1751-06-30, de Voltaire [François Marie Arouet] à conte Francesco Algarotti.

Jo sono un poco casalingo e pigro, mio caro signor comté.
Voi sapete qual sia il cattivo stato della mia sanita. Non ho gran cura di fare otto mia per ritornare alla mia cellula. Aspettero dunque il mio gentil frate nel nostro monastero, e quando egli avra disposto del’ pomo in favor della polputa venere Astrua, e quando avra goduto a bastanza i favori della sua Helena, quando avra veduto tutte le regine, tutti i principi e tutti quanti, ritornera piacevolmente à noi poveri romiti, ritornera à suoi dotti e leggiadri lavori, a quelle ingegnose ed istruttive lettere che faranno l'onor della bella Italia e le delizie di tutte le nazioni. Le baccio di core le mani.

V.