E non adempiamo che in parte alle nostre promesse, non dandoue che un saggio, lasciando a gli altri ciò che non abbiamo saputo, o non abbiamo voluto far noi. […] Agostino v’intende non altro che la parola. 27. […] Queste e molte altre cose, che si dicono di Saturno, tutte si rifescono ai semi — Ei non era che il simbolo del tempo, che tutto genera, strugge e riproduce. […] È detto ancora μιακητας, che significa muggire, voce propria dei bovi, alludendosi al fremito che dà il mare in procella. […] A Vesta si consacrava un fuoco perenne, e ciò per dinotare, che ella stessa era questo fuoco, o che ella ne fosse la cagione, e che quasi sia nato per suo potere.
Euristeo intimò ad Ercole, che lo uccidesse. […] Questi dichiarò ad Enea, che sarebbe arrivato in Sicilia ; che sarebbe disceso nell’Inferno ; e che dove avrebbe trovato una scrofa con trenta figliuoli, avrebbe fabbricato una città. […] Esse esprimono le tre sorta di benefattori : quelli che beneficano, quelli che contraccambiano, e quelli che fanno l’una e l’altra cosa. […] La corda indica, che gli Adulatori traggono, ovunque vogliono, coloro, che volentieri li ascoltano. […] Talvolta tiene un piede sulla prora d’un naviglio : lo che dà a conoscere, che questa Dea esercita il suo dominio tanto sulla terra, che sul mare.
Il loro nome derivano gli uni da un verbo greco che vuol dire « piovere »; altri ricordando che dai Latini eran dette Suculae, porcellini, lo connettevano col nome che significa « porco »; e pensavano che la celeste costellazione fosse stata immaginata come una mandra di porcellini, che sarebbe simbolo di fecondità. […] È però da notare che le feste italiche non avevano quel carattere romoroso ed orgiastico che il culto di Dioniso ebbe in Grecia. […] Alla fine Elio che tutto vede e tutto sente, le rivelò la verità, nè tacque che Ade aveva rapito Persefone col consenso di Zeus. […] Ecco altri aspetti che rendevan venerando questo iddio, che perciò chiamavasi Plutone o Pluteus, colui che fa ricchi. […] Il bidente che si vede in alcune statue non è che un’ aggiunta degli artisti moderni latta per analogia del tridente di Posidone.
Da questo pensarono essi, che pendeva ogni cosa, e che nessun mezzo vi era per eluderne la forza. […] Porta in mano uno specchio per additar, che essa non può esser guardata, che da se stessa soltanto. […] Noi adunque, che figli siamo di quel Dio, che al dir dell’ Apost. 1. […] Nel secondo il primo, che è piano rima col terzo della sua stessa natura, non altrimenti che il secondo, che è tronco rima col quarto. […] Vero è che tale ritmo sovente si adatt
Onde, essendo che gli uomini odiano senza che ad essi noto sia che cosa sia quella che hanno in odio, non può egli essere che essi medesimi odiino ciò che non debbono ? […] Poichè tutti coloro che per lo passato odiarono, non sapendo ciò che fosse lo scopo dell’odio loro, subito che abbandonarono l’ignoranza, parimente cessarono d’odiare. […] Ma non fia mai che una setta, che ha del divino, con fuoco umano vendichi i suoi torti, e che si dolga di soffrire quel male, il quale fa prova della sua virtù. […] Se non che, secondo la dottrina nostra, si stima più lecito l’essere ucciso che l’uccidere. […] In che modo di questo ci fate rei, che pure con voi viviamo, che abbiamo il vitto ed il vestire stesso e le medesime necessità della vita ?
Inoltre gli attribuirono un figlio che fu il più valente medico sulla Terra, e dal quale nacque una figlia che fu la Dea della Salute. […] Consentì per altro che fosse trasportato in Cielo e divenisse un Dio, che i popoli molto volentieri adoravano e a cui raccomandavansi nelle loro infermità. […] Apollo rappresenta il principio generale delle forze della natura, che sono il primo e più sicuro fondamento della conservazione della salute ; Esculapio la scienza medica che fa l’applicazione delle cognizioni teoriche all’arte salutare, ed Igiea la conseguenza che ne deriva, che è la più felice e la più durevole conservazione della salute. E per indicare che non sempre l’arte medica può ottenere quest’utile effetto che è lo scopo delle sue cure, fu aggiunto che Esculapio, a richiesta di Plutone, morì fulminato da Giove : il che evidentemente significa, che la suprema legge della natura, quando ha decretato la dissoluzione dei corpi anche meglio organizzati, rende nulla la scienza e l’arte degli uomini. […] È noto a chiunque ha studiato Geografia, che Tolomeo ammetteva il movimento del Sole intorno alla terra, e Copernico dimostrò che in natura accade l’opposto.
In fatti a che servirebbe l’oro senza i frutti della Terra ? […] Asserivano i mitologi che le Parche avevano l’ufficio di determinare la sorte degli uomini dal primo istante della nascita a quello della morte ; e che ne dessero indizio con un segno sensibile singolarissimo, ma invisibile ai mortali, cioè per mezzo di un filo di lana, che esse incominciavano a filare quando nasceva una persona, e che recidevano, quando quella persona doveva morire. […] E dovendo le Parche far questo lavorìo per ogni persona che veniva al mondo, non mancava loro occupazione : quindi Dante per contraddistinguere una di esse Parche senza nominarla, usò questa perifrasi : colei che di e notte fila, supponendo che tutti i suoi lettori sapessero bene la Mitologia, e che perciò capissero che egli intendeva di parlare di Làchesi. […] Ebbero anche il titolo di Eumenidi, che vorrebbe dire benevole o placabili, dopo che scongiurate con sacri riti lasciarono quieto Oreste. […] È facile l’indovinare che introducendole nell’Inferno dei Cristiani non conservasse loro il grado di divinità che avevano in quello dei Pagani.