1746-06-01, de Voltaire [François Marie Arouet] à Cardinal Girolamo Quirini.

Eminenza,

Sono strinto orà con un forte e dolce nodo à l'eminenza vostra, mentrè che ella è aggregata all'accademia della Crusca, ricevo il medesimo onore, ed il discepolo viene introdotto sottò il patrocinio del maestro; l'accademia a voluto in una volta acquirre un compagno paesano, ed un servidore forestiero.

Il signore principe di Craon mi a fatto l'onore d'informarmi della singolare bontà dell'accademia versò di me; e ne o rissentito tantò più di giubilo e di riconoscenza, quantò più questa pregiatissima grazia m'intitola ai vostri nuovi favori.

Spero che vostra eminenza avrà ricevuto le mie lettere del passato mese, colla lettera di ringraziamento al suo degno nipote che misi nel di lei piego.

Se ben mi ramento, presi l'ardire nella mia ultima scritta, di richiederla d'un favore. La pregai, comè la prego ancorà umilmente e colle più vive premure di degnarsi darmi alcuni rischiarimenti sopra la difficoltà mossa trà noi intorno ai nostri commedianti, chè rappresentano in presenza del rè e di tutta la corte, tragedie e commedie scritte con la più severa decenza, adornate di tutti i principii della vera virtù e soda morale. Non pare nè giusto nè convenevole, che quelli che vengono pagati dal re per rappresentare tali onorevoli componimenti, restino indegnamente confusi con quelli antichi istrioni barbari, che andavano sfacciatamente trattenendo la più infima plebe colle più vili brutture. Eglino meritavano la scommunica della chiesa, e la severa correzione dei magistrati; mà essendo i tempi ed i costumi felicemente cambiati, sembra oggi convenevole ai più savii personnaggi che si faccia la giusta distinzione, trà quelli che meritano il nome d'infami, e questi che sono degni d'essere assunti nel numero de’ più degni cittadini. Supplico vostra eminenza di degnarsi dirmi comè s'usi con loro in Roma, e qual sia il di lei parere soprà tal caso. Aggiungerò questo nuovo favore a tanti che s'è compiaciuta di compartirmi.