aux Délices près de Genève 28 august [1762]
Adasio un poco, caro sior, cosa che avete ditto che avete una moglie a lato, vol dir che siete un Contade perfetto.
Basta, che il signor e la signora moglie sarebbero stati recevuti con ogni rispetto, e col' piu gran zelo nelle mie capanne, e che la via di Ginevra e cosi bella come quella di Lione; e che mi dispiase che la sia degustada, e che non habbia avu la volonta de vegnir, e xe un pezzo che l'aspettava, e che jo vo mi ramaricando; varde, che cosa fa di non aver preso la via di Genevra. Varde che bisogna che diga tutto, e po vedra se le cose va ben.
Volete dunque mio caro signore sanar la piaga che mi fate, col l'onore della vostra dedicazione, ma se questa gloria inalza il mio spirito e luzinga la vanita mia, il dolor di non haver vi tenuto nelle mie braccia non e meno acerbo nel mio cuore. Leggero le vostre vezzose comedie fino al giorno che potero riverire l'autore.
Non so dove siete adesso. Non so come indirizare la mia lettera. Ma il vostro nome basta; e mi confido che siete gia connosciuto à Parigi, come a Venezia.
Non ho ancora ricevuto il regalo che mi accenate. Ma non posso differire j miei ringraziamenti.
Gia che siete, o sarete ben presto cittadino di Parigi, vorrei far vi una visita, ma il Corneille non lo permettera. Mi ritrovo fra il Corneille ed il Goldoni. Stampero l'uno, et aspettero l'altro quando egli tornera a riveder la sua bella Italia. Ma di grazia non mi deludete piu colle le illusioni della speranza.
Adio, vi stimo, vi'onoro, vi amo senza illusione veruna, e saro sempre il vostro ammiratore, amico e servitore.
V.
Mes respects à madame Goldoni.