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TitreDella nobilissima pittura, et della sua arte, del modo, & della dottrina, di conseguirla, agevolmente et presto, opera di Michel Angelo Biondo
AuteursBiondo, Michelangelo
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Date de publication originale1549
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, « Della forma della pittura che apparve in visione a l’autore » (numéro cap. IV)

Ma oltra i detti fu in la città d’Atene Mitrodoro egregio pittore, e Protogenea tanto perfettamente pingeva che il re Demetrio perdonò a’ Rodiani, quai avea deliberato di volere espugnare, e ciò per non offendere la nobilissima pittura. Candaulo re ancora comprò una tavola pinta da Bularco ad egual peso d’oro di tavola.

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, « Della principal divisione della pittura » (numéro cap. V)

La circoscrizzione gli è quella parte della pittura che descrive l’ambito delle estremità, overo delle fimbrie con le linee convenienti alla pittura, nella qual parte Parasio pittore gli è stato molto eccellente, come scrive Senofonte, perciò che gli esaminava le linee della circonscrizione con summa diligenzia. [[4:suite : Apelle et Protogène]]

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(cap. V), « Della principal divisione della pittura »

Imperò questa parte[[5:la circonscrizzione.]] si debbe osservare perfettamente dal pittore, lineando fatta la figura con linee sottilissime, le quali a pena si possono vedere con l’occhio. Nondimeno si dice che Apelle pittore in tal parte essere stato di contraria opinione, e leggesi aver disputato con Protogene distintamente di tal cosa, perciò che non vi è altro la circonscrizzione che la notazione delle fimbrie, le quali vuole che con apparente linea siano fatte con le margini della superficie della pittura, overo siano alcune rimule, overo fissure, che appareno.

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, « Della forma della pittura che apparve in visione a l’autore » (numéro cap. IV)

Perciò io dico che la pittura gli è un gran dono de l’altissimo Iddio fatto a’mortali, imperoché col mezzo de la pittura noi semo congiunti alli superni dei et agli angioli ancora. Per tanto io non dubito che la pittura non abbia giovato molto a Fidia pittore ne la città di Elide in Acaia, overo nel Peloponneso, perché egli dipinse Olimpio Iove, la bellezza del quale fu di tanto che augmentò la religione per la maiestà di Iove pinto, perché la natura era simile a Dio, come scrive C. Plinio dicendo Fidia essere clarissimo sopra tutte le genti che conoscono quello che vi è Iove Olimpico.

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, « Della forma della pittura che apparve in visione a l’autore » (numéro cap. IV)

Parausi ingannò gli uccelli con uva pinta ; ma Zeusi deluse l’istesso artefice con un mantile pinto ; cotesto ancora gli è stato di gloria e di grande onore al buon pittore, quando Agrippa volse comprare le dua figure pinte dal pittore per tredici milla libre di peso d’oro.

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, « Della forma della pittura che apparve in visione a l’autore » (numéro cap. IV)

Per tanto falsamente son io connumerata fra le arti mechaniche, imperò che, se tu leggerai le scritture degli antichi, troverai qualmente a molti son stata cagion di fama, di gloria e di onore ancora, insieme con la vittoria ; non altrimenti che sol essere la fortezza allo ardente guerriero, perciò che io son quella che Alessandro Magno molto aprezzava, et Apelle amava summamente, et a Zeusi son stata d’incomparabil onore, perciò che per nissun prezzo si poteva comprare la sua pittura, imperò egli la donava. Ecco dunque di quanto io sono, perché et Alessandro, aprezzandome molto, come si raggiona comprò la figura di Apelle per cento talenti, e più dicono alcuni che per prezzo di alcun denaro non l’abbia comprato, ma a peso d’oro. Ma se pure l’abbia comprato per tanti talenti, sappi che’l talento gli è d’oro lire ottanta di peso ; dimi perciò quanto debbe essere stimata la pittura, se si vende per tanto oro.

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