Parigi 20 gennaro 1746
Ho letto, ho riletto, e rileggero mio caro ed excelmo signore, il vostro congresso che le grazie istesse hanno dettato, e che havete scritto con una penna cavata da le ali d'amore.
Il motto greco del vostro vezzozo librettino m'acenna che havete lasciato per qualche tempo l'historia del Cesare conquistatore della terra, per il Cesare giovane cortese e galante; questo è un dilettevole intermezzo nella vostra tragica historia delle guerre civili e della gran contesa per L'imperio del mondo. Il vostro bel'ingegno, si come quello di Cesare, vola con agevolezza, dalle profonde cognizioni della politica, a tutti i vezzi della piu delicata galanteria. Havete dipinto la nazione inglese col’ penello di Rimbrand, la franceze con la vaguezza del Vatau, l'italiana, co j vivi colori del Titiano. Sono mal contento, piu che maï, di me stesso per non haver veduto il bel’ paese dove siete nato, e che rendete piu bello. Sarei meglio istruito, gustarei con un piacere piu sensibile la finezza della gentile critica che fate delle vostre platoniche donne, della loro pédanteria, della prolissita de’ loro discorsi, e di tutta la ciarlataneria d'amore; ma benche forastiero, ed ignorante di taï costumi, m'accorgo bene, il loro rittratto essere somigliantissimo, veggo bene essere un stile verboso usato da longo in Italia, e riprehendete delicatamente questa antica foggia di dire poco in molte parole. I sonnetti del trecento mi parevano un tal poco insipidi, ma non ardiva dirlo. Adesso sono un poco piu scaffaciatuto.
In somma non ho maï letto nissun’ libro italiano che m'habbia tanto invaghito della vostra lingua. Mi luzingo di possedere ne j vostri pocchissimi fogli un compendio di tutta l'eleganza moderna. Mi pare che molte idee le quali noï francesi non possiamo esprimere se non con un gran giro di phrasi siano da voi rendute con un solo termine pingete colla parola. Tutte le donne per certo sappiano a mente il vostro congresso e giudico che non poche saranno quelle che habbiano premiato L'autore. Lo credo e credo credere il vero. Un dottor d'amore come voi siete non si contenta colla teorica. L'Ovidio veneziano gode tranquillo e lieto de gli effetti della sua arte; e non sara esiliato tra j barbari. Non ho goduto l'honore di far la mia corte alla sorella del nostro Eroe sassone, ma se ella viene a Parigi, mi luzingo di parlarle del mio caro é pregiatissimo Algaroti. Adio, il piu vago, il piu gentile scrittore di tutta l'Italia, adio sacerdote di venere e delle muse. Compatite mi un poco di non potere abbraciar vi in Venezia. Ricordate vi di Cirey noi parlamo sempre di voï, e Cirey sara sempre sacrato all amabile Argaloti ed alle muse. Vi baccio la mano che ha scritto il gentillissimo librettino.
Voltaire