1759-02-02, de Friedrich Valentin Molter à Voltaire [François Marie Arouet].

Signore,

Dopo un silenzio così lungo e rispettoso, che tenni per non recar disturbo all'ozio letterario de V. S. il quale via più vale che le altrui più vistose fatiche, sarà egli lecito a me di novamente penetrate entro il Suo gentil ritiro, ove le Muse, e le grazie sole han dritto di porre il piede?
No, chè non posso più resistere all'ambizione di palesarle, quanto grata memoria 10 Tengo dell'onorata Sua Lettera, e tutte incapace che sono di spiegarglielo appieno. Amo meglio che Le dispiaccia il mio spirito che il cuor mio. Quella lode però ch'Ella s'è degnata attribuire alle mie rime, l'ho accolta come ho dovuto cioè come una spezie di censura generosa, che spesso s'usa dai gran Maestri per animare gl'ingegni nascenti, e su tal proposto Ella mi concederà d'indirizzarle questo sonetto:

Spirto divino, il cui bel lume i giorni
a Gallia illustra, e l'echeggianti Scene,
sia che il Coturno in su T'alzi d'Atene,
oche il Socco Latino il piè T'adorni:
sia, che l'Eroe Tu canti, e i rei soggiorni
di Marte, o che d'Istorie gravi, e amene
tesser Ti piaccia tele, o d'estro piene
carte vergar, mentre l'invidia Scorni:
tu che non l'esser Re, ma l'esser degno
del regio Tron, non l'aver Schiere armate
ma un popol pago, stimi immortal vanto;
canti, dirai, canti un sublime ingegno
il soglio di Durlaco, e nostra Etate
Dunque, dirà, Voltaire intuoni il canto!

Ma vegga, quale ardimento in oltre m'inspira la Sua bontà, che vengo anche a sottoporre al Suo giudizio l'inchiusa storietta coll'umile speranza d'esser chiarito, se 10 abbia a continuare o a cessare lo scriver francese. E come già sono incaminato in dirle cose, onde m'occorra chiederle perdono aggiungerovvi l'avviso dell'avere 10 incominciato mosso da’ prieghi d'un mio amicissimo Libraio a tradurre in tedesco la Sua divina Henriade. Con che presentando a VS. a nome de’ miei Serenissimi Principi ogni più cortese ricordo, e desiderandole il ristoro d'une sanità cosi preziosa a tutta la Reppublica letteraria, come è la Sua, mi rassegno dal più vivo del cuore

Di VS.

l'umilissimo, devotissimo ed ossequiosissimo servo

Federico Molter