d'Ancona li 10 Aprile 1761
Illmo Sigre Sigre Pron͞e Colm͞o
Se di proprio genuino caratere indizio alcuno far ne possono le proprie opere quelle certamente, che dal suo felicissimo ingegno così universale sempre sono nate pur alla luce sembra fuor d'ogni dubbio a gloria maggiore, ed immortalità del suo nome condannare una detestabile vergognosa follia in tutti coloro, che come un sano modello della propria magnanimità sua non le rimirano.
Lungi peranco da quel timore, che ingiugermi potrebbe alcun altra persona ripieno di fiducia al generoso suo cuore oso fidarmi. Ella averà per esperienza provato, che tutti coloro che per raro buon senso sono scaldati d'un vivace e docile ingegno quanto son facili ad animarsi non sono a l'inverso difficili a avvilirsi molto cooperando in loro la forza incessantissima della propria imaginazione, e quanto viveron di pascolo in tutti quei studj, che sotto nome comprenderon di bella letteratura almenanco s'attediano e s'aviliscono in quei studj malinconici per esser totalmente opposti alla loro inclinazzione. Quindi la supplico a volger lo sguardo alla mia sopra ogni credere infelice condizzione, che avendo sancito benignamente dal cielo un si felice talento m'è duopo attendere a quei studj de quali ne fanno pompa fissando questi come l'unico mezzo per la loro vita civile, con somma loro vergogna, e pregiudizio della leteratura, le Religioni, e specialmente la mia, cioè a materie scolastiche o per meglio dire sofisticherie, nelle quali lei m'insegna che la verita è nota solo a coloro, che meno la conoscano, che se so un ombra di cio e avanti il mio ingesso traspirar no possa conditio ne ami come l'avrei estremamente aborrita; ma merce l'eta in cui ero che non oltrepassava sedici anni non feci i piu necessari reflessi. Cio non ostante malgrado le premure che ogni giorno pel corso di tre anni compiti mi son state fatte ho sempre con intrepidita disprezzati questi inutilissimi studj, e solo m è piaciuto attendere all'Istoria profana, oratoria e poesia si latina che italiana, l'amor de quali ha in ogni tempo tutto occupato il mio spirito, senza lasciar totalmente in abbandono le muse Greche. Ma siccome le continue premure per modestamente parlare, malgrado la forza, che ho sempre procurato fare a me stesso cominciano ormai a travagliare il mio spirito, e m'obbligano ad abbraciare il disperato partito di secondare i loro desiderj e tralasciare pel ben della pace i miei si cari divertimenti ho fato una fermissima resoluzzione di liberarmi da queste angustie a qualunque costo anche della vita madesima, premendomi niente meno che la vita la mia stima e dovere a concedere una volta una sede tranquilla alle mie muse: le quali fecero quanti versi che hanno potuto idearsi credono che nessun' altro possa essere oggetto migliore della loro speranza di V. S. Illa, se per l'amore che porta sommamente alle lettere, per la sua generosita, si per i mezzi che ha di far la conoscere, onde 10 sono umilmente a supplicar la di ritrovarmi qualche luogo lontano da certa sorte di gente aliena dalla verità e dalle consolazzioni che a lei piu sembrasse a proposito per le mie brame. Avesse certamente procurato qui in Italia un simil refugio, ma siccome non e permesso procacciarsi alcune buona amicizia fra i cancelli del monastero, e pochissimi trovansi che senza una piu grande amicizia soglino impegnarsi, non ho avuto giammai coraggio d'intraprendere cosa alcuna. Presso mio Padre Lorenzo Guazzesi forse a lei noto per le sue opere date alla luce non ho coraggio d'avanzarmi a conto, e recargli afflizzione sopra afflizzione, non avendo tralasciato diligenza alcuna per i miei avanzamenti e piu d'una volta sconsigliatomi dall' ingresso nella religione. Aveva pur anche pensato a procurare l'allargamento de miei voti con una dispensa del Santo Padre, ma questa facilmente non s'accorda se non buone amicizie o soma di danari, essendo Roma sempre l'istessa. Ma di tanto non curo pur che un luogo posso trovare addattato al mio spirito del che vivamente la priego. E gia sicuro del mio [inverso] offerendola qual tutelare del mio decoro e della mia vita il sacrifizio del mio proprio cuore, dirò alle mie muse invitandole a deporre il misto manto
Null'altro potendo sperare da uno di gia conosciuto dal mondo tutto, come un vero modello della pietà insieme e della magnanimità a cui desiderando la proportione del proprio merito e tutte le felicità che ad un mortale è lecito sperare ripieno di stima e d'ossequio devotamente mi soferisco Di Va Sa Illa
Devotisso ed obbmo Servitore
Fra Antonio Guazzesi dell' ordine eremitano di Sant'Agostino