Un uguale effetto deriva ancora talvolta per la prolungata agitazione del vento, che confricando tra loro in una selva selvaggia diversi rami degli alberi, produce estesissimi e spaventevoli incendii ; ed anche il fulmine (che credevasi venir dal Cielo e dalla mano stessa di Giove) comunica il fuoco alle materie combustibili che trovansi sulla Terra.
Il fiume Acheloo fu battagliero quanto Rodomonte, e osò venir tre volte a singolar tenzone con Ercole per ottenere a preferenza di lui Deianira in isposa.
Avendo egli presenti alla mente queste osservazioni, se ne valse per fare una bellissima similitudine nel Canto ii del Purgatorio : « Ed ecco, qual sul presso del mattino, « Per li grossi vapor Marte rosseggia « Giù nel ponente sopra il suol marino ; « Cotal m’apparve, s’io ancor lo veggia, « Un lume per lo mar venir sì ratto, Che’l muover suo nessun volar pareggia. » 173.
I vocabolarii italiani fra le accezioni del verbo avvenirsi pongono anche quella che significa « venir bene adatto per convenienza di eleganza, piacevolezza, ecc. » Quindi l’espressione familiare comunissima : non gli si avviene.
Dante invocando Apollo così gli dice : « Venir vedra’ mi al tuo diletto legno, « E coronarmi allor di quelle foglie « Che la materia e tu mi farai degno.
Nella parte più interna dell’adito, o sacro penetrale, eravi una voragine dalla quale esalavano vapori inebrianti da allucinar la vista e far venir le traveggole, ovvero mofetici da mozzare il fiato.
Basterà sentire la descrizione che l’ Ariosto fa dell’ Orco di Norandino nel Canto xvii dell’ Orlando Furioso per vedervi il vero modello di tutti gli Orchi delle più volgari novelle : « Mentre aspettiamo, in gran piacer sedendo, « Che da cacciar ritorni il signor nostro, « Vedemo l’ Orco a noi venir correndo « Lungo il lito del mar, terribil mostro.
Indi a venir n’è dato « Negli ampii elisii campi ; e poche siamo « Cui sì lieto soggiorno si destini.
Dal metallo, che, fuso in varie forme, Rende adorno il Tarpejo e il Vaticano, Sorti la terza età nome conforme A quel che trovò poi l’ ingegno umano, Che nacque all’ uom si vano e si difforme, E li fece venir con l’ arme in mano L’un contro l’ altro, impetuosi o feri In lor discordi, ostinati pareri. […] Poiché non prima al di mostra il vivace Suo viso primavera, e il genïale Alito di Faonio era diffuso, L’aerio volator che in cor ti sente, Te, o Diva, tosto e il tuo venir festeggia ; Salta il gregge ferin ne’ lieti paschi, E traversa le rapide correnti ; Tale, a’ tuoi vezzi preso e alle lusinghe, Ovunque trarlo vuoi, cupidamente Te segue ogni animante, e in mari e in alpe, Entro rapidi fiumi, ne’ frondosi Ritiri de’ volanti, e nelle verdi Campagne universal spirando amore, Fai si che d’una in altra si propaghi Stirpe la vita con accesa brama. […] Degnamente celebra il Petrarca nel suo Trionfo la buona Fama : Quale in sul giorno l’amorosa stella Suol venir d’oriente innanzi al sole, Che s’accompagna volentier con ella, Cotal venia ; ed or di quali scole Verrà il maestro, che descriva appieno Quel, ch’ i’ vo’ dir in semplici parole ? Era dintorno il ciel tanto sereno, Che per tutto ’l desio ch’ardea nel core L’occhio mio non potea non venir meno. […] Dopo a tutti venia il Pentimento colmo di dolore, rinvolto in lacero bruno, il quale, addietro volgendosi, scorgea venir da lungi la Verità, non meno allegra che modesta, nè meno modesta che bella.