1745-11-07, de Voltaire [François Marie Arouet] à Cardinal Girolamo Quirini.

Monseigneur,

Tutti j seguaci d'Hippocrate, j Boravii, i Leprotti non havrebbero mai potuto somministrare a j miej continui dolori un piu dolce e piu certo sollievo di quello che ho provato nel leggere le lettere e le belle opre delle quali vostra Eminenza s'e compiacuta d'honorar mi.
Ella m'ha destato del languido torpore nel quale Le malattie mie m'havevano sepolto.

Dica ella di grazia, qual’ arte, qual’ incanto pone ella in uso per condire co’ tanti verzi tanta e cosi varia dottrina e per adornarla di questa finitura di composizione in cui non appare l'arte, ma fanno tutto la facilitae legante del stilo e la nuda e soda eloquenza.

Si radoppio in cielo la felicita del cardinal Polus da j nuovi preggi che la penna di vostra Eminenza gli ha conferiti. Ella da ad un tratto a questo celebre inglese, ed a se stessa, L'immortalita nel mundo letterato.

Credo bene jo col’ l'erudito Vulpio che quello bel giovane scolpito in avorio sia il genio del re Tolomeo e di Berenice. Ma mi pare piu certo che Vostra Eminenza sia il mio, e se gli antichi soleano porgere j loro voti, a i genii de’ gran uomini mi fa d'vopo d'invocare quello del’ cardinale Quirini. Gli rendo humilmegrazie, mi protesto con ogni ossequia il suo zelante ammiratore

di vostra Eminenza

l'humilmo e devotmo servitore

Voltaire historiografe de France