Bologna 27 guigno 1761
Tornato dalla Romagna, dove ho fatto un giro, ho trovato la graziosissima lettera vostra del primo maggio.
Vi ringrazio senza fine del piacere che mi aspettava, la mercè vostra, in Bologna, e che, la mercè vostra, vi ho gustato. Un altro piacere ancora grandissimo ho gustato per voi, benchè non mi venisse direttamente da voi. Mi hanno mandato novellamente de Parigi le Rescrit de l'Empereur de la Chine. Oh la cara cosa ch'egli è! le Grazie parlavano, Voltaire scriveva. Lo mando a mylady Orford a Fiorenza che mi domanda continuamente di voi e, come tutte le belle anime, è innamorata di voi. Le mando altresì una delle copie che mi avete favorito del vostro Tancredi, acciocchè quella tragedia francese esprima lagrime da occhi inglesi. L'altra copia, di che mi siete stato cortese non ho potuto negarla a un nostro gentiluomo veneziano il sig. Alvise Contarini ora podestà di Verona, degno veramente di leggervi. Uno degli esemplari per altro lo ricupererò, perchè senza uno di essi non potrei stare. Il mese venturo vedremo qui rappresentata questa vostra bellissima tragedia calzata di coturno italiano. Vogliano le Muse che calzi così bene come il coturno francese. Sarà veramente miracolo di Apollo. Mi assicurano che il secondo tomo della vita del czar Pietro è sotto il torchio. È egli vero? datemi voi medesimo così lieta novella. Je ne sais pas si vous êtes le plus malingre, mais je sais bien que vous êtes le plus gai des hommes. Vous savez bien aussi que je suis le premier de vos amis et de vos admirateurs.
Depuis quelque temps il semble que cette paix tant désirée recule au lieu d'avancer. Italiam sequimur fugientem.