28 [October 1759]
Monsieur,
Dopo avere dalle celebri di lei Opere imparato a conoscere il sommo valore del Sig:re Voltaire, le risposte date alle mie lettere me ne fanno conoscere la cortesia.
Un assai grato effetto di questa è il promettermi una sua Tragedia nuova, e sarà un momento per me molto felice quello, nel quale la riceverò. Hò dato a copiare la Traduzione della Semiramide, e frà alcuni giorni gliela indirizzerò. Il Traduttore di questa è il Dottore Don Domenico Fabri, nostro Bolognese, Poeta e Professore di Eloquenza. Sarei ben contento, se tale Traduzione fosse Opera mia, mà a tanto giunti non sono finora i miei scarsi talenti. La pregherò, letta, che l'avrà, dirmene il suo parere, e significarmene con sincerità il savio giudizio suo.
Io stò bensi ora traducendo in versi sciolti la Fedra di Racine, quale Traduzione, se mi riescirà passabile, non mancherò di fargliela vedere. La Tragedia nuova, ch'ella mi promette, e che con tutta impazienza aspetto, sarà forse da me essa pure tradotta, e a tal fine je m'essaye ora nella Fedra. Ella si guardi dal mercanteggiar meco in Letteratura, mentre resterà certamente al di sotto, non potendo io mai contraccambiare la menoma parte de' prodotti della eccellente sua Penna. Tuttavolta io sono disposto a servirla in tutto quello mi comanderà. E' lungo tempo che ella hà in me un Ammiratore, e, se non lo sgradisce, in me avrà ancora un sincerissimo Amico, e giacche il carteggio hà formata tale Amicizia, il carteggio ancora la mantenga. Sarò sempre pronto esecutore de' preziosi comandi suoi. Continui ella ad esser gentile, e compiacente alle tediose preghiere mie, e se la distanza tiene le Persone nostre divise, le tenga unite d'animo una costante amicizia, colla quale, e con tutta la stima, me le rassegno, Monsieur.
P. S. Flavio Fattorini, Spedizioniere in Bologna, hà molte, e sicure corrispondenze in Ginevra. Ciò serva di regola alla Gentilezza sua. Non mi ritardi il promesso favore, e di nuovo
Obbl:mo servitore, e amico
senatore Francesco Albergati Capacelli