Illustrissimo signore,
Mi pare che un poema nel quale si tratta di strage di macello e di sterminio, non sia per essere presentato a vostra excellenza tutta impiegata a conservare la vita degli uomini la quale i Lupi chiamati heroï, sono tanto zelanti di struggere.
Ma si ricordi che Virgilio amava il musa quel' gran' medico d'Augusto. Non sono un Vergilio, ma siete quello Musa che cura la vita d'un Augusto, e d'un Augusto che non fece maï proscrizioni. Sono trasportato dellà bontà di sua beatitudine della quale io ho ricevuto il piu pretiozo regalo, quello della sua effigie; e vorrei ottenere di vostra gentilissima cortesia che il santo padre risapesse che io sono altretanto divoto al suo servizio quanto sono ammiratore di tutte le sue eminenti qualità.
Ho scritto questi due versi sotto una stampa di sua beatitudine:
sia dunque il suo nome la scuza della mia importunita. Si compiaccia di gradire colla sua ordinaria humanita, il mio tributo et mi creda,
di sua excellenza,
il devotmo ed umilmo servitore,
Voltaire
Parigi 17 aug. [1745]