Néalcès et le crocodile
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Pline l'Ancien (Gaius Plinius Secundus), Naturalis Historia, liber XXXV(redac: 77, trad: 1985) (142)(latin)
Nealces Venerem, ingeniosus et sollers, …ime siquidem, cum proelium nauale Persarum et Aegyptiorum pinxisset, quod in Nilo cuius est aqua maris similis factum uolebat intellegi, argumento declarauit quod arte non poterat : asellum enim bibentem in litore pinxit et crocodilum insidiantem ei.
Pline l'Ancien (Gaius Plinius Secundus), Naturalis Historia, liber XXXV, (trad: 1985) (142)(trad: "Histoire naturelle. Livre XXXV. La Peinture" par Croisille, Jean-Michel en 1985)(fran)(traduction récente d'un autre auteur)
Néalcès peignit une Vénus : ce dernier était plein d’invention et d’habileté…, ainsi, peignant un Combat naval entre Perses et Égyptiens et voulant faire comprendre que ce combat se livrait sur le Nil, dont l’eau est semblable à celle de la mer, il représenta par un symbole ce qu’il ne pouvait rendre par son art : il peignit en effet un âne s’abreuvant sur le rivage et un crocodile le guettant.
Pline l’Ancien; Landino, Cristoforo, Historia naturale di C. Plinio secondo tradocta di lingua latina in fiorentina per Christophoro Landino fiorentino, fol. 242v (italien)(traduction ancienne d'un autre auteur)
Nealce venere diligente nell’arte sopra ingegnosa opera dipinse. Imperoche havendo dipincto la battaglia navale degli Egyptii e de Persi: laquale volea che s’intendessi esser facta nel nilo la cui acqua e simile al mare con segno dichiaro quel che non potea coll’arte perche dipinse un asino nella ripa che beea et un crocodillo che stava in aguato.
Pline l’Ancien; Brucioli, Antonio, Historia naturale di C. Plinio Secondo nuovamente tradotta di latino in vulgare toscano per Antonio Brucioli, p. 998 (italien)(traduction ancienne d'un autre auteur)
Nealce dipinse Venere, ingegnoso, e diligente nell’arte. Et perche dipinse la battaglia navale degli Egytii, e de Persi, voleva che si intendessi essersi fatta nel nilo, l’acqua delquale è simile al mare, e dichiaro con argumento, cioche non poteva con la arte. Perche dipinse uno asinello, e uno crocodilo che gli faceva infidia.
Pline l’Ancien; Domenichi, Lodovico, Historia naturale di G. Plinio Secondo tradotta per Lodovico Domenichi, con le postille in margine, nelle quali, o vengono segnate le cose notabili, o citati alteri auttori… et con le tavole copiosissime di tutto quel che nell’opera si contiene…, p. 1109 (italien)(traduction ancienne d'un autre auteur)
Nealce dipinse Venere, huomo molto ingegnoso e accorto nell’arte. Percioche havendo egli dipinto la battaglia navale de gli Egittij, e de Persiani, laqual battaglia voleva che si conoscesse fatta nel Nilo, la cui acqua e simile a quella dell mare, dichiarò consegno, quel ch’egli non potea con l’arte. Perchioch’egli dipinse un asino, che beeva sulla riva, e un crocodilo che stava in aguato.
Pline l’Ancien; Du Pinet, Antoine, L’histoire du monde de C. Pline second… mis en françois par Antoine du Pinet, p. 965 (fran)(traduction ancienne d'un autre auteur)
Quant à Nealces, il fit une Venus fort riche, et estoit addroit et fort inventif en son art. Car voulant representer la rencontre des deux armees de mer, assavoir des Egyptiens, et des Perses, qui fut fait sur le fleuve du Nil : et ne pouvant contrefaire l’eau du Nil, pource qu’elle est semblable à l’eau marine : il peignit un asne beuvant à bort de riviere, et un crocodille qui le guettoit : pour monstrer ce rencontre avoir esté fait sur le Nil, qui est la droitte retraite et nourriture des crocodiles.
Pline l’Ancien; Poinsinet de Sivry, Louis, Histoire naturelle de Pline, traduite en françois [par Poinsinet de Sivry], avec le texte latin… accompagnée de notes… et d’observations sur les connoissances des anciens comparées avec les découvertes des modernes, (vol. 11), p. 289 (fran)(traduction ancienne d'un autre auteur)
Néalcès[1] fit une Vénus. C’étoit un peintre ingénieux et adroit dans son art, témoin ce qu’il fit en représentant le combat naval des Perses et des Egyptiens, qui se donne sur le Nil ; et comme l’eau de ce fleuve ressemble à l’eau de la mer, le peintre, pour ramener l’idée du spectateur au Nil, les couleurs à cet égard étant en défaut, imagina de représenter un âne qui boit sur la rive, et un crocodile en embuscade dans l’eau, et prêt à le surprendre.
- [1] Peintre et ami d’Aratus. Voyez Plutarque, vie d’Aratus, p. 1032.
Ghiberti, Lorenzo, I commentarii(redac: (1450)), p. 81 (italien)
Nealce dipinse Venere, ingegnoso e sollecito nell’arte, e dipingnendo una battagla navale fatta da’ Persi.
Textor, Joannes Ravisius (Jean Tixier de Ravisy, dit), Officina(publi: 1520), « Pictores diversi », p. 355 (latin)
Nealces Venerem, Naumachiam Ægyptiorum et Persarum. Item asellum in litore bibentem, et crocodilum ei insidiantem.
Il codice Magliabechiano cl. XVII. 17 contenente notizie sopra l’arte degli antichi e quella de’ fiorentini da Cimabue a Michelangelo Buonarroti, scritte da anonimo fiorentino(redac: (1540:1550)), p. 41 (italien)
Neane (Nealces) pittore fu molto diligente nell’arte. Dipinse Venere con ingegnosa inventione. Dipinse la battaglia nauale dellj Egiptij et de Persj, fatta nel Nilo, la cuj aqua è simile a quella del male (mare) Et uolendo, che non il male (mare), ma il Nilo giudicato fussj, con chiaro segno dichiaro quello che con l’arte fare non potette, perche fece alla ripa un asino, che beeua, et un cocchodrillo, che li metteua aguatj.
Ammirato, Scipione, Il Rota ovvero dell’ Imprese(publi: 1562), p. 78-80 (italien)
Et se pure tanta dubietà ci si porgesse inanzi, come d’alcun fiume, che noi havessimo peraventura preso per corpo della nostra impresa ; in questo ricordiamoci dello ingegno et della diligenza di Nealce, perchioche dipingendo la battaglia navale degli Egitii, et de Persi ; et volendo, che si conoscesse in qual luogo la battaglia fù fatta, che fù nel Nilo ; il quale per haver l’acqua simile al mare, non si potea conoscere ; con una sottile industria adempì quel, che non potea far con l’arte ; perche dipinse un’asinello, che beea, et il crocodilo, che solo nasce nel Nilo, che gli faceva insidie. […] Ma dicolo afine, che ad imitation di Nealce così noi vedessimo in qualch’altro modo farci intendere senza venire alla scrittura.
Gilio, Giovanni Andrea, Degli errori e degli abusi de’ pittori circa l’istorie(publi: 1564), p. 105 (italien)
Nealce [Explication : dipinse] la battaglia navale fra Persi et Egizii (e per mostrare che fu fatta nel Nilo, vi dipinse un asino che beveva et un crocodillo che lo guatava).
Borghini, Vincenzio, Selva di notizie(redac: 1564), p. 148 (italien)
Nealce dipignendo una battaglia navale fatta nel Nilo, l’aqua del quale è simile al mare, fece un asino in su la riva che beeva et uno crocodillo che stava per pigliarlo, et così venne a dare a interder che l’aque era dolce et che gl’era il Nilo.
Mazzoni, Jacopo, Della difesa della Comedia di Dante(publi: 1587, 1688, redac: 1587:1598) (III, 53), t. I, p. 633-634 (italien)
E si come Nealce pittore volendo dipingere una battaglia navale, che fù fra le genti d’Egitto, e di Persia nel Nilo, ne potendo dimostrare a suo modo l’acqua del Nilo per essere ella in tutto simile a quella del mare, s’imaginò di mostrarlo per mezo di quello, che tutti gli scrittori hanno detto de gli animali propri del Nilo, cioè, ch’egli sia copiosissimo di crocodili. E però finse in quella pittura un’asinello, che bevea nel fiume, & un crocodilo, che gli tendeva aguati, e con questo modo palesò ingegnosamente, che quell’acqua era finta per acqua del Nilo. Così non havendo potuto Dante distintamente rappresentarci l’horrore, e lo spavento delle tenebre infernali è ricorso a tutte quelle cose, colle quali gli antichi scrittori e poeti le haveano date ad intendere agli uomini, cioè a Charone, a Minosse, a Cerbero, alla Palude Stige, & a cose simili.
Mazzoni, Jacopo, Della difesa della Comedia di Dante(publi: 1587, 1688, redac: 1587:1598), « Discorso intorno a concetti di scultura, e di pittura, che si trovano in Dante » (numéro t. II, v. 1587, 1688, V, 16) , p. 379 (italien)
- [1] Lib. 35 cap. 10
Et soggiunse[Explication : Virgilio.] dimostrando, come egli[Explication : Vulcano.] haveva dipinto il Nilo con l’acque cerulee.
Contra autem magno mærentem corpore Nilum
Pandentem sinus, & tota veste vocantem
Cæruleum in gremium, latebrosaque flumina victos.
Et perché sò, che potrebbe porgere maraviglia a molti il vedere, che Virgilio faccia dipingere il Nilo fiume con l’acque colorate nel modo, che sono quelle del mare, però voglio soggiongere, essere questo un secreto, che fù dichiarato da Nealce pittore in una sua tavola, della quale ha fatto mentione Plinio colle seguenti parole. [1] Nealces Venerem pinxit ingeniosus, et solers in arte, si quidem cum prælium navale Ægyptiorum, et Persarum pinxisset, quod in Nilo cuius est aqua maris similis factum volebat intellegi, argumento declarauit quod arte non poterat, asellum enim bibentem in litore pinxit, et crocodilum insidiantem ei.
Comanini, Gregorio, Il Figino(publi: 1591), p. 347 (italien)
Però quando veda che gli accidenti di quella istoria che prende a formare si confanno in modo con quelli d’un altra, che possono partorir dubbio del loro significato, ingegnisi di trovar invenzione che distingua quell’istoria da un’altra simile : sì come fece Nealce, il quale, volendo dipingere una battaglia navale fatta dagli Egizzii contro quei di Persia nel Nilo, il qual fiume ha l’acque simili di colore a quelle del mare, dubitando che altri non giudicasse quella guerra fatta in pelago, finse in su la sponda del fiume un somiero che bevea et un crocodilo che stava agli aguati per assalirlo. Con la quale invenzione tolse il dubbio, che in altrui poteva cadere per la somiglianza del colore dell’onde marine con quelle del Nilo, se quell’armata fosse finta in detto fiume overo in mare ; percioché quel crocodilo dimostrava quello essere il fiume Nilo, il quale suol essere abondantissimo di tai serpenti. E quantunque l’Incendio di Borgo, dipinto, come v’ho detto, in Roma da Raffaello, abbia alcuni accidenti da me accenativi, co’ quali par quasi che rissomigli quello di Troia, nondimeno esso fa molti altri vien fatto conoscere per diversissimo e per quello istesso che è.
Sales, François de, Recueil de Similitudes (redac: 1600:1604) (t. XXVI, vol. 5), p. 116 (fran)
Nealces voulant representer le rencontre de l’armee des Aegiptiens et de celle des Perses, tous (sic) deux navales, sur [Explication : le fleuve] du Nil, et ne pouvant contrefaire l’eau du [Explication : Nil pour ce qu’elle est semblable à] la marine, il peignit un asne beuvant à bort de riviere et un crocodile qui le guettoit.
Van Mander, Karel, Het leven der oude antijcke doorluchtighe schilders(publi: 1603:1604 ), « Van Nealces, Schilder », fol. 84r (n)
Hy was seer bequaem en versierich in zijn Const: want willende uytbeelden een ontmoetinge van twee Vloten, oft eenen Schip-strijdt, tusschen den Persen en Egyptsche, die op den Nijl geschiede, also hy het water van de Riviere Nilus niet en wist te maken, dat het onderscheyt hadde in de verwe, en t’Zee-water, om dat het gheheel malcanderen ghelijck is, schilderde hy eenen Esel op de cant van de Riviere, den welcken daer uyt drinckende, op hem een Crocodille quam loeren, om hem te vangen: want sy geern Esels hebben, en is hun rechte spijse en voedtsel. Hier mede gaf desen vondt-rijcken Schilder te kennen, dat desen slagh op den Nijl gheschiede. In Protogenes leven hebben wy verhaelt van een Peerdt, dat hy hadde geschildert, waer by eenen Iongen was die dat streelde, daer Nealces alsoo seer bemoeyt was met het schuym te maken, als Protogenes met zijnen Hondt. Hier van verhaeltValerius Maximus in zijn 8e. Boeck, in’t 12e. Capittel, sprekende van dingen, die men met Const somtijts niet en can te weghe brenghen, dan by gheval, hoewel hy den Schilder niet en noemt, soo is wel te achten dat het Nealces zy geweest. Als hy vertelt heeft van Timanthes schilderije, van zijn uytbeeldinghe des droefheyt van Agamemnon over zijn Iphigenia, seght hy: Op dat ick van de selve Const hier noch een Exempel by voeghe. Ick sal vertellen en verhalen van een bysonder Schilder, den welcken hadde uytgebeeldt een Peert dat uyt den arbeyt quam, oft vermoeyt van loopen was: dit hadde hy soo levende ghedaen, datter niet dan den gheest en ontbrack: maer doe het op’t leste van het werck aenquam, en dat hy wilde schilderen het schuym, dat hem ten mondt uyt liep, was desen grooten Meester aen dit cleen dinghen lange doende, dat hy geenen middel con gevinden om dit werck te voldoen: waerom hy uyt spijt nam de sponsie alsose vol verwe was, en by ghelucke by hem was en hem ter handt quam: en ghelijck of hy hadde willen te nieten doen dat hy ghemaect hadde, wierp hyse teghen t’voorseyde Tafereel, en quam by gheval plaetse nemen op de neuse van zijn Peerdt, volbrengende met eenen het voornemen van desen Schilder. Soo dat het ghene dat de Const niet en hadde connen uytbeelden, dat heeft het gheluck te weghe ghebrocht, natuerlijck ghebootst, oft nae ghedaen.
Van Mander, Karel, Den grondt der edel vry schilder-const(publi: 1604) (ch. V, § 69 ), fol. 21r (n)
- [1] Merckt hier Exempel van vernuft, om Riviere oft plaets uyt te beelden.
§69. Nealces, een van de oude vermaerde, [1]
Was in der Inventy constich ervaren,
Ghelijck hy metten Pinceel openbaerde,
Eenen stant te schepe makende, daer de
Persianen teghen d’Egyptenaren
Op Nilus Riviere strijdende waren,
Waer quelde, verleghen zijnde een wijle,
Om uyt te beelden t’water van den Nijle.
§70. Het was hem onmoghelijck, om dieswille
Dat het Nijl en het Zee-water gheleken,
Soo heeft hy gheschildert een Crocodille,
Die scheen te loeren heymelijck al stille
Op eenen Esel, die daer quam ghestreken
Op den watercant, en hadde ghesteken
De muyl in de Rivier, met t’hooft ghesoncken,
Ghelijck of hy daer uyt hadde ghedroncken.
Van Mander, Karel, Den grondt der edel vry schilder-const, (trad: 2009) (ch. V, § 69-70), p. 79 (trad: "Principe et fondement de l’art noble de la peinture" par Noldus, Jan Willem en 2009)(fran)(traduction récente d'un autre auteur)
- [1] Remarquez cet exemple d’inventivité dans la représentation d’un Fleuve ou d’un lieu
§69. Néalcès, l’un des Anciens célèbres [1]
Etait expert dans l’invention artistique,
Comme il le montra par son pinceau
Lorsqu’il fit une bataille navale,
Dans laquelle les Perses se battaient contre les Égyptiens
Sur le fleuve du Nil.
Il peina pendant un an en vain
Pour représenter le Nil par son eau.
§ 70 C’était impossible, pour la bonne raison
Que l’eau du Nil et celle de la mer se ressemblent.
Alors, il peignit un crocodile
Paraissant, sournois, guetter un âne,
Qui en arrivant près du rivage
Mettait son museau dans l’eau.
Sa tête était baissée de telle façon
Qu’il semblait boire dans le fleuve.
§. 71. Il fit cela pour que chacun
Devine facilement que cette rencontre guerrière
Avait lieu sur le fleuve Nil :
C’est le lieu des crocodiles
Et la nourriture qu’ils affectionnent en particulier.
De tels indices naturels
Aussi bien de personnes, de villes que de fleuves
Donnent une grande valeur à nos œuvres.
Commentaires :
Junius, Franciscus, The Painting of the Ancient(publi: 1638) (III, 1, 13), p. 242 (anglais)
- [1] Lib. XXXV, cap. 12
But when precepts doe faile, our wits must supply the rest, and we must warily consider what is decent and expedient. Nealces was very wittie and subtill in the art, sayth Pliny [1], for when he painted a sea-fight between the Persians and the Ægyptians, and would expresse that this fight was fought in the river Nile, whose water resembleth the sea, he declared by an historicall argument what he could not shew by art: for he made an asse drinking upon the shoare, and a crocodile lying in waite to intrap him.
Ridolfi, Carlo, Le meraviglie dell’arte, overo le vite de gl’illustri pittori veneti, e dello stato(publi: 1648), p. 9 (italien)
- [1] Nealce.
[1] Nealce fù poscia ingegnoso, et avveduto nell’esplicare le sue inventioni.
Ménestrier, Claude-François, L’Art des emblèmes(publi: 1662), « Du mot de l’emblème » (numéro VII) , p. 73 (fran)
L’inscription du temple mise à son entrée, faisoit connoître quel estoit cet autel, et l’on y lisoit en gros caracteres Iunoni Laciniae Dicatum. I’estime qu’il seroit plus à propos de faire connoître ces figures, par des symboles propres, que par des titres de cette maniere. Comme si ie representois le Nil je peindrois un crocodile, qui en sortiroit, les pyramides, qui luy seroient voisines, ou la mesure dont on se servoit pour marquer ses crûes et ses decrûes.
Piles, Roger de, L’Art de Peinture de Charles-Alphonse Du Fresnoy, traduit en François, avec des remarques necessaires et tres-amples(publi: 1668), p. 111 (fran)
Que l’on considere les lieux où l’on met la scene du tableau, etc. C’est ce que M. de Chambray appelle, Faire les choses selon le Costûme. Voyez ce qu’il en dit dans l’explication de de ce mot dans le livre qu’il a fait de la Perfection de la peinture. Ce n’est pas assez que dans le tableau il ne se trouve rien de contraire au lieu où l’action que l’on represente s’est passée : il faut encore le faire reconnoistre par quelque industrie, et que l’esprit du spectateur ne travaille pas à découvrir, si c’est l’Italie ou la Grece, la France ou l’Espagne ; si c’est auprès d’un fleuve ou au bord de la mer ; si c’est le Rhin, ou la Loire ; le Pô, ou le Tibre ; et ainsi des autres choses qui sont essentielles à l’Histoire. Nealce, homme d’esprit et peintre ingenieux, ayant à peindre un combat naval entre les Perses et les Egyptiens, et voulant faire voir que cette bataille s’estoit donnée sur le Nil, dont les eaux sont de la couleur de celles de la mer, il fit un asne qui buvoit au bord du fleuve, et un crocodile qui tâchoit de le surprendre.
Pline (Gaius Plinius Secundus); Gronovius, Johann Friedrich (Johannes Federicus), C. Plinii Secundi Naturalis historiae, Tomus Primus- Tertius. Cum Commentariis & adnotationibus Hermolai Barbari, Pintiani, Rhenani, Gelenii, Dalechampii, Scaligeri. Salmasii, Is. Vossii, & Variorum. Accedunt praeterea variae Lectiones ex MSS. compluribus ad oram Paginarum accurate indicatae(publi: 1669) (vol. 3), p. 603 (latin)
[1]]Nealces Venerem, ingeniosus et solers in arte. Siquidem cum prælium nauale Ægyptiorum et Persarum pinxisset, quod in Nilo, cujus aqua est mari similis, factum volebat intellegi, argumento declarauit, quod arte non poterat. Asellum enim in litore bibentem pinxit et crocodilum insidiantem ei.
- [1] Nealces Venerem.] Scitum Nealcis dictum, cum eximiam Aristrati tyranni picturam deleri vellet Aratus, pugnandum cum tyrannis, non cum eorum imaginibus. Plutarchus in Arato. Idem [Dalec.
Scheffer, Johannes, Graphice, id est, de arte pingendi liber singularis, cum indice necessario(publi: 1669), "Primum argumentum est, quod appello rem pingendam, ingenio judicioque pictoris decenter inventam aut dispositam" (numéro §28) , p. 101 (latin)
Ejusdem generis, quod Nicearchus Nilum picturus, quia ejus aquam a fluminis alterius distinguere non potuit colore, crodocylum appinxit, de quo auctor idem dicti libri c. 11 et ideo Nicearchum ingeniosum et solertem in arte nominauit.
Hoogstraten, Samuel van, Inleyding tot de hooge schoole der schilderkonst(publi: 1678) (IV, 5), p. 140 (n)
- [1] Rivieren
- [2] Zee
Maer begeert gy groote Rivieren, daer de baren hol gaen, in uw [1] werk te pas te brengen ? Gy zoud somtijts dienen door eenich merkteyken het zoet van het Zeewatet te doen kennen, gelijk Neacles dede, in zijn Scheepsstrijt tusschen d’Egypters en Persen: want als hy’t water van de Nijl, dat hy voorhad, van geen Zee-water kon onderscheyden, zoo maekte hy een drinkenden Ezel, op den oever, die van een Krokodil, bewooner van den Nijl, beloert wiert; l’t welk de plaets genoech te kennen gaf. Maer lust u, zat van vermaeklijkheden, de woedende Zee [2] van een veyligen oever aen te zien, laet de golven vry hol gaen, en de donkere wolk de Schepen dreygen.
Hoogstraten, Samuel van, Inleyding tot de hooge schoole der schilderkonst, « Des paysages » (numéro IV, 5) , p. 253 (fran)(traduction récente d'un autre auteur)
Mais si vous désirez mettre dans votre œuvre, et comme il convient, de grandes rivières où s’engouffrent les vagues, il vous arrivera parfois de vous servir de quelque signe vous permettant de faire savoir la différence de l’eau douce et de l’eau de mer. C’est ce que fit Néalcès, dans sa bataille navale entre les Egyptiens et les Perses. Lorsqu’il ne put différencier l’eau du Nil, qu’il avait l’intention de représenter, de celle de la mer, il fit en effet un âne s’abreuvant sur le rivage, guetté par un crocodile, habitant du Nil, ce qui lui suffit à faire connaître l’endroit. Mais si, rassasié par de tels amusements, vous avez envie de regarder la mer furieuse d’un rivage sûr, faites alors tourbillonner les flots et les nuages sombres menacer les navires.
Félibien, André, Entretiens sur la vie et les ouvrages des plus excellens peintres anciens et modernes, vol. 4(publi: 1685), VIIIe Entretien , p. 396-397 (fran)
C’est ainsi qu’il[Explication : Poussin.] en a usé en d’autres rencontres quand, pour faire mieux connoistre les lieux où les choses se sont passées, il en a donné quelques marques particulieres, soit par la magnificence des bastimens, soit par les divinitez des eaux qu’il a representées sous differentes figures ; soit par les animaux particuliers à chaque païs, ainsi que le faisoit le peintre Néacles, qui pour marquer le fleuve du Nil, mettoit ordinairement un crocodile tout proche. Dans le tableau où le Poussin a representé le petit Moïse trouvé sur les eaux, et qui est dans le Cabinet du Roy, on voit une ville remplie de palais magnifiques et de hautes pyramides, qui font assez connoistre que c’est Memphis la capitale d’Egypte.
Aglionby, William,, Painting Illustrated in Three Diallogues, Containing Choice Observations upon the Art(publi: 1685), Dialogue III, p. 119 (anglais)
The painter must also take care, that his scene be known by his piece at first view, by some ingenious invention to express the countrey: such was that of Nealces a Greek painter, who having drawn a sea-fight between the Ægyptians and the Persians, to express, that the action happened at the mouth of the Nile, made an ass drinking by the side of the river, and a crocodile ready to devour him; that being the proper animal of that river.
Dryden, John; Du Fresnoy, Charles-Alphonse, De Arte graphica. The Art of Painting, by C.A. Du Fresnoy, with Remarks, Translated into English, together with an Original Preface Containing a Parallel betwixt Painting and Poetry, by Mr Dryden(publi: 1695) (§221), p. 154-155 (anglais)
We are to consider the places where we lay the scene of the picture, etc. This is what Monsieur de Chambray calls, to do this according to Decorum. See what he says of it, in his book of the Perfection of the Painting. ’Tis not sufficient that in a picture there be nothing found which is contrary to the place, where the action which is represented, passes ; but we ought besides, to mark out the place and make it known to the spectator by some particular address, that his mind may not be put to the pains of discovering it, as whether it be Italy, or Spain, or Greece, or France ; whether it be near the seashore, or the banks of some river, whether it be the Rhine, or the Loyre ; the Po, or the Tiber ; and so of other things, if they are essential to the history. Nealces, a man of wit and an ingenious Painter, as Pliny tells us, being to paint a naval fight betwixt the Egyptians and the Persians, and being willing to make it known that the battle was given upon the Nile, whose waters are of the same colour with the sea, drew an ass drinking on the banks of the river, and a crocodile endeavouring to surprise him.
Palomino, Antonio, El museo pictórico y escala óptica(publi: 1715:1724), I, 7, 5, “Metáfora natural” (numéro Tomo I, Teórica della pintura) , vol. 1, p. 153 (espagnol)
La metáfora natural, es aquella, que mediante algún signo natural, manifiesta el concepto del pintor. Tal fue la que expresó Nealces, ingenioso artífice; el cual, habiendo pintado una batalla naval entre persas y egipcios, para dar a entender, que ésta fue en el Nilo, cuyas aguas no tenían diferencia de las demás, puso un jumentillo bebiendo, y un cocodrilo acechándole, por ser privativa de aquel célebre río la producción de semejantes fieras.
Durand, David, Histoire de la peinture ancienne, extraite de l’Histoire naturelle de Pline, liv. XXXV, avec le texte latin, corrigé sur les mss. de Vossius et sur la Ie ed. de Venise, et éclairci par des remarques nouvelles(publi: 1725), p. 116 (fran)
Ce peintre[Explication : Néalce.] avoit la composition si exacte et si bien entendue, que ses tableaux n’avoient besoin que d’un œil savant pour remporter l’approbation du spectateur. C’est ce qui paroît entr’autres dans son COMBAT NAVAL entre les Égyptiens et les Perses. Car ayant à le représenter sur le Nil, qui est fort large vers la fin de sa course, et dont les eaux ressemblent tout à fait à celles de la mer, il s’avisa d’un expédient, qui met d’abord au fait le premier coup d’œil. Il peignit donc sur le rivage, un asne qui se desaltère, et, un peu plus loin un crocodile, à demi sous les roseaux, qui le guette, et qui prend son tems pour fondre sur lui. Et voilà comment, par ce petit trait, il éxprima si bien, ce que toutes les couleurs auroient inutilement tenté. Car l’asne n’auroit point bû, si ce n’eût été de l’eau douce ; et le crocodile ne se seroit point trouvé là, si le lieu du combat n’eut été le Nil.
Lamotte, Charles, An Essay upon Poetry and Painting, with Relation to the Sacred History, with an Appendix Concerning Obscenity in Writing and Painting(publi: 1730), p. 51 (anglais)
To come at this[Explication : the decorum.], he must neglect nothing, but call in all the helps and assistances which history, tradition, or travels can afford him, to distinguish the manners, habits and dress of his persons. He must descend to the minutest particulars, as a cap, or a helmet, a shoe or a slipper, if they can serve to fix any particular distinction of a people. He must carefully observe every thing that is proper and peculiar to a country, the trees, plants, animals, and even the fishes of it, as that judicious [1]painter, who drawing a battle fought near the river Nile, took care to place upon the banks a crocodile, which was an animal peculiar to that water.
- [1] This painter, Pliny saith, who being to represent a sea-fight between the Persians and Egyptians by the river Nile, to shew the scene of the action, drew an ass drinking upon the banks, and a crocodile watching his opportunity to devour him. Plin. Nat. Hist. l. 35. c. 10. The famous Ant. Coypel, in his celebrated picture of Moses in the rushes, has not forgotten the circumstance of the crocodile, though he has omitted that of the ass.
Turnbull, George, A Treatise on Ancient Painting(publi: 1740), p. 63 (anglais)
This painter[Explication : Nealces.] had a strict regard to truth, nature, and the costume in his pieces, which made them very intelligible, and added to their beauty and force exceedingly. We have an instance of this in one of his pictures representing a naval fight between the Persians and Egyptians; for having occasion to paint the Nile, which is very large towards the end of his course, and whose water there is hardly discernible from the sea; he characterizes the Nile distinctly by an ass drinking, and a crocodile, at a little distance, half hid amongst the bushes, watching it opportunity to spring upon the ass[1]. Whence we see how well the ancient masters understood, by their art, to give every thing its proper character, and to determine by evident marks the scene of their representations.
- [1] Nealces, Venerem; ingeniosus et solers in arte, etc. Plin. ibid. Coypel in his pictures representing Moses saved by Pharaoh’s daughter, has imitated in several circumstances this picture of Nealces.
La Nauze, abbé de, Mémoire sur la manière dont Pline a parlé de la peinture(publi: 1759, redac: 1753/03/20) (t. XXV), p. 251 (fran)
[1] On peut ajouter deux autres exemples d’industrie, que Pline rapporte ailleurs ; l’un d’Apelle, qui peignit de profil Antigonus parce qu’il était borgne ; l’autre de Néalcès, qui représentant un combat sur le Nil, distingua la rivière d’avec la mer par un ânon à l’abreuvoir, et par un crocodile en embuscade.
- [1] voir aussi Apelle Antigone
Caylus, Anne-Claude Philippe de Tubières, comte de, « De la peinture ancienne » (redac: 1753/11/10), 271 (fran)
Néalcès saisissait les incidents propres à enrichir ses tableaux et à se faire passer lui-même pour un homme d’esprit, attentif et ingénieux pour donner une idée de son sujet. Pline, en conséquence, décrit la composition suivante : il avait peint un combat naval entre les Égyptiens et les Perses ; ce combat s’était donné sur le Nil (apparemment dans le temps de son inondation) ; et pour faire connaître au spectateur le lieu de la scène que son art ne pouvait exprimer, les eaux de ce fleuve ressemblant à celle de la mer, il avait représenté sur le bord un âne qui buvait et un crocodile qui l’attaquait.
Webb, Daniel, An Inquiry into the Beauties of Painting(publi: 1760), “Of composition” (numéro ch. VII) , p. 199 (anglais)
As it is the character of fine writing, so it is of excellent painting, that the thoughts should be natural, not obvious; elegant, not remote. A Greek artist[1], having painted a naval engagement on the river Nile, it was necessary to mark the scene of action; to this end, he represented an ass feeding on its bank, beneath which was couched a crocodile, ready to spring upon his prey. A modern would have planted at one end a river god, with water issuing from seven urns; and this, with no small conceit of his erudition.
- [1] Nealces, ingeniosus et solers in arte. Plin. lib. xxxv. c. 12.
Webb, Daniel, An Inquiry into the Beauties of Painting, p. 221-222 (fran)(traduction ancienne d'un autre auteur)
Un artiste grec[1] avoit à représenter un combat naval sur le Nile, il falloit indiquer le lieu de la scène ; pour cela il peignit sur le rivage un âne qui paissoit, et à peu de distance un crocodile blotti et prêt à s’élancer sur sa proie. Si un peintre moderne eût eu à traiter le même sujet, il eût représenté d’abord le Dieu du fleuve, ensuite ses eaux jaillissantes de sept urnes ; et il se seroit fort admiré dans son érudition.
- [1] Nealces, ingeniosus et solers in arte. Plin. lib. XXXV. C. 12.
Algarotti, Francesco, Saggio sopra la pittura, saggio sopra l’Academia di Francia che è in Roma(publi: 1763), « Del costume », p. 83-84 (italien)
Allora solamente altri crederà do trovarsi come presente al soggetto, quando tutte le cose, ch’entrano nella rappresentazione di esso, si trovino d’accordo tra loro, quando non venga dalla scena del quadro contraddetta in niun punto l’azione. Le circostanze, o sia gli accessori, che porranno sotto gli occhi la trovata di Mosè dentro alle acque del Nilo, non saranno già le rive di un canale con dei filari di pioppi, con dei casamenti all’Italiana ; ma bensì le sponde di un gran fiume ombrate di gruppi di palme, una sfinge o un Dio Anobi che si vegga nel paese, una qualche piramide che spunti qua e là nello indietro[1]. E generalmente parlando prima di por mano sulla tela o sulla carta, il pittore ha da trasferirsi con la fantasia in Egitto, a Tebe, a Roma ; e immaginando abiti, fisonomie, fabbriche, siti, piante quali si convengono al soggetto che intende di esprimere e al luogo dell’azione, ha poi da trasferirvi lo spettatore con la magia della rappresentazione.
- [1] Nealces… ingeniosus et solers in arte. Siquidem cum prælium nauale Aegyptiorum et Persarum pinxisset, quod in Nilo cuius est aqua maris similis, factum uolebat intelligi, argumento declarauit, quod arte non poterat. Asellum enim bibentem in litore pinxit, et crocodilum insidiantem ei. C. Plin. Hist. Lib. XXXV. Cap. XI.
Algarotti, Francesco, Saggio sopra la pittura, saggio sopra l’Academia di Francia che è in Roma, « Du costume », p. 103-104 (fran)(traduction ancienne d'un autre auteur)
Le spectateur croira pour lors se trouver présent au sujet du tableau lorsque tout ce qui entrera dans sa composition se trouvera d’accord; enfin, si l’on peut parler ainsi, quand la scène ne contredit pas l’action. Que les circonstances particulieres et les accessoires qui pourroient orner un tableau représentant, par exemple Moyse trouvé sur les eaux, ne soient point les bords d’un canal environné d’allées de peupliers avec des maisons à l’italienne, mais les rives d’un grand fleuve ombragé par des groupes de palmiers? Qu’un sphinx, un Dieu Anubis se fassent remarquer dans le paysage, et que quelques pyramides paroissent s’élever dans le fond du tableau[1]. A parler sincerement, l’artiste devroit avant que de composer un sujet d’histoire ancienne se transporter en idée en Egypte, à Thebes, à Rome et imaginer des habillemens, des caracteres de têtes, des édifices et des plantes telles qu’elles conviennent au sujet qu’il se propose de représenter et au lieu où s’est passée l’action. C’est ensuite à la magie de son art à y transporter le spectateur.
- [1] Nealces… ingeniosus et solers in arte. Siquidem cum prælium navale Aegyptiorum et Persarum pinxisset, quod in Nilo cuius est aqua maris similis, factum volebat intelligi, argumento declaravit, quod arte non poterat. Asellum enim bibentem in litore pinxit, et crocodilum insidiantem ei. C. Plin. Hist. Lib. XXXV. Cap. XI.
Commentaires : Trad. Pingeron, 1769, « Du costume », p. 103-104
Jaucourt, Louis de, Encyclopédie, art. « Peintres grecs », tome XII(publi: 1765) (t. XII), p. 260 (fran)
Il étoit également ingénieux et solide dans son art. Il représenta la bataille navale des Egyptiens contre les Perses ; et comme il vouloit faire connoître que l’action s’étoit passée sur le Nil, dont les eaux sont semblables à celles de la mer, il peignit sur le bord de l’eau un âne qui bûvoit, et tout auprès un crocodile qui le guettoit pour se jetter sur lui. Secondé comme Protogène par le hasard, il ne vint à-bout, à ce qu’on dit, de représenter l’écume d’un cheval echauffé, qu’en jettant de dépit son pinceau sur son ouvrage ; Pline parle beaucoup de Néalcés dans son hist. nat. liv. XXXV. ch. xj.
Falconet, Etienne, Traduction des XXXIV, XXXV et XXXVI livres de Pline l’Ancien, avec des notes(publi: 1772) (t. I), p. 185 (fran)
Néalcès, une Venus : cet artiste avoit de l’invention et de la finesse dans son art ; car peignant un combat naval entre les Égyptiens et les Perses, et voulant faire entendre que c’étoit sur le Nil, dont l’eau est semblable à celle de la mer, que ce combat s’étoit donné, il fit voir par une épisode ce que l’art ne pouvoit rendre, en peignant un âne qui buvoit sur le rivage et un crocodile qui le guettoit (84).
Notes, p. 411-412 : (84) Avec plus d’exactitude et de connoissance Pline auroit dit sur quel plan du tableau, et à quelle distance du combat étoient cet âne et ce crocodile. Il nous eût mis par ce moïen en état de juger de l’invention et de la finesse de Néalcès ; car si le Nil n’étoit pas débordé, si les deux animaux étoient vers le lieu du combat, il n’y avoit point de vraisemblance, parce que le Nil dans son lit n’est pas plus large que la Tamise ne l’est à Londres, et que les vaisseaux et le bruit des combattants auroient fait peur à l’âne et au crocodile ; alors l’invention et la finesse auroient prouvé qu’il ne savait pas user à propos de ses inventions et de ses finesses. Il falloit donc, pour ne pas nous laisser soupçonner qu’il avait manqué de jugement, dire si ces deux spectateurs étoient loin du combat. Il est présumable, dira-t-on, que Néalcès avoit placé son épisode à propos. Pas si présumable. Nous avons tant de preuves dans les bas-reliefs antiques du défaut de sens et de raisonnement des artistes à cet égard, qu’il est naturel de penser qu’ils suivoient tous à peu près la même routine ; et les spectateurs y étoient acoutumés. Ou bien il faudra dire, que les sculpteurs, lorsqu’ils faisoient des bas-reliefs, avoient moins de jugement que les peintres. Mais la preuve qui détruit cette accusation est dans quelques-uns des ouvrages qui nous sont restés des uns et des autres. Disons donc, pour excuser Pline, qu’il voyoit les épisodes en peinture et en sculpture comme son siècle les voyoit.
Watelet, Claude-Henri ; Levesque, Pierre-Charles, article « Peinture chez les Grecs », Encyclopédie méthodique. Beaux-Arts(publi: 1788:1791), p. 652 (fran)
C’étoit un peintre ingénieux. Ayant à peindre un combat naval des Egyptiens contre les Perses, et craignant qu’on ne prît le Nil pour la mer, il[Explication : Nealces.] représenta sur le rivage un âne qui se désalteroit et un crocodile qui se disposoit à l’attaquer. Par cet épisode, il montroit que le combat se donnoit sur l’eau douce puisqu’un quadrupede en buvoit, et que ce fleuve étoit le Nil qui nourrit des crocodiles.