Monsieur,
Chi dall'Europa tutta riscuote, e perpetuamente riscuterà gli applausi più risuonanti, non molto forse si degnerà d'apprezzare le voci de’ Bolognesi, che hò io per varie sere udito innalzarsi ad applaudire la maestosa Semiramide, che in una mia villa presso Bologna é stata ne’ scorsi due mesi rappresentata.
Il nome dell'impareggiabile Voltaire aveva già colle altre Opere sue imposto anche a questa Città quel tributo, che tutte le Genti fornite soltanto di alcun lume di discernimento gli pagano, d'ammirazione e di lode; ma coll'esporre sulle scene questa nuova Tragedia vi si è aggiunto un tenero affetto, che negli Attori, e negli Ascoltatori di essa è nato verso un Autore tanto eccellente. Ella in somma è pervenuto fin dove l'arte di verun'altro Tragico non hà ardito mirare: mentre non solo ha saputo in breve tempo maneggiar le passioni e dirigerle a senno suo ma ancora con durevole ed assoluto dominio impossessarsi degli animi e innamorarli. Quale comparsa abbia fatto la magnifica di lei Semiramide non so esprimerlo; dirò solamente, che quì non v'hà alcuno che si ricordi di aver veduta sì sorprendente Rappresentazione. Dodici sere sonosi da me impiegate in villa a recitare; cinque delle quali destinate a due vaghe commedie del Sigre Avvocato Goldoni: e sette alla ammirabile Tragedia sua. Il concorso a questa è stato numerosissimo, nè v'era chi non bramasse o maggiore il numero delle Recite, o più vasto il luogo ov'è il Teatro. Il vestiario è riescito piuttosto bene, scostandomi, quanto basta, dal vestiario francese. L'Ombra, e tutto ciò che la precede, e la segue hà fatto un colpo, incredibile ne’ Spettatori, nè hà certamente mancato di commoverli, e inorridirli: e noi stessi, che eravamo gli Attori non andavamo esenti da tali effetti. Il Quarto e Quinto Atto poi suscitava tale strepito di viva e tali smanie di tenerezza negli Ascoltanti, che spesso conveniva all'Attore di tacersi. E per dir tutto, aggiungerò, che, trattane la mia Persona, non vi era Parte, che non fosse eccellentemente rappresentata: quantunque la Sig: ra Geltrude Fiandrini che è una nostra Cittadina, di nascita assai civile, di gran lunga ci sorpassasse titti nella sua Parte di Semiramide. Molti Inglesi, Tedeschi, e Forestieri d'altre Nazioni, ànno asserito non avere intesa mai Attrice più eccellente di questa: e lo stesso Co: Algarotti assai restio a dar lodi, benche assai docile a riceverne, ne è rimasto sorpreso.
Più volte in questa occasione mi sono augurato ch'ella fosse presente, essendo certo, che sensibilissimo le saria stato un tanto piacere; come ora m'auguro d'esser'io costì ad abbracciarla, e a ringraziarla anche in nome della mia Patria per l'inarrivabile diletto, ch'ella colla dotta sua Penna le hà procurato.
Mi permetta, Sig:re Voltaire mio Cariss:mo, che da un sincero racconto passi ad una fervorosa preghiera. L'anno venturo, nella stagione stessa, e nello stesso luogo penso di rappresentare un'altra Tragedia. Da quale Autore la prenderò? Il fin quà detto è sufficiente risposta. Ciò, che ardentemente bramerei sarebbe d'avere una Tragedia sua, nuova, e non più stampata, e che con nuova sorpresa cancellasse per alcun poco la memoria della Semiramide. E con qual merito m'avanzo io a pregarla? Con nessuno. Dunque con quale speranza d'essere favorito? con moltissima; mentre la fondo sulla rinomata di lei gentilezza. S'ella vuole essermi cortese di sì pregiato favore, la supplico spedirmela tosto, acciòcche sollecitamente possa io farne intraprendere la Traduzione. In questo momento m'accorgo d'esserle ingrato, poiche al sommo piacere ricavato dalla elegante sua Penna, corrispondo annoiandola colla importuna mia: onde senza più con alta stima me le rassegno, Monsieur,
Obbligatissmo servitore e amico
senatore Francesco Albergati Capacelli