Dresda 3 settembre 1746
Con l'occasione della partenza di qua del sig.
d'Aubigny io vi trasmetto alcune mie coserelle, che ben vorrei fosser degne di venire a voi. Ad ogni caso le vorrete ricevere come un testimonio della mia amicizia, ed un tributo dovuto ad uno de' nostri accademici della Crusca, e al più bello ingegno di Europa. Io spero che voi sarete del mio avviso e di quello del gran Neutono in quanto alla cronologia de' re di Roma. Quanto a' versi che riceverete, il sig. Villiers, ministro d'Inghilterra a Berlino, al quale gli ho mandati mi scrisse non ho [?a] molto; it seems they would be equally liked by Voltaire and by st
Bernard. Che dite voi, amatissimo signor mio, di così fatto augurio? Io ben sarei contento che se ne verificasse la prima metà. Il mio Neutonianismo poi è molto più limato e gastigato ch'egli non era, e vorrei poter dire ch'egli è simplex munditiis. Voi il vedrete. Vedrete almeno che io non ho abbandonato le muse. Ma che dich'io le muse? Io pur vo seguitando Apollo. Io sto lavorando certi versi indirizzati a voi, i quali spero potervi mandare da qui a non molto. Ma io gli vorrei non del tutto indegni eruditis tuis auribus. Voi gradirete la volontà se non il canto. Che fa l'illustre Emilia? mille e mille rispetti vi prego in mio nome. Voi amatemi, mandatemi alcun frutto di quel vostro fervido e divino ingegno, e crediatemi quanto ammiratore delle cose vostre, altrettanto vostro vero amico.