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Type de textesource
TitreLa piazza universale di tutte le professioni del mondo
AuteursGarzoni, Tommaso
Date de rédaction
Date de publication originale1585
Titre traduit
Auteurs de la traduction
Date de traduction
Date d'édition moderne ou de réédition1996
Editeur moderneBronzini, Giovanni Battista
Date de reprint

, « De’ pittori, e miniatori, et lavoratori di mosaico » (numéro Discorso XCI) , p. 290

Et formò quell’Antigono si raro, che mostrandolo in fianco, occultò l’occhio, del quale era privo, mostrando la bellezza, et levando col giudicio la deformità in un tratto.

Dans :Apelle, le portrait d’Antigone(Lien)

, « De’ pittori, e miniatori, et lavoratori di mosaico » (numéro Discorso XCI) , p. 290

Apelle istesso, che fu si raro nel dipingere, che Alessandro Magno con publico editto vietò d’esser dipinto da altri.

Dans :Apelle et Alexandre(Lien)

, « De’ pittori, e miniatori, et lavoratori di mosaico » (numéro Discorso XCI) , p. 289

E questo modo di dipingere senza colore, fu essercitato in quei primi principii da Ardice Corinthio, e Telefane Sicionio. Recita Plinio nel 34 libro, al c. ul[timo] che i primi pittori antichi dipinsero con l’attico, il qual colore fu dalla seguente eta seguito a dipingere i lumi, usando per l’ombre il Syrico, e Lydio et al c. 7 dice, che Apelle, Echione, Melanchio, e Nicomaco fecero opere immortali con quattro colori soli, col melino fra bianchi, detto cosi dall’isola di Melo, il qual si chiama da Latini gilvus, e da Francesi, e Italiani grisio, con l’attico fra silacei, col sinoide pontico fra rossi, e con l’atramento fra negri. E di questi colori alcuni (dice Isidoro nel 19. lib.) nascono naturalmente, come quello, che sinopi è chiamato, la rubrica, il peritonio, il melino, l’eretria, o fretia, l’orpimento, et altri, altri overo con l’arte si fanno o mediante la compositione, come il sirico pigmento di color rosso, il vestoriano, il purpurisso, l’indico, la cerusa, il sandi, l’appiano, l’armenio, il veneto ceruleo, il color ciprio il minio, il cinnabro.

Dans :Apelle et la tétrachromie(Lien)

, « De’ pittori, e miniatori, et lavoratori di mosaico » (numéro Discorso XCI) , p. 290

Apelle istesso, che fu si raro nel dipingere, che Alessandro Magno con publico editto vietò d’esser dipinto da altri, che da lui, et che fece quella Venere in Coo tanto stupenda, che havendo lasciata imperfetta, nessuno ardì di tentar l’impresa, per finirla.

Dans :Apelle, Vénus inachevée(Lien)

, « De’ pittori, e miniatori, et lavoratori di mosaico » (numéro Discorso XCI) , p. 290

[[8:voir aussi Zeuxis et Parrhasios]] Quindi nota Plinio nel 35. lib. Al c. 10 che nella contentione tra Zeusi et Parrhasio celeberrimi pittori, Zeusi ingannò gli uccelli con l’uve dipinte in mostra portate, e Parrhasio il pittore istesso con un velo sopra una figura tanto artificiosamente dipinto, che pareva cosa reale, e non finta, e l’istessa al c. 4 disse, che la scena de giuochi di Claudio Pulchro hebbe alcune regole dipinte si raramente, ch’ei corvi vi si fermarono sopra ingannati della pittura. Alla qual cosa aggiungo per maggior confirmatione che l’eccellente pittore de’ nostri tempi M. Lodovico Pozzo ha raccontato a me in Trevigi, che in una città della Fiandra da lui nominata, in un cortile d’un palazzo vi è dipinto una cavalla, che pose in tanta furia un dì un cavallo, che a tutte foggie volea accostarsele, e fiutata che l’hebbe, le tirò una copia di calzi con un’ empito maraviglioso, conoscendo per naturale istinto d’esser si gabbato nella pittura di quella. [[4:suite : Pamphile]]

Dans :Les oiseaux picorent les tuiles du théâtre de Claudius Pulcher(Lien)

, « De’ pittori, e miniatori, et lavoratori di mosaico » (numéro Discorso XCI) , p. 289

Altri dicono, che i Corinthii, o quelli di Scio dell’ombra dell’huomo furono i primi, che trahessero i principii di così eccellente professione. Ma Isidoro lib. 19 apertamente dice, che gli Egittii furono i primi, che con linee circonscrivessero il corpo humano, e Plinio nel 35 afferma, che Filode Egittio, o Cleante Corinthio trovòle linee della pittura. Cleophanto Corinthio poi, secondo Arato, ritrovò i colori, e Apollodoro Atheniese ritrovò il pennello. [[4:suite : Apelle tétrachromie]]

Dans :Les origines de la peinture(Lien)

, « De’ pittori, e miniatori, et lavoratori di mosaico » (numéro Discorso XCI) , p. 290

Appresso gli antichi nella Grecia (recita Baldessar Castiglioni) fu la pittura tenuta in tanta stima, e riputatione, che volevano, che i fanciulli nobili nelle scuole alla pittura dessero opera, come a cosa honesta, e necessaria, e fu cotesta ricevuta nel primo grado dell’arti liberali, poi per publico editto vietato a’ servi non s’insegnasse.

Dans :Pamphile et la peinture comme art libéral(Lien)

, « De’ pittori, e miniatori, et lavoratori di mosaico » (numéro Discorso XCI) , p. 290

Panfilo, che da Apelle, e da Melantio, et così da tutti gli altri discepoli non hebbe manco d’un talento per pretio d’insegnarla.

Dans :Pamphile et la peinture comme art libéral(Lien)

, « De’ pittori, e miniatori, et lavoratori di mosaico » (numéro Discorso XCI) , p. 291

Parrhasio, che trovò la simmetria, l’argutie del viso, l’eleganza de’ capelli, la venustà della bocca e per commun consenso de’pittori, nelle estreme linee portò la palma.

Dans :Parrhasios et les contours(Lien)

, « De’ comici e tragici così autori come recitatori, cioè de gli istrioni », p. 11-12

Di Pilade istrione racconta Dione Cassio che fu grato sopra modo a Nerva Coccerio e fu favorito dall’assistenza d’Augusto mentre, fingendo l’Ercole amante, ardì di trar le saette fra ’l popolo, stando saldo l’istesso imperatore. […] E Polo istrione, con la chiarezza della voce, con la grazia del gesto, con la venustà del parlare, fra tutti i Greci viene esaltato a sommo grado ; onde di lui si legge che, fingendo in Atene l’Elettra di Sofocle poeta, che portava un’urna dell’ossa d’Oreste, espresse tanto politamente con le parole l’imagine della cosa che fu cosa che fece lagrimar dirottamente tutti i spettatori.

Dans :Polos, si vis me flere(Lien)

, « De’ pittori, e miniatori, et lavoratori di mosaico » (numéro Discorso XCI) , p. 290

Timanthe che superò Parrhasio nell’Aiace, e che fece la bella Iphigenia, che s’havea da sacrificare col padre, e la madre, che quasi piangevano.

Dans :Timanthe, Le Sacrifice d’Iphigénie et Le Cyclope (Lien)

, « De’ pittori, e miniatori, et lavoratori di mosaico » (numéro Discorso XCI) , p. 290

Quindi nota Plinio nel 35. lib. Al c. 10 che nella contentione tra Zeusi et Parrhasio celeberrimi pittori, Zeusi ingannò gli uccelli con l’uve dipinte in mostra portate, e Parrhasio il pittore istesso con un velo sopra una figura tanto artificiosamente dipinto, che pareva cosa reale, e non finta, e l’istessa al c. 4 disse, che la scena de giuochi di Claudio Pulchro hebbe alcune regole dipinte si raramente, ch’ei corvi vi si fermarono sopra ingannati della pittura. Alla qual cosa aggiungo per maggior confirmatione che l’eccellente pittore de’ nostri tempi M. Lodovico Pozzo ha raccontato a me in Trevigi, che in una città della Fiandra da lui nominata, in un cortile d’un palazzo vi è dipinto una cavalla, che pose in tanta furia un dì un cavallo, che a tutte foggie volea accostarsele, e fiutata che l’hebbe, le tirò una copia di calzi con un’ empito maraviglioso, conoscendo per naturale istinto d’esser si gabbato nella pittura di quella. [[4:suite : Pamphile]]

Dans :Zeuxis et Parrhasios : les raisins et le rideau(Lien)

, p. 290

Parrhasio, che fece il velo memoriale.

Dans :Zeuxis et Parrhasios : les raisins et le rideau(Lien)

, « De’ pittori, e miniatori, et lavoratori di mosaico » (numéro Discorso XCI) , p. 290

E fu tanto diligente in essa[[5:arte.]], che dovendo formar l’imagine di Giunone Lacinia, per gli Agrigentini, hebbe gratia di veder le lor giovani nude delle quali cinque n’elesse più belle, per far la figura della Dea compita, e perfetta in ogni parte.

Dans :Zeuxis, Hélène et les cinq vierges de Crotone(Lien)

, « De’ pittori, e miniatori, et lavoratori di mosaico » (numéro Discorso XCI) , p. 290

Ma oltra questi et insieme con questi, fra gli antichi pittori sono con egregie lodi celebrati Pithi, e Timagora Chalcidense, che contesero insieme honoratamente della prestantia della pittura: Zeusi, che venne in tanta riputatione in quest’arte, e diventò sì ricco, che donava l’opere sue stimate da più d’ogni pretio, come Almena a gli Agrigentini, Pan a Archelao. [[4:suite Zeuxis Hélène]]

Dans :Zeuxis et la richesse(Lien)