Parigi 28 Febrajo 1763
Le mie occupazioni, Monsieur, benche poco serie, e poco interessanti, hanno bisogno di qualche sollievo, e non vi è cosa per me più cara, e più piacevole oltre la vostra amabile corrispondenza.
Questa mi solleva, e mi onora. Mi viene però amareggiato il piacere della vostra cortese lettera, sentendo minacciati i vostri occhi. Voi vedete assai lontano coll'intelletto per consolare, e arricchir sempre più la Repubblica litteraria, ma quelli, che vi stimano, e vi amano egualmente, sarebbero troppo sensibili alla vostra perdita. Se voi per disaventura diveniste cieco, tutti quelli, che sono, ocredono di essere letterati, vorranno esser ciechi; ma pochi sapranno immitare la modestia, con cui parlate di voi medesimo.
Jo non sono con voi si modesto. Non tento la vostra generosità, mostrandomi renitente a ricevere il regalo, che mi offerite, anzi vi protesto, che lo accetterò col maggior piacere del mondo. Venti volumi delle vostre opere sono per me un tesoro. Dirmi, ch'io le getti nel foco? scusatemi: è un maltrattarmi, e un volermi supporre troppo poco conoscitore del grande, del buono, del bello. Non ci aduliamo, amico. Voi dovete conoscer voi stesso: Il bene, che di me avete detto deè farvi pensare in favor mio con qualche avvantaggio. Ma voi lo avete detto per ischerzo, ed io vi rispondo per divertirvi. J venti volumi di Cornelio accresceranno il pregio al presente, che dice di volermi fare. Fortunato Cornelio, che ha meritato di essere illustrato dall'emulo suo più glorioso!
Rispondo ora alla domanda, che voi vi degnate farmi della prima Commedia, che ho dato a Parigi. Non è ancora stampata, ma non voglio diferirmi il contento, che voi la leggiate. L'ho fatta copiare, e ve la mando manoscritta. Vi mando unitamente l' Extrait stampato. Vedrete in esso la lettera, che io ho scritto à Mr Mèslè, e trovarete la ragione, per cui ne ho diferita la stampa. Vedrete la risposta di Mr Mèslè, e sopra di questa vi prego dirmi sinceramente il vostro parere. Egli è un' uomo d'affari piucche di lettere, ma ha del talento, e del genio, e intende bene la lingua Italiana.
La mia Commedia, per dire la verità, e stata a Parigi assai più fortunata di quello meritava di essere. Questo genere di Commedia è nuovo in questo Teatro Jtaliano. Ho avuto della pena a ridurre gli attori a rappresentarla; ed è stato molto, che abbia guadagnata la sofferenza degli uditori. Pochi intendono l'Jtaliano. Quei, che l'intendono le hanno fatto del credito, e gli altri hanno acconsentito per compiacenza. Jo la farò stampare in Jtaliano, com'è, a Venezia, nel quinto Tomo della mia nuova edizione: e l'ho già spedita a Pasquali. Vorrei farla qui stampare in Francese, per renderla più comune. Vi supplico dirmi sopra di essa il vostro sentimento, e suggerirmi ciò, che vi paresse a proposito per renderla meno difettosa. Le vostre correzioni mi farebbero più onore di tutta l'opera mia. Unisco alla commedia, scritta, ed all' extrait stampato due quarti Tomi della mia nuova edizione. Ecco della materia per divertire Madame vostre niece, che fa onore alla nostra lingua Jtaliana. Vorrei conoscerla personalmente, per ringraziarla. Vi prego di farlo voi per me, se vi contentate. Oggi ho ricevuto una lettera del nostro Albergati, Cavaliere pieno di spirito, e di talento, che vi conosce, e vi ama. Sentite cosa mi scrive: Posso accertarvi, che voi solo, e Mr de Voltaire hanno possanza di farmi invogliar di viaggiare, e per me ora Ginevra, e Parigi sono il Mondo intero. Non vi ne offendete, se dice di a marmi quanto voi. L'amore è libero: La stima deve essere misurata.
Spedisco l'involto alla persona, che voi mi avete indicata, e invio la lettera per la Posta, acciò vi serva di avviso. Sono colla più perfetta stima, e rispetto
Vostro Umilissmo obbligatissmo servitore
Goldoni