1752-08-18, de Cardinal Girolamo Quirini à Voltaire [François Marie Arouet].

Sigr Voltaire Stimatisso,

Se mi cagiona un grandisso rincrescimento il restarmene lungo tempo senza vostre lettere, e nobilisse Poesie, estremane poi mi afflige l'intendere che il mancarmi e l'une e l'altre provenga, come mi scrivete, dall'aver a garrire continuame con la febre e Galeno.
Cosi cattiva compagnia non vi avrà forse permesso di gustare de' versi del Poema Romo e degl'altri compresi nell'Aggiunte, supponendo il ch'il tutto sia oramai capitato in vostre mani. Faro giunger alle medese quanto prima un Epistola Hortatoria ad Rotfischerum Transfugam, della quale dovrebbe sapermi buon grado il celebratissimo Wolfio, mentre doppo la laurea riportata anche a giudizio de' settari nell' usare il metodo Wolfiano non doveva mai fare all'istesso metodo il torto di cancellare una litura quanto aveva scritto in difesa de dogmi Cattolici specialme nel suo libro de Gratia. In somma pervexit ad Castra Heterodoxorum per calcatam dialecticen, et methodum Wolfianam, e quest'inumanità è la condanna che a lui troverete da me fatta in detta Ortatoria ab ovo usque ad malos onde vedete voi se ho ragione di pretender d'esser ringraziato dall'inventore di quel metodo. A voi mio Stimatisso Sr Voltaire giacche la vostra chancellante santé non vi permette di venirmi trovare à Brescia altra non sarà la mia parenesi, se non replicando mille volte cura ut valeas. Grazie al cielo la mia salute è cosi robusta e perfetta non ostante la septugesima tertia messis, che dimani mi porrei in calesse per far il viaggio di Berlino, quando avessi la nuova essere quel Tempio di Cattolici ridotto a fine per esser consegrato. Ma quando hœc erunt?

Enfin je suis tout à vous mon cher Mr du meilleur de mon âme

le cardinal Querini