[c. 30 March 1746]
Stento d'imparare la lingua italiana, mentrè si diletta l'eminenza vostra nell' abbellire la lingua francese.
Aspetto colla maggior premura, e coi più vivi sentimenti di gratitudine i libri coi quali ella si degna d' ammaestrarmi. Mà essendo privo dell'onore di venire ad inchinarla in Roma, voglio almenò intitularmi al suo padrocinio, e naturalizzarmi romano in qualche maniera, nel sottoporre al suo sommo giudizio, ed alla sua pregiatissima protezione questo saggio, che ho sbozzato in italiano. Prendo la libertà di pregarla di presentarlo a quelle accademie delle quali ella è protettore (e credo che sia il protettore di tutte), ricercò un nuovo vincolo che possa supplire alla mia lontananza, e che mi renda uno dei suoi clienti, comè se fossi un abitante di Roma. Sarei ben fortunato di vedermi aggregato à quelli che godono l'onore d'essere istrutti della sua dottrina, e di bevere a quel sacro fonte, del quale si degna d'inviarmi alcune gocciole.
Non voglio interrompere più lungamente i suoi grandi negozii, e baciando la sua sacra porpora mi confermo &c.