Folo stesso morì di una ferita, che gli aprì in una mano una freccia, la quale egli trasse dal corpo d’uno degli estinti suoi compagni. […] Ivi scavò una fossa, vi fece delle libazioni, e svenò un nero ariete e una pecora. […] L’una e l’altro sono animali fedelissimi. […] Appresso di se ha una colonna. […] In una mano ha un bastone, e nell’altra una face.
È questa una simbolica tutta propria dell’agricoltura. […] Quanto si disse di lei tutto era una simbolica. Ella rappresentavasi come una donna robusta e possente, onde dare una immagine della fermezza e stabilità della terra. Le si circondavano le tempia con una corona di quercia, per rammentare di essersi una volta gli uomini nudriti del frutto di questo albero. […] A Venere si dava per figlio il Dio Cupido, ed una a lei era venerato.
Sua vittima ne’ sacrificii era una capra. […] Al vedere ch’ egli era tutt’ altro, rimase attonita, il coltello le cadde a terra, e una scintilla del fuoco della lucerna caduta sopra una spalla’ di Amore il ferì. […] Avide di questo le sorelle una dopo l’ altra salirono lo scoglio, da cui Zefiro le avea portate al palagio di Amore, ed una dopo l’ altra da esso precipitarono. […] A Silvano offertasi una troia. […] Vuolsi ch’ egli perisse alla fine pel morso di una vipera.
Non Apollo e Nettuno soltanto, ma tutti gli Dei ne furono irritati, e mandarono una inondazione ed una pestilenza nella Troade. […] Era un tal nodo gordiano da non potersi sciogliere facilmente neppur da una Dea. […] Ma i Troiani non vollero rendere nè l’una nè gli altri. […] Poco dopo infierendo una pestilenza nel campo greco, fu creduta una vendetta di Apollo per l’insulto fatto al suo sacerdote. […] Livio, e che si ammetta tra i fatti istorici che Tarquinio Prisco avesse comprato da una donna misteriosa, creduta una Sibilla, i libri sibillini.
Non ostante questi mucchi di rovine non soffocarono la novella credenza che usciva dalla Giudea ; anzi ella vide in questo esterminio una prova della sua verità ; e Roma, dopo aver distrutto una nazione stanziata in un angolo dell’Asia, ebbe a combattere con una religione universale. […] Da questi cotanto uniti e disposti fino al morire, per questa ingiuria come vi è corrisposto, quando anche una sola notte con poche facelle potrebbe aprir la strada ad una larga vendetta, se fosse lecito a noi ricompensare il male col male ? […] Siamo un corpo unito dalla religione, e da una dottrina divina, e da una confederazione piena di speranza. […] Nel celebrare i misteri di Bacco secondo l’antica usanza fa d’uopo d’arrolare una legione di cuochi. […] I Preli o Presbileri, così chiamali da una voce greca, che suona vecchio.
Gl’animali inoltre da sacrificarsi nelle sue feste erano una bianca vacca, la scrofa, il montone, l’ Oca, e finalmente il Pavone. […] Rappresentasi ella sotto le sembianze di augusta matrona seduta su d’un carro tirato da leoni, tutta coronata di torri, con una chiave alla mano, ammantata d’una veste vagamente adornata di fiori, con un timpano al suo fianco, tutti simboli delle sue qualità. […] Quindi un Mosè, un Giosuè, un Davide, un Salomone, un Ezechia, un Tobia, e tanti altri, non che fra le donne istesse una Maria, un’ Anna, una Debora, una Giuditta par che altro mezzo non riconobbero, onde svegliare sempre più sensi di tenerezza, ed affetto nel cuore del gran Dio d’Israello se non diversi cantici comporre con divoti affetti in suo onore. […] Otto di questi versi, non soggetti però sempre a tal numero, costituiscono una strofa nel lor metro, di cui eccone l’esempio. […] Costa una tal sestina di sei ottonarii, de’ quali il primo rima col terzo, il secondo col quarto, ed ìl quinto col sesto.
Tanto è vero che è più facile perpetuare dieci errori o dieci pregiudizi che stabilire una verità ! […] Egli benediva gli eserciti ; e portava in capo una berretta fatta con la pelle di una pecora bianca, e con in cima un ramoscello d’ulivo legato con un nastro. […] Per quella di un esercito, alcuni soldati cinti d’alloro conducevano tre volte intorno all’esercito schierato in ordine di battaglia una pecora, una scrofa ed un toro, e gli immolavano con imprecazioni contro il popolo nemico. […] Un omicida non si poteva purificare da sè del suo delitto, e rieorreva a un saeerdote ehe lo bagnava di sangue, lo fregava eon l’ aglio, gli faeeva portare al collo una filza di fichi, e non gli permetteva d’ entrare nei templi se non che dopo una eompleta espiazione. […] Ufiziale armato di un fasciu di verghe cun una scure nel mezzu, destinato a scurtare i cunsoli ec.