Di Brescia in Lombardia a’ 28 di Marzo 1762
Illm͞o Sigr Sigr Pro͞n Colm͞o,
Invio a V. S. Illm͞a una picciola mia operetta da pochi mesi mandata alla luce; nè vorrei che ciò ella ad arditezza attribuisse, essendomi io deliberato di mettere sotto de’ savj riflessi di Lei cosa sì tenue, e che non può certamente trattenere una persona qual ella à sapiente, avvezza piuttosto, anzi che a ritrarre dall’ opere altrui piacere, a recarlo colle proprie a ciascuno, che venga in quelle ad incontrarsi: avvegnacchè, qualunque volta mi fo a considerare essere altresì costume degli uomini grandi il farsi a risguardare con viso di compatimento coloro eziandio, che in rango inferiore danno al pubblico saggi del talento loro, io posso da lei certamente lusingarmi di ottenerlo, ch'è quanto a me possibile sia di poter da lei sperare.
Quindi perciocchè ella non creda che questo mio saggio siami proposto d'inviarle per ritrarne lode, mi farò lecito di supplicarla a volermi sopra lo stesso notificare il parer suo sincero, il quale non sarà che per riuscirmi grato, qualunque egli sia, perciocchè derivante da persona non meno saggia, che sincera; il che sarà a me di norma, e di lume per l'avvenire, qualora venissi io in sì fatte cose a nuovamente imbarazzarmi. Desidero a lei ogni felicità, e assicurandola che fra gli adoratori io pur sono delle Opere sue, dalle quali non so giammai allontanarmi, pieno di ossequio mi segno
Di V. S. Illm͞a
Divmo obbe se
Filippo Mazzuchelli