Beatissimo padre,
Non vengono meglio figurate le fatezze di vostra santita su i suoi medaglioni, di quello che si vedono espressi l'ingegno, l'animo e 'l gusto suo nella lettera della quale s'e degnata d'honorar mi. Ne porgo aj suoi piedi le piu vive ed umilissime grazie.
Veramente sono in obligo di riconoscere la sua infaillibilta nelle decizioni di letteratura si come ne altre cose piu riverende; vostra santita e piu prattica del latino che quel' critico franceze, il di cui sbaglio s'e degnata di corregere. Mi maraviglio come si sia ricordata cosi appuntino del suo Virgilio. Tra j litterati Monarchi, i piu dotti furono sempre i sommi pontefici, ma tra loro credo che non sene trovasse maj uno uno che adornasse tanta dottrina di tanti fregi di letteratura.
Se il franceze che sbaglio ne'l reprehendere questo hic, avesse tenuto e mene' Virgilio come fa vostra beatitudine, havrebbe potuto citare un verso (bten addattato al presente tempo, nel quale la parola) hic e breve e lunga insieme, quel bel verso mi parve un presagio de j favori a me conferiti dalla sua beneficenza. Eccolo:
Cosi Roma doveva gridare quando fu esaltato Beneditto decimo quarto.
Le bacio con ogni humilita e riconoscimento
j santissimi piedi
di vostra santita
l'umilmo devotmo e d osseqmo servo
Voltaire
Parigi 10 ottobre 1745