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TitreI commentarii
AuteursGhiberti, Lorenzo
Date de rédaction(1450)
Date de publication originale
Titre traduit
Auteurs de la traduction
Date de traduction
Date d'édition moderne ou de réédition1998
Editeur moderneBartoli, Lorenzo
Date de reprint

, p. 81

Antiphylo è lodato in uno fanciullo soffiante nel fuoco.

Dans :Antiphilos, L’Enfant au brasero(Lien)

, p. 75

Dipinse Allexandro Magno nel tempio di Diania Hephesia, con maravigloiissima arte, ebbene grandissimo prezo.

Dans :Apelle, Alexandre au foudre(Lien)

, p. 75

non gli fu in gratia Tolomeo, la quale regnante tenea per forza. El quale Appelle pervenne in Alexandria, fu invitato da uno de’ suoi concorrenti a ccena col re Tolomeo; et in quella, venne el re Tolomeo ; domandollo chi l’avea invitato, che egli glele mostrasse. Allora Appelle tolse uno carbone e disegnò nel muro chi l’avea invitato : el re, di subito el conobbe. [[4:suite : Apelle irreprésentable]]

Dans :Apelle au banquet de Ptolémée(Lien)

, p. 74-75

Grandissimo amore gli portò Alexandro. Comandogli Alexandro che Appelle gli ritraesse Campaspe ignuda; era femina bellissima, e da Alexandro maravigliosamente era amata per la gran bellezza era in lei. Vide apparecchiandosi Appelle per dipignerla, ancora Appelle innamorò di lei: come huomo di grandissimo animo, non minore che fosse lo inperio, costei concedette e donolla ad Appelle; non meno in questo acquistò Allexandro, che se acquistato avesse una grande victoria, imperò che vinse sé, el quale non solmente el suo letto, ma ancora el suo effecto, non curando prima esser d’Allexandro imperadore, ora esser del pictore. Appelle e Protogine e gl’altri suoi concorrenti fu molto benigno, e misse in gratia a Rodi molto l’opere di Protogine e con grandissimo prezo, prima non erano tanto aprezate.

Dans :Apelle et Campaspe(Lien)

, p. 74

Costui le sue opere impublico poneva, nella presentia del popolo. Esso stava in luogo remoto e notava i vitii che ’l popolo diceva delle sue picture: esso diceva el popolo avere miglior giudicio che ’l suo. Uno, el quale faceva e calzari, biasimò l’opere d’Appelle; allora Appelle domando quale era il difetto; esso rispuose, e disse esser ne’calzari; conobbe Appelle esso diceva el vero; esso disse Appelle v’era un altro mancamento, molto maggiore, era nelle cosce di detta figura; Appelle el dimandò che arte e’ faceva; disse faceva e’calzari ; Appelle rispuose che non iudicasse da’ calzari in su.

Dans :Apelle et le cordonnier(Lien)

, p. 73-74

Questo intra Apelle e Protogine intervenne. A Rodi habitava Protogine, dove andò Appelle desideroso di conoscere l’opere di colui, le quali avea conosciute per fama. Giunto in Rodi, inmantanente andò alla casa di Protogine, quando esso Protogine non v’era, ma una vecchia guardante il luogo ove Protogine lavorava. Era in detto luogo una grande tavola, la quale era ingessata per disegnarla. Rispuose, la donna anticha, Protogine non esser in casa. L’anticha donna domandò Appelle chi egli era che •llo dimandava: sanza altro dire tolse uno pennello di quel luogo e fece uno tratto sottilissimo nella tavola. Tornato Protogine, dalla donna fu riferito ciò che aveva fatto. “Questo ha fatto Appelle.” Tolto Protogine il medesimo colore, et allato a quella lineta ne fè un’altra, molto più mirabile che quella d’Appelle. Allora Protogine disse alla donna: “Quando esso ritorna, digli ch’io el cercava.” E di poi, Appelle tornando, vedendo la linea di mano di Protogine essere molto più sottile che la sua, si vergognò esser vinto. Appelles rifece una altra linea, tanto sottile che essa non potea essere più. Protogine, veduta la linea fatta per le mani d’Appelle tanto mirabilmente, si confessò esser vinto.

Tengo che questo che Prinio scrive veramente può esser vero, ma molto mi maraviglio, sendo in costoro tanta profondità d’arte, e con tutte le parti del pittore e di geometria e dello scultore, mi pare certamente una debile dimostratione, e •ssì fatto autore questo recita la pruova di costoro, parlo come scultore e certo credo dovere esser così. Ma pure io parlerò, con riverentia di ciascuno lettore, io narrerò il creder mio, conciò sia cosa che Appelle compuose e publicò libri continenti dell’arte della pictura. Essendo ito a Rodi, a casa Protogine, trovando la tavola apparecchiata e volendo mostrare Appelle la nobiltà dell’arte della pictura, e quanto egli era egregio in essa, tolse il pennello e compuose una conclusione in prospettiva appartenente all’arte della pictura. Tornando Protogine, subito conobbe quella essere cosa d’Appelle et egli, come docto, Protogine ne fece un’altra conclusione, rispondente a quella. Tornando Appelle alla casa di lui, esso Protogine si nascose. Vide Appelle rifare un’altra conclusione di tanta perfectione e di tanta maraviglia nell’arte, non era possibile a Protogine agiugnere a essa, e vergognossi d’esser vinto. Nondimeno, andando ritrovò Appelle. […] Piacque a Protogine quella tavola, dove erano fatte le linie di mano d’Appelle, fosse veduta da tutto el popolo, overo conclusioni appartenenti alla pictura, e spetialmente da’ pictori e dagli statuarii, e da quelli erano periti. Ciascuno si lodava maraviglosamente. Consumossi detta tavola nelli incendii della casa di Cesare.

Dans :Apelle et Protogène : le concours de la ligne(Lien)

, p. 75

Fece moltissime opere, sono un numero infinito, fece molte opere, come sono gente paiono che spirino, saette, baleni, tuoni, piove venatii, molte cose difficili.

Dans :Apelle et l’irreprésentable(Lien)

, p. 75

Fece moltissime opere, sono un numero infinito, fece molte opere, come sono gente paiono che spirino, saette, baleni, tuoni, venatii, molte cose difficili.

Dans :Apelle et les mourants(Lien)

, p. 75

[[4:suit Apelle irreprésentable]] Fece una Venere uscente della marina, la quale tavola consacrò Augusto al tempo di Giulio Cesare: guastossi in una parte di detta tavola dall’acqua salsa nel venire. Fu tanta la riverentia era portata in que’ tempi Appelle, nessuno la volle ai racconciare. Poi Nerone, nel suo principato, ne substituì una altra, per memoria di quella, di mano di Doroteo.

Dans :Apelle, Vénus anadyomène (Lien)

, p. 75-76

Suo pari[[5:di Appelle.]] fu Ar[i]stide Tebano. Costui, prima che alcuno altro, dipinse l’animo e dichiarò e’ sensi degli huomini, perturbatione; fu duro un poco ne’ colori. Di costui è una presura d’una terra, è picta una figura d’uno fanciullo abbracciante la poppa della madre, ferita a morte; pare che ·lla madre senta il fanciullo e tema ch’el fanciullo non poppi el sangue col lacte morto; la quale tavola transferì Allexandro Magno nella terra sua. [...] Dipinse ancora uno infermo, da tutti lodato senza fine; in questa si dice che fu tanto potente, che ’l re Attalo comperò da chostui una tavola cento talenti.

Dans :Aristide de Thèbes : la mère mourante, le malade(Lien)

, p. 53-54

Il primo fu Buzaide Sicino di Corintio, secondo Prinio, il quale Buzaide trovò la figluola inamorata d’uno giovane il quale partendosi da essa, esso andante di fuori, ella all’ombra della lucerna lineò nel muro la faccia sua tanto perfectamente che ·lla effigie d’esso giovane era maravigliosa. Veggendo lo’ ngegno delle linee circundate, el padre tolse creta e fecie la faccia del giovane in modo tale che parea essa testa la sua propria; la quale testa stette nel Ninfeo di Corinto infino a tanto che Llumio disfece Corintio; in quello tempo non si usava l’arte statuaria se non di creta e gesso.

Dans :Dibutade et la jeune fille de Corinthe(Lien)

, p. 81

Furon dette arti create dall’ombra del sole, parato innanzi el sole alla forma virile. Gli Egyptii dicono essere stati essi, s’accordano l’ombra del sole liniata intorno a detta ombra fosse il principio e’l primo origine dell’arte statuaria e della pictura. F[i]locle fu lo inventore e fu d’Egypto; costui dié principi al disegno et alla teorica di tanta dignità.

Dans :Les origines de la peinture(Lien)

, p. 78

Ludione fu ne’ tempi d’Agusto Cesare, fu quello che trovò l’arte della pictura in muro, prima non si usava; dipigneva paesi, marine, pescatori, navilii, liti, verdure. 

Dans :Ludius peintre de paysages et la rhopographia(Lien)

, p. 51

Ma affermano gl’Egytii che ’l disegno, il quale è origine e fondamento dell’arte statuaria e della pittura, essere stata inprima in Egypto circa d’anni semila che in Grecia venissi o fosse in uso, ma vanamente dicono. E Greci dicono che essi non furono trovatori d’esso, alquanti dicono ch ’el disegno fu trovato da’ Corintii. Ma ciascuno afferma essere trovato colla ombra del sole parata innanzi alla forma dell’huomo virile. El primo fu Fylocle Egyptio, il quale la circundò dalle linie, overo fusse trovato da Creante Corintio, o da Talafane Sicinio. Senza alchuna cosa essi spargevano dette linie circundando dette ombre.

Dans :Les origines de la peinture(Lien)

, p. 81

Nealce dipinse Venere, ingegnoso e sollecito nell’arte, e dipingnendo una battagla navale fatta da’ Persi.

Dans :Néalcès et le crocodile(Lien)

(VIII, 8), p. 72

In questo tempo, Eusinidia insegnò Aristotile, excellente artefice, et Upompo a Pamphylo, maestro d’Appelle. El vin[[1:ci]]tore de Upompo gymico, tenente la victoria. Di costui fu tanta l’auctorità, egli divise la pictura in genere, e’ quali generi erano stati due, e Tisitico, il quale chiamavano asyatico, per costui che era Siciondo. Ulixe di Macedonia era allora dotto nelle lettere e spetialmente in arismetrica et in geometria, fu il primo mostrò che ·lla pictura, sanza la geometria e la arismetrica, non potea essere perfecta; et insegnò non si potesse dare maggiore talento, la quale merce dette Appelle e Melancho. Per la auctorità di costui, prima Sicione e più che in tutta la Grecia tutti e’ nobili fanciulli imparassino la pictura, e che questa arte fosse posta nelle prime arti liberali.

Dans :Pamphile et la peinture comme art libéral(Lien)

, p. 70

[…] e con confessione di tutti e’ pictori e statuarii, egli acquistò la victoria delle streme linie. È questo nella pictura e nella scultura grande perfectione d’arte, aver i dintorni vaghi e leggiadri, gli periti ne fanno grandissima. Sono cose non si possono insegnare e dare gratiosa aria, conviene che la natura l’arrechi secho. Questa gloria fu ancora conceduta ad Antighone et a Sonocrate, (avere l’estremità delle linie), i quali scrissono della pictura, dicenti non solamente questo, ma confessanti molte altre cose di Grapide pictore; ancora sono moltissimi disegni i quali rimasono in carte, fatti per le mani di detto Grapyde; fece tavole, fu gran disegnatore, a suoi artefice fece grande utilità.

Dans :Parrhasios et les contours(Lien)

, p. 71

E sono due picture di lui nobilissime: hosplitite in conbattimento scorrente, pare che sudi; e l’altro ponente giuso l’arme, pare che si senta trangosciare.

Dans :Parrhasios, les Hoplites(Lien)

, p. 71

Fu costui abondante artefice, m’alcuno altro usò la gratia della pictura più superbamente, imperò egli usurpò e sopranomi: chiamava sé abhoclito, e con altre parole si chiamava principe della pictura e diceva l’arte esser in perfectione in lui, e diceva esser nato della radice d’Apolline; e diceva avere dipinto Hercule, in quello modo molte volte dormendo gl’era apparito. Costui fu poi vinto da Tymante in Aiace, a Samo; e questo sopportò malagevolmente, tabelle rifaccente sé.

Dans :Parrhasios : orgueil(Lien)

, p. 76

Ancora Protogine a Rodi, in una sua villa presso alla terra, dipigneva una tavola dove Demitrio, mentre che e’ dipigneva, puose le stanze per ossediare Rodi e pigliarlo; non mai costui si rimosse dall’opere sua, infino a ·ttanto fu chiamato dal re, e domandato con che fidanza egli stesse fuori delle mura. Protogine rispuose sé sapere con quelli dentro di Rodi essere la battagla, e non coll’arte. El re ordinò in sua tutela alcuni, rallegrantesi che egli potesse conservare quelle mani alle quali già egli avea perdonato, acciò che spesso e’ no ·llo chiamasse il nimico; andò a ·llui e lasciati e suoi desiderii della victoria, tra ·ll’arme e’ colpi delle mura, guardò l’artefice e la fama e seguitò la tavola di quello tempo che egli la dipinse sotto el coltello.

Dans :Protogène et Démétrios(Lien)

, p. 71

E Timante fu in favore ancora agli ingegni di lui. E piangeva loda molto dagli oratori: la quale stante all’altare per dovere perire, dipinse tutti intorno maninconosi e nel volto, nel quale consumò tutto l’atto della maniconia; el volto del padre velò, el quale degnamente non potea mostrare. E sono alchune altre copie del suo ingegno; fece uno eciclope (sic) dormente, in una piccola tavola, conciò sia cosa che così e’ desiderasse dimostrare la grandeza, dipinse al lato satyri e quelli mentiti. Ma all’opera della arte nientedimeno lo’ ngegno l’avanza.

Dans :Timanthe, Le Sacrifice d’Iphigénie et Le Cyclope (Lien)

, p. 69

Fece Almina e Penelope, nella quale parea ch’egli avesse dipinti e’costumi; e fece Aelena, nella quale piacque scrivere uno famoso verso in questa sententia: “Per questa pictura credo esser qualche maestro invidiante, più tosto che seguitante”.

Dans :Zeuxis, l’Athlète(Lien)

, p. 69

Questo Pa[[1:r]]as[s]o si pruovò con Zeusis, secondo che scrive Prinio, archo dipinto uno linteo, e Zeusis uno grappolo d’uve, fatto con tanta maravigla che, essendo scostati, gl’uccielli andavano per beccarlo; Zeusis, leva lo intellecto tuo e non rimane nulla della tua pictura, ma di me rimane ingannati gli uccegli. Co[[1:n]] questa vergogna li concedette la victoria. Poi si dice che Zeusis dipinse uno fanciullo portante uve, al quale quando gl’ uccelli venivano per becchare dell’uve, Zeusis, considerato che la perfectione era nell’uve e non nel fanciullo, imperò che se il fanciullo avesse avuto la perfetta pictura arebbono temuto el fanciullo, quasi adirato, cercò di racconciare la figura.

Dans :Zeuxis et Parrhasios : les raisins et le rideau(Lien)

, p. 69

E di tanta excellentia e diligentia fu nell’arti, che avendo a ·ffare una tavola agli Agrigentini, la quale essi aveano consecrata publicamente di Iunone Lacinia, egli scrisse vergini ignude delli Argentini, accioché egli di ciaschuna piglasse qualche bella parte per conducere a perfectione l’opera sua, la quale fu disegnata in una tavola biancha con maraviglose arti.

Dans :Zeuxis, Hélène et les cinq vierges de Crotone(Lien)

, p. 69

Acquistò Zeusis tante richeze, che nelle veste portava richamato d’oro el nome suo, quando andava a Olimpia. Di poi diliberò di donare l’opere sue, imperò che diceva le sue picture non potere essere vendute degno prezo, come Eclao Agrigentini.

Dans :Zeuxis et la richesse(Lien)