maggiore ossequio

di V. S. illma

l'umilmo e devotmo servre

Voltaire gentiluome della camera del re christianissimo