1761-11-28, de Giovanni Paolo Simone Bianchi à Voltaire [François Marie Arouet].

Illmo Sigr Sigr e Pron Colmo,

Alla gentilissima Letta di V. S.
Illma scrittami in Francese io le rispondo nel nostro volgare Italiano, giacchè ella l'intende benissimo essendo Accademico della Crusca, come ho l'onore d'essere ancor io, a che aggiungo che nelle sue Opere ci ha fatto l'onore di dire che il nostro volgare sia lingua più perfetta della loro; ma per questo solo non l'avrei mai adoperato, la cagione di far ciò in me unicamte essendo, perchè io non ho tanto Capitale da scrivere in buen francese, quanto per avventura mi trovo nell'altro nostro. Io per un impegno dieci anni sono pronunziai le lodi dell'Arte Comica, e con esse venni a pronunziare le lodi anche dell'altre cose dramatiche, gli Attori delle quali, comechè venali in Italia non sono in quel disprezzo, nel quale gli hanno posti i Giansenisti di Francia, e dove li vorrebbero porse alcuni rigoristi d'Italia; per ciocchè non solamte il sigr Marche Albergati recita insieme con altri Nobili cose dramatiche; ma fin in Roma da Principi, e da Principesse delle case primarie di quella Città sono state recitate. Cosi in Genova il sigr Marche Lomellino non solamte compone Tragedie, ma le rappresenta ancora da se, e cosi imita per certo modo il fare di V. S. Illma coltivando insieme le scienze Fisico-matematiche. Prima del Giansenismo la cosa non era così in Francia, perciocchè una famosa Attrice Italiana ebbe per poco colà sotto Arrigo quarto i medesimi onori, che ebbe a nostri tempi in Inghilterra l' Oldenfield, e fu sepolta in una Chiesa di Lione in un Mausoleo di Bronzo. La Commedia e la Tragedia furono inventate per ammaestrare e per dilettare; onde come di tutte l'altre cose buone bisogna solamte detestarne l'abuso. I Gesuiti e gli altri Ordini, che in Italia hanno Collegi potrebbero essere solamte condannati, quando facessero perdere a loro Collegiali troppo tempo nel rappresentare queste cose, onde loro poi mancasse quello per l'acquisto delle Scienze, e delle due Lingue erudite Greca, e Latina. Io sò che V. S. Illma ha fatto edificare nelle vicinanze di Ginevra un teatro per fare esercitare in esso madamigella Cornelia discendente del famoso Tragico Cornelio, e nipote anche del sigr di Fontenelle, e ho veduto dai pubblici foglietti che farà ristampare tutte le opere di questo gran Tragico francese, al quale non v'ha da opporre cosa alcuna intorno il buon costume, se non si dicesse che egli in esso tiene il Tono un poco troppo alto, sembrando più tosto un Predicatore, o un Declamatore, che un Tragico, ed ha alcuni altri difetti contro i Precetti dell' Arte Poetica d'Aristotile, come mostra in diversi luoghi il sigr Dacier nelle Annotazioni dell'Arte Poetica di quel Filosofo, e segnatamte mostra che Polieuto non era soggetto da Tragedia, perchè era un santo, non dovendo i soggetti, o siano i Protagonisti delle Tragedie essere uomini santi, o eroi, nè uomini scellerati; ma uomini ordinarj, essendo questi più atti ad eccitare le passioni, e a purgarle, come mostra Aristotile.

Io credo che i primi, che ebbero il nome di Giansenisti in Francia fossero uomini di mente, come fu certamte Arnaldo, che era un buon filosofo, e che sapea le Lingue de' dotti Greca, e Latina, così il Pascal era un buon filosofo, e matematico, e il Tillemont era un diligente storico de' fatti della Chiesa, onde non è ma[ra]viglia, se a tempo di tali uomini a Porto Reale fossero tradotte, e stampate le Commedi[e] di Terenzio; ma i successori di questi grand' uomini sono divenuti fanatici, come i nostri Rigoristi d'Italia, e in genere di Poesia non commendano che S. Prospero, che ha scritte in versi duri cose presso che inintelligibili, essendosi poi in fine screditati del tutto con approvare per miracolose le Carriole interno il sepolcro del loro preteso San Paris. Ma loro facciamo troppo onore a parlarne, sarebbe meglio a considerarli come degni dello spedale de' Pazzi. Io supplico V. S. Illma a perdonarmi per tutte queste mie dicerie, e a voler far avere al mio Paesano l'acchiusa. E per fine pieno d'ossequio, e di stima sono Di V. S. Illma.

Umilissimo Divmo Obbmo Servidore

Giovanni Bianchi