1746-02-03, de Voltaire [François Marie Arouet] à Cardinal Girolamo Quirini.

Porgo a Lei un nuovo rendimento di grazie per gl'ultimi suoi favori.
La Lettera Pastorale di Vostra Eminenza mi fa desiderare d'essere uno de' suoi Diocesani. Non direi allora come quelli d'Avranche, Quand aurions nous un Evêque qui ait fait ses études?

Il dono della sua Libreria al suo Popolo, ed ai suoi successori sarà un monumento eterno del suo grande e generoso spirito. La marmorea mole, che la contiene non durerà quanto la vostra memoria. E le belle, e conte opere di V. E. in ogni genere saranno il più nobile ornamento di questo Tesoro di Letteratura. Non mi starebbe bene di voler porre in quel bel Tempio alcuni de' miei imperfetti componimenti. Sono troppo profano. Nondimeno dimanderò a V. E. fra pochi mesi la licenza di presentarle un saggio d'Istoria de' presenti movimenti, e delle Guerre, che scuotono d'ogni lato, a distruggono l'Europa. Tocca al mio Re di far tremarla; ai grandi Personaggi di vostro carattere di pacificarla; a me di scrivere con verità, e modestia quel, che s'è passato. Ben so io, che quando doverò parlare degl' Ingegni, che sono il fregio, e l'onore di nostra età, incomincerò dal Nome dell' Illustrissimo Cardinale Querini.

In tanto le bacio la Sagra Porpora, e mi rassegno con ogni maggiore ossequio, e venerazione.