Pisa 5 decembre 1763
Eccomi di nuovo alla mia infermeria d'inverno, dove per altro da tre settimane in qua ha fatto un tempo alpigiano.
Ora si à incominciato a rimettere; ed oggi questo cielo si poteva chiamare veramente Italian sky; o per meglio dire Pisan sky; temperato e dolce come sarebbe il mese di aprile. In Firenze, dove sono stato assai male, e dove veramente je ne battais que d'une aile, ho ricevuto la lettera vostra de' 17 ottobre piena di spirito, di grazia, di atticismo. Ve ne rendo quelle grazie che so e posso maggiori. Il cavalier Guazzesi, ed io vogliamo correre il risico dell' ipso facto: e basta che voi facciate tenere i libri a mr. François Philibert a Genève; ch'egli, che di ciò è già avvertito, ce li farà tenere; e speriamo che non saranno sei mesi nel tragitto. Vi prego ricordarvi di far porre nello involto il secondo tomo della storia del Czar, che ci avete promesso, e che io ho letto con infinito mio piacere e profitto queste passate settimane in Firenze.
Si è incominciata qui in Toscana una edizione di varie mie coserelle, che andranno a non so quanti tometti. Il primo uscirà tra quindici giorni al più tardi. Indicatemi un mezzo, onde io picciolo regoletto possa mandare questo tributo al sovrano della letteratura quale siete voi.
Ho letto questi passati giorni un libro, che mi ha fatto gran piacere. Questo à la storia delle matematiche del sig. Montucla. Chi è cotesto Montucla? Veggo bene ch'egli è un valentuomo. Ma vorrei sapere alcuna cosa delle altre sue condizioni. E chi è il sig. Dupleix, membro dell' accademia delle scienze, che se ne va a Pietroburgo in luogo di d'Alembert? Un uomo di gran coraggio, mi direte voi; e così pare anche a me. Ho ricevuto jeri una lettera del nostro amico Formey; nella quale egli mi dice: Que dites-vous de Bielfeld chevalier de s. Anne pour avoir fait des institutions politiques, qui effacent Montesquieu? Ho letto ultimamente le sue lettere familiari; e ho veduto l'admiration qu'il vous porte. La mia è senza pari, quale si conviene all'uomo del secolo. Farewell, et me, ut facis, ama.