Type de texte | source |
---|---|
Titre | Descrizione delle Immagini dipinte da Rafaello d’Urbino nelle camere del Palazzo Vaticano, con alcuni ragionamenti in onore delle sue opere, e della pittura, e scultura |
Auteurs | Bellori, Giovanni Pietro |
Date de rédaction | |
Date de publication originale | 1751 |
Titre traduit | |
Auteurs de la traduction | |
Date de traduction | |
Date d'édition moderne ou de réédition | |
Editeur moderne | |
Date de reprint |
, « Dell’ingegno, eccellenza, e grazia di Raffaelle comparato ad Apelle », p. 227
Trovasi ancora che l’Urbinate ne’ costumi, e nelle fortune sue ad Apelle si rassomiglia, poiche se questi ebbe favore appresso Alessandro, Antigono, ed altri Rè, e Potenti; Raffaelle parimente fù dotato di tanta soavità di spirito, e dignità di sapere, che tirati dalle sue maniere ad amarlo, non solo gli artefici tutti concorrevano a lui, ma gli altri uomini ancora eccellenti, e quelli, che grandi erano di autorità, e di dottrina, rapiti dal suo soprano intelletto, e dalla sua nobile modestia, e moderazione, bramavano di conversar seco, usando verso di lui ogni ufficio di benevolenza, e di stima. Per la qual cagione egli seppe temperare il rigore di Papa Giulio, e incontrò il favore di Leone, a cui particolarmente fù accetto, con riportarne onori grandissimi, e molto maggiori ne averebbe conseguiti degni del suo gran merito, se più lungamente si fosse avanzato in vita.
Dans :Apelle et Alexandre(Lien)
, « Dell’ingegno, eccellenza, e grazia di Raffaelle comparato ad Apelle », p. 226
Il famoso Apelle, benché de’ più rari pregi della pittura fosse dotato, contuttociò di un dono suo proprio tanto si compiacque, che con esso facevasi superiore a ciascuno. Questo mirabilmente fu la grazia, ch’era in lui, e ch’egli inspirava alle sue figure: sicche non solo si fece uguale ad altri pittore, ma si contentò di cedere ad Anfione nella disposizione, ad Asclepiodoro nelle misure, e proporzioni, e a Protogene in altre eccellenze dell’arte solo a se stesso, come sua, riserbò la grazia inestimabile, e divina. Ora se noi vorremo paragonare gl’ingegni de’ nostri secoli a gli antichi, trovaremo che Raffaelle non fu punto dissimile ad Apelle, e che s’inalzò al pari di esso con la grazia, che sopra ogni altro infuse ne’ suoi colori, nel modo che per natura egli era graziosissimo nell’aspetto, e ne i costumi, e con essa ne’ suoi dipinti ritraea se stesso, onde il grazioso Raffaelle venne chiamato. E certamente al pittore non sono bastanti l’invenzione, il disegno, e’l colore, ne altro pregio alcuno più lodato, se a lui manca la grazia, per cui ad Apelle, e a Raffaelle cessero gli emuli loro le primi laudi: collaudatis omnibus, diceva l’istesso Apelle, deesse iis unam illam Venerem, dicebat, quam Greci Charita vocant, cætera omnia contingisse, sed hæc sola sibi neminem parem. Ma se Apelle incontrò al suo tempo chi gli andò del pari, e l’avanzò ancora in alcune parti, fuori della grazia, per questo pare che Raffaelle palesasse meglio il suo sublime ingegno; poichè oltre la grazia nella disposizione, o componimento delle figure, andò avanti a ciascuno de’ moderni, e ne riportò la palma. Così per lui, e nel suo secolo non ben pulito ancora uscì fuori l’invenzione nobile, e seconda accompagnata da gli affetti, e dal costume, nel modo che ammiriamo le sue immagini nelle Vaticane camere.
Dans :Apelle supérieur par la grâce(Lien)
, « La favola di Psiche », « Il Consilio degli Dei », p. 176
Raffaelle nel effigiare questi tre fratelli, emulò l’ingegno, e la gloria degli antichi pittori li più illustri, e dell’istesso Timante, che ne’ concetti della mente avanzò ciascun’altro.
Dans :Timanthe, Le Sacrifice d’Iphigénie et Le Cyclope (Lien)
, « Dell’ingegno, eccellenza e grazia di Raffaelle comparato ad Apelle », p. 93
O gran Rafaelle, che nel suo dipingere seppe far solo quanto gli altri pittori tutti; ma non tutti gli altri quanto egli solo, avendo costretto il colore ne’ termini del disegno alle forme più emendate della natura, e dipinto con li corpi gli animi; onde nelle sue pitture più s’intende di quello che si vede.
Dans :Timanthe, Le Sacrifice d’Iphigénie et Le Cyclope (Lien)
, « Dell’ingegno, eccellenza, e grazia di Raffaelle comparato ad Apelle », p. 237
Onde se tanto si loda Zeusi di aver contemplato cinque vergini per ritrarne la similitudine più perfetta di un Elena, qual commendazione maggior a Raffaelle si conviene, che ad ogni tratto del suo pennello animò Elene, e Dee?
Dans :Zeuxis, Hélène et les cinq vierges de Crotone(Lien)