Considerato Apollo come il Dio del Sole, chi è che non l’abbia veduto dipinto da più o men valenti pittori come un giovane imberbe di bellissime forme, cinto la fronte e il volto di un’aureola di fulgentissimi raggi, su di un cocchio d’ oro e di gemme107), in atto di guidare con mano ferma e sicura quattro focosi destrieri per le vie del firmamento, e circondato da dodici avvenenti ninfe piè-veloci, che intreccian carole intorno al suo carro ?
Le statue che si ponevano sulle vie a guisa di termini erano dette Mercurii dai Romani, ed Ermi dai Greci, che tale è il nome di Mercurio in quella lingua. […] Ne paga di ciò Medea, per isfogare vie più il suo furore scannò atrocemente sotto agli occhi di Giasone medesima i due figli che da esso avea avuti, indi salita sul carro tirato da’ draghi fuggì in Atene, ove divenuta moglie di Egeo padre di Tesèo partorì Medo, che poi diede il nome alla Media. […] Gli altri tutti sparsi per le case e per le vie, uccidendo, predando, incendiando ridussero quella città già sì florida e sì possente a un mucchio di sassi e di cenere.
…..car toute génération qui surgit n’est que le corallaire de celle qui expire et le prélude d’une autre qui va naître — La vie est séminaire de la mort : la mort est la nourrice de la vie. […] Questi, temendo che Androgeo, forte di tutte le simpatie che si era guadagnate, non avesse voluto detronizzarlo, lo fece uccidere a tradimento in una delle più deserte vie di Atene. […] Ma gli altri Titani, gelosi della preferenza ottenuta da Iperione, uccisero i figli di Basilea, la quale impazzì pel dolore e con le chiome disciolte, ballando e gridando, corse per le vie empiendo di compassione quanti la videro.
Numerosi al pari degli Dei erano gli altari, e Virgilio ci mostra larba, il barbaro rivale di Enea, che cento, così traduce Annibal Caro, « N’avea sacrati, e di continui fochi Mantenendo agli Dei vigilie eterne Di vittime, di fiori e di ghirlande, Gli tenea sempre riveriti e colti. » Oltre l’esser nei capistrada delle città, nelle vie maestre, nei circhi, negli stadj, si vedevano pure nei teatri. […] Scorron solo le navi il mare; i tori Premon le vie dell’Oceano? […] In mezzo alle tebane vie, Ripiena il petto di furor presago. […] Ahi: trionfo miglior fora una donna Per quelle vie che incatenato scorse Giugurta. […] Col nome di Parrasio s’onorava Apollo in Arcadia; Agieo fu detto dalle vie, e così lo nomina Orazio in un’Ode, di cui vi ho letta la traduzione.
Le statue che si ponevano su le vie a guisa di termini or con tre teste ed or con quattro facce erano dette Mercuri da’ Romani, ed Ermeti dai Greci, che tale è il nome di Mercurio in quella lingua. […] Nè paga di ciò Medea per isfogare vie più il suo furore uccise essa stessa colle proprie mani sotto gli occhi di Giasone i due figli che da lui aveva avuti e predisse al traditore marito che dopo aver vissuto molto tempo tormentato dal peso delle sue sventure, egli perirebbe colpito dagli avanzi del vascello degli Argonauti, ciò che gli accadde in fatti.
. — Altri poi per altre vie cercarono un a soluzione soddisfacente. […] Onde l’ uso e la denominazione delle erme, ossia di quelle pietre quadrate, sormontate da una testa o anche da due addossate, che si collocavano nei crocicchi e nelle vie principali in omaggio del Dio e a indicazione delle strade ai viatori. […] Segnatamente si avevano per sacri a Giano quegli archi che erano nelle vie o nei crocicchi più frequentati e avevano due o più porte.