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11. (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Della mitologia in generale. » pp. 17-359

Da lui ha preso il nome il mese di gennaio, nel quale era celebrata la sua festa con offerte di datteri, di fichi e di miele. […] Le porte furon fatte di cipresso, tutto il resto di legno di cedro, e la statua di Diana fu gettata in oro. […] di leone e di toro. […] Spesso si contentavano delle offerte di latte, di frutta e di fiori. […] È rappresentato nella figura di un uomo nerboruto, pieno di forza, di statura alta e di buon colorito.

12. (1855) Della interpretazione de’ miti e simboli eterodossi per lo intendimento della mitologia pp. 3-62

Taluni, forse comparando questa ultima produzione con le altre nostre opere finora pubblicate, la troveranno di molto inferiore a’ quelle, e pregna di non pochi difetti, di aridezza di dettato, di povertà di concetti e d’immagina, e di altre cose non dissimili. […] Si volevano per compagni di Vulcano i Ciclopi di alta corporatura, con un solo occhio nella fronte, tutti intenti a fabbricare i fulmini di Giove nelle fucine di Lenno, di Sicilia, e di Lipari. […] si espongono e si interpetrano alcuni miti di lui una a’miti di Bellorofonte e di Cadmo. 57. […] Parleremo di lui come di un personaggio fantastico, e come di un personaggio allegorico. […] Come del pari si disse di Bellorofonte di aver morta la chimera dalla coda di serpe, dal petto di capra, indice della terra selvosa, e dal capo di leone sbuffante fiamme.

13. (1841) Mitologia iconologica pp. -243

I racconti di Piramo, e Tisbe, di Atalanta, ed Ippomene, di Paride, ed Elena, e di mille altri viziati stranamente ne’ loro affetti dal poter di questa Dea sono argomenti parlanti come della sfrontatezza di essa nell’agire, cosi di mia riserbatezza nel favellarne. […] Lo mirera fanciullo di senno, ma lo provera padre di vizii. […] Prese un dì le apparcnze di Beroc nudrice di quella, e nel petto la voglia le destò di vedere Giove in tutta l’aria di sua maestà. […] Se la terra variamente tra punge di vaghi obietti il suo seno, come non tempestar di fiori di questa Dea l’ammanto ? […] Costa ogni strofa di quest’Ode di dodici versi di questa natura, ed in tal modo rimati.

14. (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Indice alfabettico. » pp. -424

Belo, re di Tiro, e padre di Didone, 611. […] Canente, figlia di Giano e madre di Fauno, 300. […] Emone, figlio di Creonte re di Tebe, 510. […] Epafo, figlio di Giove e di Io, 90. […] Pasifae, moglie di Minosse II re di Creta, 415.

15. (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Appendice. » pp. -386

Ma i patrizj di Roma, sfrenati così nei loro vizj come nel loro potere, trovando la dottrina d’Epicuro tra l’arti della Grecia, ne attinsero un raffinamento di corruzione, di lusso e di crudeltà. […] Come ha trionfato di tanta rabbia ? […] In danno di chi ci aduniamo mai ? […] Ma di quanti anni non avrebbe poi avuto bisogno questo albero dei popoli prima di stendere i suoi rami di nuovo su tutte quelle reliquie ? […] Usavano i Gentili nei conviti cingersi il capo di ghirlande di fiori, in onore di Bacco e d’altrettali Divinità.

16. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXV. Bacco » pp. 161-172

Dopo di che lo consegnò alle figlie di Atlante perchè lo allevassero. […] Anche in italiano si dà elegantemente il nome di Orgie ai notturni stravizii di gozzoviglie e bagordi. […] Finsero che Bacco nei suoi viaggi di proselitismo enologico avesse trovato nell’isola di Naxo Arianna figlia di Minos re di Creta, abbandonata dal perfido Teseo che a lei doveva la sua salvezza dal labirinto e dal Minotauro. […] Le figlie di Mineo re di Tebe, conosciute comunemente col patronimico di Mineidi, ricusando di prender parte alle feste di Bacco per attendere alla loro occupazione di tesser le tele, fu detto che furono cangiate in vipistrelli 205) e i loro telai in ellera per castigo del disprezzo mostrato pel culto di Bacco. […] E Bacco in origine era simbolo soltanto del vino ; ma dopo tutte le favole che si raccontarono di lui, e specialmente dopo i fatti storici pur troppo veri degli stravizii ed eccessi dei Baccanali in onore di questo Dio, il nome di Bacco fu adoprato ancora come sinonimo di crapula e di gozzoviglia.

17. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLI. Perseo » pp. 309-316

Proseguendo ora il racconto mitologico delle gesta di Perseo, è da dirsi prima di tutto che dal sangue sgorgato dal teschio di Medusa nacquero molti orribili serpenti, e dal tronco o busto di essa uscì l’alato caval Pegaso, che servì poi sempre di cavalcatura a Perseo. […] Con questi due potentissimi aiuti, il Pegaso e il teschio di Medusa, divenne Perseo il più formidabile eroe dell’antichità, perchè egli solo più di qualunque esercito fornito di qualsivoglia arme più micidiale e diabolica valeva per velocità e potenza di mezzi di distruzione delle umane esistenze. […] Nel giardino di Boboli vedesi nella gran vasca detta dell’isolotto la statua di Perseo sul caval Pegaso e di Andromeda legata allo scoglio ; ma l’Orca è di così piccole dimensioni da render risibile la paura di Arianna di poter essere divorata da quel piccolo mostro poco più grosso di un granchio. […] Questi nomi dati dagli Antichi a cinque delle costellazioni boreali si conservano tuttora dai moderni Astronomi, i quali ci dicono pur anco di quante stelle è formata ciascuna di queste costellazioni, cioè Perseo di 6551 ; Andromeda di 27 ; Cefeo di 58 ; Cassiopea di 60, e il Pegaso di 91. […] Una di queste stelle di color cangiante è chiamata la Testa di Medusa.

18. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVI. Nettuno re del mare e gli altri Dei marini » pp. 173-183

Ma quanto erano scarsi di cognizioni positive e scientifiche, altrettanto erano ricchi di fantasia e d’invenzione. […] Perciò Nettuno si risolse ben presto a prender moglie ; e scelse per sua sposa la dea Amfitrite, figlia di Nereo e di Dori, e quindi nipote dell’Oceano e di Teti. […] Le si dà ancora un carro a conto suo, simile a quello di Nettuno, con un particolar corteo di Ninfe e di Tritoni. […] Doridi e Nereidi son nomi patronimici di quelle Ninfe che eran figlie di Dori e di Nereo. […] Proteo, secondo gli antichi Mitologi, era figlio dell’Oceano e di Teti, ed avea per ufficio di condurre a pascer le mandre di Nettuno, che erano composte principalmente di orche, di foche e di vitelli marini.

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