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11. (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo II pp. 3-387

Giasone avido di gloria, si acciuse al proposto cimento. […] Ercole affidò Dejanira al Centauro, indi si abbandonò intrepido al fiume. […] Esso consisteva nel fargli due sacrifizj, l’uno al nascere, e l’altro al tramontare del Sole. […] Ordinò al suo coppiere, Pontonoo, di mescere olce vino ; bevuto il quale, Arete ricercò al Greco ospite chi egli era. […] Vicino al predetto tempio eravi una fontana, sacra allo stesso Anfiarao, e da cui, credevasi, che fosse asceso al Cielo.

12. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489

Ne fece lavare l’insanguinata tunica o camicia, e insieme con altre vesti la mandò al marito. […] In tal modo l’accorta ed affettuosa moglie tenne a bada i Proci sino al ritorno di Ulisse. […] Però è da notare che il parafulmine della cupola si eleva molto al di sopra degli altri. […] Essi conservarono al poema di Omero il greco titolo di Odissea, e diedero al protagonista di esso il nome di Ulisse ; e così fecero e fanno gl’Italiani. […] Perciò Dante, parlando di Didone, disse di lei che ruppe fede al cener di Sicheo.

13. (1855) Della interpretazione de’ miti e simboli eterodossi per lo intendimento della mitologia pp. 3-62

Le orgie di lui celebravansi al suono strepitoso di cembali e di tamburi, per indirare il tumulto degl’ubbriachi. […] Gli posero le ali a’piedi e al capo, chè il parlare va rapido per l’aria. […] Combatte inoltre contro questo toro, ed uccide lo avoltoio, che divorava il fegato a Prometeo — risponde al passar del sole nell’Aquario ; e ciò era indicato dall’avoltoio posto nel Cielo a fianco della costellazione detta Prometeo, nel tempo stesso che il toro celeste, nominato toro di Pasife e di Maratona culminava al meridiano, e al tramonto del cavallo Orione, o di Pegaso. […] Veste inoltre, per fare un sacrificio, una tonica sparsa di sangue di un Cintauro, che fu morto da lui stesso al guado di un fiume, e questa tonica, lo brucia e lo consuma, e così compie il corso di sua vita — risponde al passar del sole nella costellazione del Cancro l’ultimo mese al tramonto del fiume Aquario, e del Cintauro, che sacrifica su di un’altare al levarsi del Pastore e della sua gregge, e quando Ercole declina verso le regioni occidentali, che van denominate Esperia, seguito dal Dragone del polo, custode dell’ Esperidi. […] Già tu pure in qualche parte conosci ancora questa : ciascuna parte e di quà e di là ha due facciate, tra le quali l’una ha le mire al popolo, l’altra al lare.

14. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — V. Urano e Vesta Prisca avi di Giove  » pp. 25-27

Così, trovando il terreno preparato e disposto al fantastico e al maraviglioso, personificarono quasi tutti gli oggetti e i fenomeni dell’Universo, e primo d’ogni altro il Cielo, che perciò fu detto il più antico degli Dei. Personificato il Cielo, ossia considerato come una persona divina, si pensò a personificare analogamente le altre parti o forze dell’Universo ; e poi perchè queste divine persone riuscissero intelligibili e paressero possibili al volgo, attribuirono ad esse bisogni, abitudini, idee e passioni come alle persone di questo mondo. […] Titano in prima, e poi un suo figlio chiamato Iperione ebbero l’ufficio di guidare il carro del Sole per distribuire la luce al mondo ; perciò i nomi di Titano e di Iperione si trovano usati in poesia come sinonimi del Sole. […] Credendo per altro che esistesse anche in Cielo il diritto di primogenitura 20, a subentrare nel regno sarebbe toccato regolarmente al primogenito, cioè a Titano. […] I moderni astronomi, che seguendo il sistema Copernicano abolirono anche le sfere, non che il loro movimento intorno al nostro globo, diedero il nome di Urano al pianeta scoperto da Herschel nel 1781, imitando così gli antichi astronomi, che ai pianeti più vicini al centro del loro sistema planetario avevano dato il nome dei principali figli di Giove, e al più lontano quello del padre di esso, cioè di Saturno ; perciò al pianeta che è più lontano di Saturno assegnarono il nome del padre di questo, cioè di Urano.

15. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVII. I Mostri marini Mitologici e Poetici » pp. 184-194

« Così chi nelle mine il ferro adopra, « La terra, ovunque si fa via, sospende, « Che subita ruina non lo cuopra, « Mentre mal cauto al suo lavoro intende. […] « Come si può, poi che son dentro al muro « Giunti i nimici, ben difender rocca, « Così difender l’Orcá si potea « Dal paladin che nella gola avea. […] « Rimbombano al rumor che intorno s’ode « Le selve, i monti e le lontane prode. « Fuor della grotta il vecchio Proteo, quando « Ode tanto rumor, sopra il mare esce ; « E visto entrare e uscir dall’Orca Orlando, « E al lido trar sì smisurato pesce, « Fugge per l’alto Oceano, oblïando « Lo sparso gregge : e sì il tumulto cresce, « Che fatto al carro i suoi delfini porre, « Quel dì Nettuno in Etiopia corre. […] In tutto il rimanente questa descrizione par tratta da qualche libro moderno di Storia Naturale, sol che all’àncora si sostituisca il rampone al quale è attaccata la lunga fune che si tiene fissata alla nave, e se è possibile anche alla spiaggia.

16. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIX. Plutone re dell’ Inferno e i suoi Ministri » pp. 203-215

Lo stesso Omero dice chiaramente che quelle infernali regioni, oltre ad esser prive della luce del Sole, erano orrende anche al guardo del Cielo (Iliade, xx), cioè facevano orrore anche agli Dei. […] Era inoltre al pari degli altri Dei sottoposto al Fato, ed anche al suo maggiore e più potente fratello Giove. […] Generalmente qualunque poeta in questa vastissima regione immaginaria crede di avere scoperto qualche cosa di nuovo, e non la nasconde al lettore ; ed anche i pittori si sbizzarriscono a rappresentare il Sonno ed i Sogni secondo la loro fantasia ; e lo stesso Vasari, ne ragiona ex-cathedra nelle sue Vite. […] Gli astronomi diedero il nome di Proserpina al 26° asteroide scoperto da Luther il 5 maggio 1853 ; ed in appresso avendone scoperti tanti altri (che sinora sono giunti a più di 130), hanno saccheggiato la Mitologia e adottato perfino il nome dell’orrida divinità infernale Ecate per darlo al 100° pianeta telescopico. […] « Poco il veder lui cieco ne conforta, « Quando fiutando sol, par che più faccia, « Ch’altri non fa ch’abbia odorato e lume ; « E bisogno al fuggire eran le piume.

17. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXV. Bacco » pp. 161-172

Accompagnato da una turba magna di zelanti seguaci di ambo i sessi percorse la terra sino alle Indie, e conquistò facilmente al suo culto anche questa regione. […] Cangiò in delfini alcuni marinari che si opponevano al suo culto. […] Così sostituirono un miracolo mitologico al miracolo fisico della natural formazione delle pepiti e delle auree vene nel sen della terra. […] Tutti seppero e sanno, e gli antichi e i moderni, o storicamente o per pratica che le uve non maturano nei luoghi freddi ed esposti al nord, e generalmente in nessuna posizione ed esposizione al di là del grado 50 di latitudine207). […] Si noti però che la vite non ama neppure l’eccesso del caldo ; e i limiti naturali fra cui prospera sono dal 30° al 50° di latitudine.

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