Infatti Non è chi sia nel mondo peggio visto D’un che rapporta ciò che sente e vede…. […] Poiché non prima al di mostra il vivace Suo viso primavera, e il genïale Alito di Faonio era diffuso, L’aerio volator che in cor ti sente, Te, o Diva, tosto e il tuo venir festeggia ; Salta il gregge ferin ne’ lieti paschi, E traversa le rapide correnti ; Tale, a’ tuoi vezzi preso e alle lusinghe, Ovunque trarlo vuoi, cupidamente Te segue ogni animante, e in mari e in alpe, Entro rapidi fiumi, ne’ frondosi Ritiri de’ volanti, e nelle verdi Campagne universal spirando amore, Fai si che d’una in altra si propaghi Stirpe la vita con accesa brama. […] Niccolini nell’Edipo : Dietro all’orme funeste Vengon l’insidie e l’ire, Pugne, ruine, incendj : Voi mille aspetti avete, e tutti orrendi : Feroce Aletto fra le dense schiere Un re tiranno, a lui sol nota, affronti : Nuovo pallor copre la faccia ; ei sente Il nume tuo presente ; Tu dalla mano incerta Togli l’insanguinato Scettro, e sul trono gli t’assidi al lato. […] 62 Dai profumi de’fior, Ligure ingegno, In un mar senza stelle e senza fondo Senti la sponda ormai vicina, e il regno Dell’uomo estese, e raddoppiògli il mondo. […] Non va co’suoi fratei per un cammino, Per lo furar frodolente ch’ei fece Del grande armento, ch’egli ebbe a vicino ; Onde cessâr le sue opere biece 84 Sotto la mazza d’Ercole, che forse Gliene diè cento, e non senti le diece.
Dimostrano di sentir poco l’armonia delle parole e del verso italiano quei poeti che invece di caos usano la licenza di scrivere caòsse e cào.
Ma ogni essere ragionevole sente la dignità dell’umana natura e riconosce in sè questa ingenita forza e facoltà di prestare o negare liberamente il suo assenso ; e sotto questo rapporto suol dirsi che si può esser liberi anche nella schiavitù.
In questi limiti il mito fu adottato volenterosamente e con piacere non solo dai nostri poeti, ma pur anco dagli eleganti dicitori e scrittori di prose ; e non è raro il sentir dire o leggere nei libri, che un’invenzione o una teoria uscì adulta e armata di tutto punto dalla mente del suo autore, come Minerva dal cervello di Giove.
Sappiamo infatti che anticamente nel tempo delle ecclissi lunari i popoli della Tessaglia facevano alti rumori con stromenti ed utensili di metallo per liberar di travaglio la Luna, credendo così d’impedire che essa sentisse le magiche parole degli stregoni ; che un esercito perdè la battaglia fuggendo spaventato per un’ecclisse di Sole che avvenne in quel tempo ; che anche i selvaggi dell’America nei primi tempi della scoperta del nuovo Mondo credettero che Colombo colle sue preghiere potesse far sì che si oscurasse e rasserenasse la faccia della Luna.
On sent que l’Elysée des Païens fut enfanté par la lassitude des embarras de la vie, qui n’imagina rien de mieux que les loisirs et le repos. […] L’homme mélancolique n’est jamais à l’extérieur un homme ardent ; sans doute il sent avec énergie, mais ses affections sont concentrées au fond de son ame, il est naturellement silencieux, rêveur, souvent sentencieux, parce qu’il pense profondément et qu’il souffre. […] Si l’ignorance ou l’oubli des usages anciens nous empêche de sentir le prix de quelques traits naïfs et vrais de leurs ouvrages, cette même ignorance nous y fait aussi trouver souvent des finesses et des délicatesses qui n’y sont pas.
« Che si sente il marito e la mogliera « Sempre garrir d’ingiurïosi detti ; « Stracciar la faccia e far livida e nera ; « Bagnar di pianto i geniali letti ; « E non di pianto sol, ma alcuna volta « Di sangue gli ha bagnati l’ira stolta. » 280.
Il mito di Titone, vecchio tutto rughe, non più capace d’ altro che di far sentir la sua voce, come una cicala, era un’ allegoria del giorno che è bello e fresco la mattina, poi dai dardi cocenti del sole vien fatto vecchio, secco e deforme. […] Quivi era viva la leggenda che egli fosse da principio pescatore; e che un giorno, fatta la sua pesca, avendo posto giù i pesci semivivi sull’ erba, vedesse con sua meraviglia che al contatto di un certa erba ripigliavan vita e risaltavan nel mare; allora mangiò egli stesso di quest’ erba e ne senti subito una tale sovreccitazione che si gettò in mare, dove benignamente accolto da Oceano e Teti, e purificatosi di tutte le debolezze umane, venne assunto tra gli Dei marini. […] Or ecco, in mezzo al suo abbattimento, sente risuonar le selve d’ un lieto frastuono, e presto vede con meraviglia accostarsi il corteo di Dioniso. […] Alla fine Elio che tutto vede e tutto sente, le rivelò la verità, nè tacque che Ade aveva rapito Persefone col consenso di Zeus.
Nel Canto xix del Purgatorio immagina di aver fatto un sogno, nel quale, per quanto parvogli, una donna « Io son, cantava, io son dolce sirena « Che i marinari in mezzo al mar dismago, « Tanto son di piacere a sentir piena.