Padova 17 Ottre 1765
Carissimo Amico Amatissimo,
Dopo terminate quelle Recite di Tragedie che vi accennai, partiti con un Cavaliere mio amico, che mi condusse seco ad una sua villa ed ivi per quindici giorni mi sono divertito alla Caccia.
Da tale Villa mi sono portato in Padova, ove conto di trattenermi tutto il Mese di Novembre, e di passare in Venezia poi per dieci o dodici giorni; cosicchè alla metà di Decembre sarò forse restituito alla Patria.
In Padova, ove sono, vivo tranquillo e allegro, godendo d'una intera libertà, e avendo la più perfetta solitudine in tutte quelle ore che può piacermi di averla. Quì hò ricevuto la vostra amorosissima lettera. Vi giuro che nei giorni della mia più nera malinconia, sarei volato ad abbracciarvi, se avessi potuto, e così avrei prevenuto i cortesi e affettuosi inviti che colla obbligantissima vostra lettera. Vi prometto di fare ogni sforzo per venire a passare un mese con voi, nell'autunno dell'anno prossimo. Ricordatevi che non prometto di venire, ma prometto bensì che tutto tenterò per venire ad abbracciarvi.
Il Sigre Abbate Cesarotti, che per alcuni giorni trovasi in Padova, vi si protesta tenuto per le vostre gentili espressioni, ed è pieno di rammarico che non abbiate ricevuto il Tomo di sue Traduzioni, ch'egli vi spedì. Al mio ritorno in Bologna ve lo spedirò io pel solito mezzo della Posta che è sempre il più sicuro.
Se mi favorite di vostri cari caratteri, indirizzate la lettera a Bologna, mentre poi di là mi sarà quà spedita. Vi abbraccio con tutto l'animo, bramoso di farlo colla persona e di potervi dire io medesimo: Ecco
Il vostro Albergati