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TitreLe meraviglie dell’arte, overo le vite de gl’illustri pittori veneti, e dello stato
AuteursRidolfi, Carlo
Date de rédaction
Date de publication originale1648
Titre traduit
Auteurs de la traduction
Date de traduction
Date d'édition moderne ou de réédition
Editeur moderne
Date de reprintReprint Rome, Società Multigrafica Editrice (Somu), 1965, 2 volumes

, p. 9

Calicle fece picciole, e diligenti figure ; Calace si esercitò nel dipingere le tavole delle comedie ; Antifilo fù universale.

Dans :Antiphilos et le Gryllos ; Calatès, Calliclès et les tableaux comiques(Lien)

, p. 7

Ritrasse […] di nuovo Alessandro col folgore in mano.

Dans :Apelle, Alexandre au foudre(Lien)

, p. 7

Fù rarissimo ne’ ritratti, e riportò molta lode, per saper nascondere i difetti de’ volti, come fece in Antigono, ch’essendo cieco d’un occhio, lo ritrasse in profilo.[[4:suite : Apelle cheval]]

Dans :Apelle, le portrait d’Antigone(Lien)

, p. 7

Nitrirono le cavalle nel veder’ un cavallo da lui fatto in concorrenza d’altri pittori ; e lo stesso fece il cavallo d’Alessandro nel vederlo ritratto, credutolo naturale, che non essendo molto lodato da Alessandro gli disse Apelle, il tuo cavallo intende meglio dell’arte, che te [[1:Eliano lib. 2]].

Dans :Apelle, le Cheval(Lien)

, p. 7

[[2:Apelle]] Amato in tale guisa dal grande Alessandro, che prohibì per legge ch’altri, che lui il dipingesse, a cui fece dono della bella Campaspe sua favorita, e visse molto autorevole appresso quel magnanimo Re, dal quale ottenne gratie, e favori. [[4:suite Apelle et Antigone]]

Dans :Apelle et Campaspe(Lien)

, p. 7

[[2:Apelle]] Ma fra gli antichi sortì Apelle il più famoso nell’Olimpiade cento diciottesima, che diede alla pittura il compimento della gratia, e della venustà. [[4:suite : Apelle et Campaspe]]

Dans :Apelle supérieur par la grâce(Lien)

, p. 7

Rappresentò ancora con maraviglia i lampi, et i folgori.

Dans :Apelle et l’irreprésentable(Lien)

, p. 8

Fù[[5:Protogene.]] nondimeno tassato da Apelle, di soverchia applicatione, e diligenza nelle opere sue.

Dans :Apelle et la nimia diligentia(Lien)

, p. 7

Ma tra le celebri opere da lui dipinte furono due Veneri, l’una, che usciva dal mare, la quale dedicò Augusto nel Tempio di Cesare suo padre, che fù detta Anadiomene <Anadiomene, cioè uscita dal mare>, l’altra per quelli di Coo, della quale scrisse Ovidio

Si nunquam Venerem Cois pinxisset Apelles

Mersa sub æquoris illa lateret aquis.

Dans :Apelle, Vénus anadyomène (Lien)

(t. I), p. 184

Due tavole per San Salvadore, l’una dell’Annuntiata, che nell’attitudine dimostra il timore pe lo improviso apparire dell’Angelo, sopra alla quale vola lo Spirito Divino servito da schiera d’Angeli ; ma parendo a padroni, che quella pittura non fosse in riguardo delle altre sue ridotta a perfettione, per fargli raveder l’autore del loro poco intendimento, vi scrisse queste due gemine voci : Titianus fecit fecit.

Dans :« Apelles faciebat » : signatures à l’imparfait(Lien)

, p. 8

[[2:Aristide.]] Aristide Tebano espresse le passioni dell’animo, come diede a vedere nella madre moribonda temendo, che il fanciullo, che haveva in seno non succhiasse il sangue, in vece del latte, et Anapovemene, che struggevasi per amor del fratello.

Dans :Aristide de Thèbes : la mère mourante, le malade(Lien)

, p. 5

Ma più si rese la pittura cospicua in Bularco, che fece la Guerra de’ Magneti, della quale Candaule Rè de’ Lidi fece acquisto, contrapesandola con l’oro, circa l’Olimpiade dieciottesima di Romulo.

Dans :Bularcos vend ses tableaux leur poids d’or(Lien)

, p. 4

Ma discoriamo del modo dell’inventione. Alcuni dissero [[1:Leon Battista Alberti lib. I della Pittura. Celio Rodigino, et altri]], che si apparasse il disegno da alcune imperfette figure, che si veggono tal’hora ne’ marmi dalla natura impresse, altri dalle nubi, e fù chi scrisse, che fosse originato per virtù d’Amore, che somministrasse nella mente d’una fanciulla [[1:Questa fù figliuola di Dibutade Stovigliaio facitor de’ vasi di Creta.]] tale sottigliezza di formar con linee il volto dell’amante, che da lei allontanar dovevasi, dall’ombra, che vide di quello impressa nel muro mediante il lume della lucerna, conservando in quella guisa la di lui memoria.

Dans :Dibutade et la jeune fille de Corinthe(Lien)

, p. 11

[[2:Timarete.]] Ma non si devono passar’ in silentio Timarete figliuola di Micone, che figurò il simolacro di Diana in Efeso. Irene figliuola, e discepola di Cratino pittore, che ritrasse una fanciulla in Leusina ; Calipso dipinse un Vecchio, et un Ciurmatore, Alchistene, et un Saltatore, et Aristarete figliuola, e discepola di Nearco fece l’imagine d’Esculapio.

Dans :Femmes peintres(Lien)

, p. 12

[[2:Lala Sizena.]] Ed in fine Lala Cizena vergine fù illustre pittrice ne’ tempi di M. Varrone. Questa ritrasse molte donne in avorio, e se stessa dallo specchio, et avanzò molti celebri pittori del tempo suo, et Olimpia finalmente fù non meno degna pittrice, che insegnò l’arte ad Aristobulo ; onde dal lungo giro d’anni, e d’artefici chiaramente si comprende, quanto affaticassero gli humani ingegni in ridurre questa arte degna alla sua perfettione.

Dans :Femmes peintres(Lien)

, p. 9

[[2:Nealce.]] Nealce fù poscia ingegnoso, et avveduto nell’esplicare le sue inventioni.

Dans :Néalcès et le crocodile(Lien)

, p. 4-5

Convengono nondimeno per lo più gli scrittori, che la pittura si traesse dall’ombra dell’huomo, [[2:Gige Lidio primo pittore. Plinio lib. 7]] e che Gige Lidio Egittio fosse il primiero, che con stilo, o carbone dintornando l’estremo dell’ombra humana formasse alcune rozze figure ; e che da indi in poi gli huomini, assotigliando l’ingegno, dividessero le parti sue, aggiungendovi le ombre, il lumi, et i colori. Tra’ primi delineatori furono Filocle Egittio, Cleante, Ardice Corintio, e Telefane Sicionio. [[1:Plinio libr. 35. Hist. cap. 3.]]

Dans :Les origines de la peinture(Lien)

, p. 6-7

[[2:Eufenida. Eupompo. Pamfilo.]] Aggiunsero non meno novelle bellezze alla pittura Eufenida maestro d’Aristide, et Eupompo, di cui si vide un vincitore con la vittoria in mano. Da questi apparò l’arte Pamfilo, che fù parimente dotto nella geometria, e nell’aritmetica, in gratia di cui fù ordinato in Sicione della Grecia, che i fanciulli nobili attendessero alla diagrafica, cioè al disegno, ponendosi la pittura nel primo luogo dell’arti liberali, vietandosi à servi l’esercitarla : da che libere furono dette. [[2:La pittura vietata a’ servi]] Dipinse la cognatione, la giornata di Filiunte, e la vittoria degli Ateniesi : ne insegnò l’arte per meno, che d’un talento in dieci anni, che tanto gli pagorono Melantio, et Apelle.

Dans :Pamphile et la peinture comme art libéral(Lien)

, p. 6

[[1:Eliano lib. 9]] Fù copioso nelle inventioni, et ingegnoso : ma oltre molto superbo, e fastoso, vestendo la porpora, e portando corona d’oro in capo, e gloriavasi d’haver ritratto Ercole, come havevalo spesso veduto in sogno, che fù posto in Lindo.

Dans :Parrhasios : orgueil(Lien)

, p. 6

Fù molto celebre il genio degli Ateniesi da lui dipinto, che dimostravasi in un tempo irato, ingiusto, instabile, clemente, pietoso, eccelso, ed humile.

Dans :Parrhasios, Le Peuple d’Athènes(Lien)

, p. 9

[[8:voir aussi Pausias et Glycère]] [[2:Pausia.]] Pausia Sicionio investigò le maniere degli scorci, e pose in uso il dipingere i palchi, e le volte delle habitationi, e faceva volontieri picciole figure, e fanciulli. Amò costui Gliceria bellissima fanciulla tessitrice di ghirlande, che ritrasse a sedere : onde fù detta Stefanoploco [[1:Stefanopoloco, cioè tessitrice di ghirlande.]], una copia della quale fù pagata da L. Lucullo due talenti. Fece in oltre due gran tavole, e nel portico di Pompeo, e di lui, si vide ancora un sacrificio de’ buoi.

Dans :Pausias, le Bœuf(Lien)

, p. 9

[[2:Pausia.]] [[4:voir aussi Pausias bœuf]] Amò costui Gliceria bellissima fanciulla tessitrice di ghirlande, che ritrasse a sedere : onde fù detta Stefanoploco [[1:Stefanopoloco, cioè tessitrice di ghirlande.]], una copia della quale fù pagata da L. Lucullo due talenti.

Dans :Pausias et la bouquetière Glycère(Lien)

, p. 9

[[2:Pireico.]] Pireico valse nel rappresentar le cose humili, e nelle prospettive. [[4:suite : Antiphilos gryllos]]

Dans :Piraicos et la rhyparographie(Lien)

, p. 8

[[4:suit Protogène Ialysos]] E per quella pittura Rodi riconobbe la sua conservatione, non volendo Demetrio, che si ponesse il fuoco in quella parte, ove era posta, per dove potevasi far acquisto della città, che dipoi fù trasportata in Roma, nel Tempio della Pace. Raccontasi ancora, che durante l’assedio stavasi Protogine ad una sua villetta, e ricercato dal Rè con quale fiducia, se ne stasse fuor delle mura, rispose : perche sapeva, ch’egli haveva guerra co’ Rodiani, non con l’arti eccellenti : per lo che Demetrio comandò, che fosse rispettato da’ soldati, e con esso lui spesso trattenendosi, poco curava della vittoria.

Dans :Protogène et Démétrios(Lien)

, p. 8

[[2:Protogene]] [[1:Eliano lib. 12]] Protogene da Cauno città soggetta à Rodiani fù assiduo, e diligente, e celebrano gli scrittori della sua mano, la tavola del Ialiso, nella quale impiegò sette anni, nel condurla à fine, ove interveniva un cane ansante, nella cui bocca havendo tentato più volte in vano di formar la schiuma, impatiente al fine, vi gettò la spungia intita ne’ colori, formandola in quella guisa, impensatamente al naturale (e lo stesso avvenne à Nealce nel cavallo, che dipinto haveva tenuto da Popizonte), che veduta da Apelle, disse, che se l’autore vi havesse usata maggior gratia, e vaghezza, come vi appariva lo artificio, sarebbe stata opera immortale. [[4:suite : Protogène et Démétrios]]

Dans :Protogène, L’Ialysos (la bave du chien faite par hasard)(Lien)

, p. 8

[[4:suit Protogène et Démétrios]] [[2:Satiro detto Anapouemene dal giacere]] Fece ancora un satiro co’ zufoli in mano.

Dans :Protogène, Satyre et parergia(Lien)

, "Vita di Paolo Caliari veronese", t. I, p. 312-313

[[6:Ridolfi décrit un tableau de Véronèse pour la Chapelle Maggiore de San Sebastiano (1565) : Saint Marciliano et saint Marco sont condannés à mort ; leurs femmes supplient avec leurs enfants.]]. Celebri la greca eloquenza la tavola di Timante, nella quale l’industre pittore dato che hebbe a vedere in Calcante Auruspice, in Ajace, in Achille e in Menelao gli affetti tutti della pietà e del dolore, ricoperse con tenebroso velo il volto del Padre Agamennone, celando in questa guisa quell’affanno, che stimò inesplicabile dal suo pennello, che in questo caso fù da Paolo superato, che dispiegò non solo nel volto della Madre, delle Mogli e degli amici de’ Santi gli affetti della pietà e della commiserazione, ma giunse ad esprimere nel sembiante del dolente Padre i caratteri d’un impareggiabile dolore.

Dans :Timanthe, Le Sacrifice d’Iphigénie et Le Cyclope (Lien)

, p. 6

[[2:Eupompo. Androcide. Timante.]] Furono suoi[[5:di Zeusi.]] concorrenti Eupompo, Androcide, e Timante, che dispiegò ne’volti gli effetti della pietà, e del dolore, come diede a vedere nella tavola d’Ifigenia immolata dal padre ; fece in oltre un Ciclope in picciola tavoletta, et alcuni satiri, che gli misuravano il dito grosso, per dimostrare quale fosse la di lui grandezza ; fece anco un Heroe bellissimo, che si vede in Roma nel Tempio della Pace.

Dans :Timanthe, Le Sacrifice d’Iphigénie et Le Cyclope (Lien)

, p. 9

Timomaco da Bisantio lavorò a Cesare dittatore Aiace, e Medea, che gli costarono ottanta talenti, quali pose nel Tempio di Venere Genitrice.

Dans :Timomaque, Ajax et Médée(Lien)

, p. 5

[[2:Zeusi]] Acquistò poscia fama di valoroso Zeusi di Eraclea nell’Olimpiade novantesima quinta per la naturale espressione dell’uve, alle quali volarono ingannati gli uccelli, e per le opere a chiaro oscuro. [[4:suite : Zeuxis Hélène]]

Dans :Zeuxis et Parrhasios : les raisins et le rideau(Lien)

, p. 6

[[2:Parrasio]] Parrasio d’Effeso quello fù, che deluse Zeusi col finto velo, che arrecò gratia à sembianti, andamenti gentili a capelli, e le dovute proportioni alle membra.

Dans :Zeuxis et Parrhasios : les raisins et le rideau(Lien)

, p. 5

[[4:suit Zeuxis et Parrhasios]] [[2:Zeusi]] Ritrasse un Elena, della quale ne trasse molti danari, non lasciandola vedere, che per certo prezzo, onde era della da Greci Elena meretrice, per il guadagno, che ne faceva il pittore. [[1:Eliano lib. 4]] Costui fece acquisto di molte ricchezze con l’arte sua, e per decoro, portava nell’Olimpia scritto nel mantello a lettere d’oro il nome suo ; e stimando, che le opere non se gli potessero pagare, donò l’Alchemena à gli Agrigentini, e la figura di Pane ad Archelao, [[1:lib. 14]] da cui riceve poscia quaranta mine per dipingere la di lui casa, tutto che quello non fosse avezzo à spendere un danaro per il proprio commodo, onde venivano molti di lontane parti, per vedere quelle pitture. E quegli fù, che scelse cinque delle più belle citelle della Grecia, dalle quali trasse la figura di Giunone per i medesimi Agrigentini. [[4:suite : Zeuxis mort de rire]]

Dans :Zeuxis, Hélène et les cinq vierges de Crotone(Lien)

, p. 6

E si racconta, ch’egli morisse per troppo ridere, mirando una vecchia da lui dipinta ; il che fù accennato da certo antico scrittore in questa guisa.

Nam quid modus facturus risu denique ?

Nisi pictor fieri vult, qui risu mortuus est.

Dans :Zeuxis mort de rire(Lien)

, p. 5-6

[[8:voir aussi Zeuxis Hélène]] Costui fece acquisto di molte ricchezze con l’arte sua, e per decoro, portava nell’Olimpia scritto nel mantello a lettere d’oro il nome suo ; e stimando, che le opere non se gli potessero pagare, donò l’Alchemena à gli Agrigentini, e la figura di Pane ad Archelao, [[1:Eliano lib. 14]] da cui riceve poscia quaranta mine per dipingere la di lui casa, tutto che quello non fosse avezzo à spendere un danaro per il proprio commodo, onde venivano molti di lontane parti, per vedere quelle pitture.

Dans :Zeuxis et la richesse(Lien)

, "Vita di Marietta Tintoretta pittrice", vol. 2, p. 71

Vibrino pure a lor voglia saette le malediche lingue; componghino satire, et invettive contra il donnesco sesso, attribuendo a sue imprese maggiori l\'uso dell\'ago, della conocchia, e del fuso; il miniarsi il volto, l\'infrascarsi i capelli di nastri, di gemme, e di fiori, e lo apprendere dallo specchio il modo di far vezzi, di sorridere, e di corrucciarsi con l\'amante, che non mancano mille penne, che di quelle han celebrate le lodi.[[2:]] Onde veggiamo vergate le carte del valore di Ippolita, di Camilla, di Zenobia, di Tommiri illustri nelle armi; di Corina, di Saffo, di Arretta, di Cornelia, di Ortensia, e di Lucretia Marinella vivente, e d\'altre etiandio chiare nelle lettere: ma di vantaggio degli honori di Timarete, d\'Irene, di Marsia, di Aristarete negli antichi tempi celebri nella Pittura, e nè moderni ancora di Lavinia Fontana, e d\'Irene de\'Signori di Spilimbergo discepola di Titiano, quale facoltà viene di presente illustrata da Chiara Varotari, e da Giovanna Garzoni. Da quali esempii chiaramente si comprende, a quale segno arrivi la perspicaccia donnesca, all\'hor, che viene erudita negli studii. Egli è però vero, che essendo questo infelice sesso allevato fra le ritiratezze delle case, privo dell\'uso delle discipline, riesce molle, et inetto, e poco atto à nobili esercitii: nondimeno ad onta degli huomini trionfa armato di lusinghiere bellezze de\' loro voleri.

Dans :Femmes peintres(Lien)