Figli di essa e di Giove furono Ebe dea della gioventù, Vulcano dio del fuoco e della metallurgia e Marte dio della guerra.
Quindi un Nettuno dio delle acque ; un Eolo dei venti ; un Plutone in sotterraneo regno con la reggia di fuoco e eon fiumi che menavano fiamme. […] Ma i più sono di sentimento che questo Giove Ammone altro non sia che il dio Osiride (696, 697) degli Egiziani. […] è il dio Amore, egli stesso nel più bel fior dell’età ! […] Il dio Termine era onorato non solamente nei templi, ma più di tutto sui confini dei campi, ove il suo simulacro veniva sempre coperto di fiori. […] Ma Vertunno dio delle stagioni tentò ogni arte per indurla a sposarlo.
Dante nel primo Canto del Paradiso invocando Apollo dio della poesia, lo chiama padre ; e il Tasso ad Erminia fuggente fra l’ombrose piante fa chiamar padre il vecchio e saggio pastore che ella trovò in un casolare in mezzo alle selve.
L’appellativo poi di plutoniche derivato dal nome di Plutone dio dell’Inferno sembrerebbe che volesse indicare presso a poco le stesse qualità delle roccie vulcaniche ; ma siccome l’Inferno dei Pagani non consisteva soltant o nel Tartaro, luogo di pena, nè le pene eran tutte di fuoco, perciò i geologi chiamaron plutoniche quelle roccie che erano affini in alcuni dei loro caratteri alle vulcaniche, ma ne differivano in altri, accostandosi più alle materie o roccie sedimentarie.
Apoteosi (apo, da, theós, dio, gr.), deificazione ; cerimonia con la quale gli eroi, gl’ imperatori e i poeti eran collocati dopo morte fra i Numi.
La parola Erme fu poi usata in greco e in latino a significare il busto del dio Mercurio posto sopra una colonnetta ; e in questa stessa significazione si adopra tuttora in italiano, ma estendendola a indicare qualunque busto di Dei o d’uomini, posto egualmente sopra una piccola colonna.
Non dovrà dunque recar maraviglia che per associazione d’ idee Apollo fosse riguardato ancora come dio della Musica e di tutte quelle altre belle arti speciali a cui presiedeva ciascuna delle nove Muse, delle quali egli era il maestro.
Tra queste erano le cene di Serapi, dio egizio, nelle quali, pe’gran fuochi che si facevano in cucina, slavano vigilanti le guardie del fuoco delte Sparteoli.