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9. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489

Perciò questi due fratelli, oltre all’esser rappresentati con cavalli bianchi e con un’asta in mano, si vedono spesso, specialmente in pittura, con una stella sopra la fronte. […] Questa distinzione che riconoscesi più d’una volta nelle espressioni di Virgilio fu adottata dall’Alighieri nelle due terzine citate di sopra. […] Sulla scelta di questa decideva la sorte, la quale dopo qualche anno cadde sopra Esìone figlia dello stesso Laomedonte. […] Anche chi non abbia prima d’ora letto l’Iliade, potrà, dopo l’introduzione da me fatta di sopra a questa lettura, intender tutto il poema senza fatica. […] Però è da notare che il parafulmine della cupola si eleva molto al di sopra degli altri.

10. (1874) Ristretto analitico del dizionario della favola. Volume I pp. -332

Noi fabbrichiamo sopra i sepolcri dei nostri padri, le generazioni future s’impazientano di fabbricare su quelli di noi. Cenere sopra cenere ; e l’universo si allarga e si feconda per questi incessanti alluvioni della morte. […] Vedi come sopra. […] Aloidi. — Nome di due fra i più formidabili e famosi giganti che imponendo montagne sopra montagne dettero la scalata al cielo. […] Armata Venere. — Sotto questa denominazione i Lacedemoni adoravano Venere in memoria della vittoria che le loro donne avevano riportata sopra i Messeni.

11. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — X. Cerere dea delle biade e Proserpina sua figlia » pp. 48-54

I Latini per altro non ammettevano che a loro avesse insegnato l’agricoltura Trittolemo e neppur Cerere, ma invece lo stesso Saturno, padre di lei (come dicemmo parlando di questo Dio), e perciò affermavano la lor priorità sopra i greci nell’arte di coltivar la terra. […] Dante stesso nel descrivere il Paradiso terrestre accenna questo mito, e dice alla bella Matelda, « ………… (che si gìa « Cantando ed iscegliendo fior da fiore, « Ond’era sparsa tutta la sua via), « Tu mi fai rimembrar dove e qual’era « Proserpina nel tempo che perdette « La madre lei, ed ella primavera. » A questo punto cederò la parola all’ Ariosto, la cui splendida poesia è facile ad intendersi come la prosa : « Cerere poi che dalla madre Idea52 « Tornando in fretta alla solinga valle « Là dove calca la montagna Etnea « Al fulminato Encelado le spalle, « La figlia non trovò dove l’avea « Lasciata fuor d’ogni segnato calle ; « Fatto ch’ebbe alle guance, al petto, ai crini « E agli occhi danno, alfin svelse due pini ; « E nel fuoco li accese di Vulcano « E diè lor non poter esser mai spenti ; « E portandosi questi uno per mano « Sul carro che tiravan due serpenti, « Cercò le selve, i campi, il monte, il piano, « Le valli, i fiumi, gli stagni, i torrenti, « La terra e ’l mare ; e poi che tutto il mondo « Cercò di sopra, andò al tartareo fondo53. » Cerere per altro non pensava nemmen per ombra di dover cercar la figlia nel tartareo fondo, ossia nell’ Inferno, se non era la ninfa di una fontana chiamata Aretusa, le cui acque scorrevano sotto terra, che le avesse significato di aver veduto Proserpina piangente e spaventata, in un carro ferrugginoso tirato da neri cavalli guidati e spinti precipitosamente da Plutone per le vie sotterranee verso le regioni infernali. […] Tutta questa immaginosa invenzione significa che Proserpina figlia di Cerere simboleggia le biade, le quali stanno sei mesi sotto terra e sei mesi sopra terra. […] Queste due ottave son poste dall’ Ariosto a modo di similitudine, come s’intende dall’ottava che segue : « Se in poter fosse stato Orlando pare « All’ Eleusina Dea come in desio, « Non avria, per Angelica cercare, « Lasciato o selva o campo o stagno o rio « O valle o monte o piano o terra o mare, « Il Cielo e ’l fondo dell’eterno oblìo ; « Ma poichè ’l carro e i draghi non avea, « La gìa cercando al meglio che potea. » Un’infinità di esempii, simili a quelli sopra citati di Dante e dell’ Ariosto, dimostrano come e quanto graziosamente i nostri sommi poeti si servano della Mitologia per ornamento del linguaggio poetico.

12. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVII. I Mostri marini Mitologici e Poetici » pp. 184-194

« Sì che nè più si puon calar di sopra, « Nè alzar di sotto le mascelle orrende. […] « Dal dolor vinta, or sopra il mar si lancia, « E mostra i fianchi e le scagliose schiene ; « Or dentro vi s’attuffa, e con la pancia « Muove dal fondo e fa salir l’arene. […] « Fuor della grotta il vecchio Proteo, quando « Ode tanto rumor, sopra il mare esce ; « E visto entrare e uscir dall’Orca Orlando, « E al lido trar sì smisurato pesce, « Fugge per l’alto Oceano, oblïando « Lo sparso gregge : e sì il tumulto cresce, « Che fatto al carro i suoi delfini porre, « Quel dì Nettuno in Etiopia corre. […] E vero del pari che la Balena : « Dal dolor vinta, or sopra il mar si lancia « E mostra i fianchi e le scagliose schiene ; « Or dentro vi si attuffa, e con la pancia « Muove dal fondo, e fa salir l’arene « Con mille guizzi e mille strane ruote. » E vero altresì che dal rampone e dalla fune « ………. scior non se ne puote ; » e che finalmente, esaurite le forze, muore la Balena « E pel travaglio e per l’avuta pena. » 234.

13. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXV. Bacco » pp. 161-172

Ma qui cederò la parola al Poliziano, che maravigliosamente in due sole ottave di versi endecasillabi sdruccioli non solo descrive, ma dipinge il corteo di Bacco : « Vien sopra un carro, d’ellera e di pampino « Coperto, Bacco il qual duo tigri guidano ; « E con lui par che l’alta rena stampino « Satiri e Bacche ; e con voci alte gridano. […] Anche le Baccanti avevano altri nomi, cioè di Menadi, Tiadi, Bassaridi ; il primo dei quali significa furenti, il secondo impetuose, ed il terzo è derivato da uno degli appellativi di Bacco accennati di sopra. […] Dante assomigliò la potenza del riso di Beatrice su di lui all’effetto dei fulmini di Giove sopra Semele : « Ed ella non ridea : Ma, s’io ridessi, « Mi cominciò, tu ti faresti quale « Semele fu, quando di cener fessi. » (Parad. […] Il nome nebris, nebridis si trova usato nel senso detto di sopra dai poeti latini Stazio e Claudiano : « Nebridas et fragiles thyrso portare putastis « Imbellem ad sonitum. » (Stat.

14. (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Appendice. » pp. -386

Intanto questi errori dominarono per molti secoli sopra la faccia della terra, e contaminarono le menti di popoli che pur giunsero ad avere splendida civiltà ; laonde non breve fu la lotta che la verità del Cristianesimo dovè sostenere contro di essi. […] l’eccidio di Gerusalemme parve la vittoria del politeismo sopra il culto d’un solo Dio. […] Tutte queste opere, e sopra ogni cosa la carità che è tra noi, ci rende appresso alcuni degni di biasimo. […] Tutto quello che puossi congetturare si è, che dopo lunghe guerre civili, e dopo un generale sommovimento da durare più secoli, la stirpe umana si sarebbe ridotta a prochi uomini erranti sopra rovine. […] Anche umanamente parlando, il suo passaggio sopra la terra è il più grande avvenimento che avesse mai luogo fra gli uomini, poichè la faccia del mondo cominciò a rinnovarsi dopo la predicazione dell’Evangelio.

15. (1897) Mitologia classica illustrata

Maria sopra Minerva a Roma e conservata nel Museo Vaticano. […] Era questa la statua eretta a ricordo della vittoria riportata da Demetrio Poliorcete sopra Tolomeo I (306 av.  […] E nel profondo del mare si pensava che abitasse in uno splendido palazzo; e di là movesse su un cocchio tirato da terapestosi cavalli, dall’ unghie di bronzo, per scorrere sopra i flutti. […] Finalmente si convenne che per due terzi dell’ anno Persefone tornasse sopra la terra ad allietare della sua presenza la madre, e il resto dell’ anno vivesse in inferno col suo sposo e signore. […] La Dea lo ungeva d’ ambrosia e tenendolo tra le sue braccia gli soffiava sopra, e nottetempo, celandosi allo sguardo dei genitori, lo mette va nel fuoco per purificarlo.

16. (1855) Della interpretazione de’ miti e simboli eterodossi per lo intendimento della mitologia pp. 3-62

L’ambizione del parto ingegnoso portavali tanto appresso a loro numi, quanto l’ammirazione sopra il rimunente del volgo. […] E Giamblico portando in mezzo le autorità dei più saggi sacerdoti Egizii, vuole che la religione e le favole di loro si raggirassero sopra il levarsi de’pianeti, delle stelle e delle costellazioni. […] Altri non meno spiegando i miti e le favole per mezzo di caratteri astronomici, e supponendo a un tempo alcune intelligenze unite a corpi celesti, ed un’anima sparsa dappertutto e motrice della natura, che da Pitagorici era detta anima del mondo, che con un’antico emanatismo volevano uscita dal seno della istessa divinità, anima variante di forme allo infinito, secondo i diversi effetti di che volevano esser ella produttrice, e secondo gli esseri diversi da lei usciti, tutta sopra queste intelligenze e sopra questa anima del mondo vanno raggirando la teogonia degli antichi poeti. […] Ed è chiamato Plutone, che oltre il significato detto di sopra, tutte le cose, quando son vicine alla dissoluzione, finalmente ritornano a lui, alla terra, e vengono sottoposte al suo imperio. […] Gli Stoici ammettendo un’aria diffusa per tutto lo universo, dicevano di esser ella un fuoco sottile ed etereo al di sopra dei pianeti e delle stelle.

17. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XX. Mercurio » pp. 123-131

La parola Erme fu poi usata in greco e in latino a significare il busto del dio Mercurio posto sopra una colonnetta ; e in questa stessa significazione si adopra tuttora in italiano, ma estendendola a indicare qualunque busto di Dei o d’uomini, posto egualmente sopra una piccola colonna. […] « Te boves olim nisi reddidisses « Per dolum amotas, puerum minaci « Voce dum terret, viduus pharetra « Risit Apollo. » (Hor., ut sopra.)

18. (1841) Mitologia iconologica pp. -243

Queste strane metamorfisi però perche menano a corrompere la fantasia piuttosto, che ad illustrare l’ intelletto in necessarie cose, perciò trattovi sopra un pudico velo sotto silenzio religioso le passo(1). […] Sebbeno la occupazione più ordinaria di questa Dea fosse stata la caccia, come sopra si è detto, per cui qual principal divinità de’cacciatori era comunemente riguardata sotto il nome di Diana ; in questo sol ristretto però non era il suo ammirabil potere. […] Pingesi ordinariamente assisa sopra un carro tirato da Cervi in abito sciolto, si ma decente affibiato al suo petto con pelle cervina, con un arco in mano, con turcasso armato di frecce sospeso alle spalle, circondata dalle sue Ninfe al par di essa similmente agguernite, di statura però men maestosa della loro Dea, come chiaramente cel descrive l’Epico Latino. […] La poesia al par della elequenza, certa e determinata materia non mai riconosce, quindi come questa assoggetta al suo impero ogni cosa, così quella sopra di tutto estende ampiamente i suoi vanni. […] Ia questo metro suol rimare il secondo col terzo verso rimanendo il primo libero, ed il quarto ossia il tronco obbligato come sopra si è detto.

19. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IX. Vesta Dea del fuoco e le Vestali » pp. 44-47

I voti e gli obblighi che riguardavano l’interesse pubblico erano quei due indicati di sopra ; e severissime le pene minacciate ed inflitte per la violazione di quelli. […] Alcuni autori dicono che la Vestale colpevole era calata in una stanza sotterranea nel campo scellerato, e postole appresso un pane, un vaso d’acqua ed un lume, vi era chiusa ermeticamente e abbandonata senz’altro al suo orribile destino. — Questo modo però potrebbe far sospettare il caso probabile che qualcuno andasse segretamente a liberarla e la tenesse altrove nascosta o incognita pel rimanente dei suoi giorni. — Altri poi asseriscono che si calava nella solita stanza sotterranea, ma subito dopo le si gettava sopra tanta terra da riempire tutto il sotterraneo ; e la morte così era inevitabile, ma meno crudele e orribile che nel primo caso.

20. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IV. Una Divinità più potente di Giove » pp. 20-24

Rappresentavasi come una donna stante in equilibrio con un sol piede sopra una ruota o un globo, per indicare la facile sua mutabilità. Le si dava inoltre il cornucopia da cui spargeva inesauribilmente frutti e fiori sopra la Terra, per significar le ricchezze che dispensava ai mortali16.

21. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIII. Difetti e vizii del Dio Giove » pp. 69-72

Questo è l’ordito della favola, secondo i più ; ma poi vi si fanno sopra tanti ricami e intorno intorno tante aggiunte e frangie, da tener lungamente occupato chi volesse darne di tutte la descrizione e la spiegazione : è questo l’argomento prediletto non solo dei poeti, ma pur anco di molti filosofi nostri e stranieri. […] Se Giove in questo mito, sì riguardo a Prometeo che a Pandora e al genere umano, non fa la più bella figura, come abbiam notato di sopra, nei suoi doveri poi, che diremmo domestici, vale a dire di marito e di padre, è anche più biasimevole.

22. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XL. Osservazioni generali » pp. 304-308

E quanto alla sapienza di quell’epoca ottennero lode sopra gli altri i fondatori delle religioni e delle città. […] Servio nel commento all’egloga 4ª di Virgilio deduce il nome di Heros da Hera significante, secondo esso, la Terra : quindi Eroe, secondo Servio, corrisponderebbe a Indigete, che abbiamo detto di sopra significare indes genitus cioè è terra genitus.

23. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVI. Le Ninfe » pp. 279-284

Amadriadi poi è un greco vocabolo composto, che significa insiem colla quercia, o come si è detto di sopra, coll’albero ; e davasi questo titolo a quelle Ninfe la cui esistenza era legata alla vita vegetativa di una data pianta ; inaridendosi la quale, oppure essendo recisa o arsa, periva ad un tempo la Ninfa Amadriade. — Questi termini essendo significativi degli attributi speciali di quelle Ninfe a cui erano assegnati, conviene che li tengano a memoria anche coloro che non studiano le lingue dotte, perchè li adoprano non solo i poeti greci e i latini, ma altresì, benchè più di rado, gl’ italiani. […] Anche la Ninfa Galatea è molto rammentata, specialmente dai poeti latini, come una delle più belle Ninfe ; e dicono che se ne fosse invaghito quel mostruoso gigante Polifemo che fu re dei Ciclopi ; ma vedendosi preferito il pastorello Aci, lo uccise gittandogli sopra dall’ alto di un monte un macigno.

24. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIX. Eolo e i Venti » pp. 295-

« Ma la possa maggior del padre eterno « Provvide a tanto mal ; serragli e tenebre « D’abissi e di caverne e moli e monti « Lor sopra impose ; ed a re tale il freno « Ne diè, ch’ei ne potesse or questi or quegli « Con certa legge o rattenere o spingere. […] « Ed ei lor sopra realmente adorno « Di corona e di scettro, in alto assiso « L’ira e gl’impeti lor mitiga e molce.

25. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XV. Giunone regina degli Dei e Iride sua messaggiera » pp. 79-85

Iride si chiama in Anatomia quella membrana circolare che è situata sopra l’umor cristallino dell’occhio, ed ha appunto questo nome dalla varietà dei suoi colori, ed è quella che determina il colore particolare degli occhi di ciascuno ; e col derivativo Iritide chiamasi in Patologia qualunque affezione morbosa di quella membrana dell’occhio, e più specialmente l’infiammazionè della medesima. […] Newton sullo scorcio del secolo xvii fu il primo a distinguere che la luce solare era composta di un infinito numero di raggi di differenti gradi di rifrangibilità, e che allorquando questa luce è fatta cadere sopra un prisma, i raggi che la compongono son separati, e presentano per ordine questi sette colori, cominciando da quello meno refratto, cioè : rosso, arancio, giallo, verde, turchino, indaco e violetto.

26. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXI. Il Genio e i Genii » pp. 232-241

Abbiamo veduto di sopra, che i Genii dei Latini corrispondevano ai Dèmoni dei Greci : eran molto diversi i vocaboli per la loro etimologia, ma gli esseri per quelli significati nulla differivano secondo le opinioni religiose e filosofiche di quei tempi ; e perciò anche nel politeismo romano credevasi all’esistenza di genii buoni e di genii ma ligni276). […] Così nella colonna Traiana si vede alato il Genio della luce e con una fiaccola in mano al di sopra del carro di Diana ; e perciò non è possibile crederlo un Angelo.

27. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXII. Gli Oracoli » pp. 242-252

E passando egli dalle osservazioni generali alle particolari sulla religione dei Pagani, così ne parla nel Cap. 12 : « La vita della religione gentile era fondata sopra i responsi degli Oracoli, e sopra la sètta degli arioli e degli aruspici ; tutte le altre loro cerimonie dipendevano da questi.

28. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVI. Nettuno re del mare e gli altri Dei marini » pp. 173-183

Ha in testa una corona d’alghe o altre piante marine, e sta in una gran conchiglia posta sopra un carro tirato da quattro cavalli marini attaccati di fronte. […] La favola è questa : Glauco era un pescatore della Beozia, il quale un giorno si accorse che i pesci da lui pescati e deposti in terra sopra l’erba, gustando di quella prendevano un nuovo vigore e quasi una nuova vita, e spiccando un salto ritornavano in mare.

29. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXX. Stato delle anime dopo la morte, secondo la Mitologia » pp. 216-231

« Dio le vi chiama, acciò ch’ivi deposto « Ogni ricordo, men de’ corpi schive, « E più vaghe di vita un’altra volta « Tornin di sopra a riveder le stelle 255. » Da questa celeberrima esposizione di principii filosofici e religiosi, che è la più bella e sublime di quante ce ne son pervenute dai poeti pagani, è confermata la pitagorica dottrina della Metempsicòsi, e ne deriva necessariamente la conseguenza che le pene del Tartaro e le beatitudini dell’Elisio non erano eterne, e che le anime avevano una perpetua rotazione di passaggi alternativi dall’una all’altra vita. […] Issione re dei Lapiti, per avere tentato di offender Giunone, fu punito nel Tartaro coll’esser legato a cerchio sopra a una ruota che velocemente e continuamente girando rendevagli eterno il tormento261.

30. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVIII. Apoteosi degl’Imperatori Romani » pp. 497-499

Ma spenta con Marco Bruto la libertà e perduta affatto anche l’ombra di essa sotto Tiberio, le apoteosi degli Imperatori e delle Imperatrici non furono altro che solennità comandate dal Principe e servilmente festeggiate dal popolo, come abbiam detto di sopra ; e nel frasario stesso degl’Imperanti l’esser trasformati in Dei significava morire.

31. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — II. Il Caos e i quattro elementi » pp. 11-14

Non così Dante, come abbiamo veduto di sopra ; e il volgo stesso toscano pronunzia quella parola come la pronunziava Dante e come è scritta in greco, in latino, in francese e in inglese.

32. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIII. Osservazioni generali » pp. 260-263

E qui mi basterà rammentare, a proposito di quanto ho accennato di sopra, che il vescovo d’Ippona (S.

33. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVII. L’Apoteosi delle Virtù e dei Vizii » pp. 493-496

Ma non tutte queste allegoriche divinità ebbero culto pubblico e tempii presso i Pagani : delle Virtù però molte, come abbiam detto di sopra nominandole ; dei Vizii ben pochi.

34. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLIV. La caccia del cinghiale di Calidonia » pp. 326-330

Ho detto di sopra che Danterammenta nella Divina Commedia la trista fine di Meleagro ; ed eccomi ad accennare in quale occasione.

35. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVIII. Gli Dei Penati e gli Dei Lari » pp. 290-294

Oltre la diversa origine, troiana dei primi, etrusca o italica dei secondi, e le caratteristiche bene accertate degli Dei Penati, come abbiamo veduto di sopra, si potrebbero citare molte autorità di classici, da cui chiaramente apparisce il differente ufficio dei Penati e dei Lari.

36. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VIII. Tre Divinità rappresentanti la Terra, cioè Vesta Prisca, Cibele e Tellùre » pp. 39-43

La veste ornata di piante e di animali indicava il carattere distintivo di Cibele, che presiedeva alla terra divenuta fertile e abitabile ; la corona di torri significava che quella Dea avesse insegnato agli uomini a fortificar le città ed i castelli ; il disco o tamburo, dicevano gli Antichi, che era il simbolo dei venti che spirano sopra la Terra ; e le era sacro il leone come il re degli animali terrestri.

37. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — III. Classazione generale delle Divinità pagane e Genealogia degli Dei superiori » pp. 15-19

Ma convien notare che tre di questi nomi, cioè il Sole, la Terra e la Luna son sinonimi di Apollo, Vesta e Diana, registrati di sopra tra i consiglieri di Giove ; poichè è avvenuto in tutte le religioni idolatre, che prima si diedero diversi nomi a una stessa divinità secondo i suoi diversi attributi, o poi questi diversi titoli a loro attribuiti furon considerati come rappresentanti altrettante divinità.

38. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XI. Giove re del Cielo » pp. 55-59

Omero aggiunge che ai lati del suo trono teneva Giove due coppe, l’una del bene e l’altra del male, per versarle a suo beneplacito sopra i mortali.

39. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVII. Gli Dei Dei Fiumi » pp. 285-289

« Disse, ed alto insorgendo, e d’atre spume « Ribollendo e di sangue e corpi estinti, « Con tempesta piombò sopra il Pelide.

40. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIV. Il Diluvio di Deucalione » pp. 73-78

Questa trasformazione è fondata sopra due somiglianze, quella cioè del nome di Licaone che deriva dal greco licos che significa lupo, e l’altra degl’istinti feroci di questo animale con quelli di quel re bestiale, primo modello dei più efferati tiranni.

41. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVI. La dea Latona » pp. 86-91

Dante segui Ovidio, come apparisce dalla terzina riportata di sopra.

42. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXII. Marte » pp. 138-143

Avendo egli presenti alla mente queste osservazioni, se ne valse per fare una bellissima similitudine nel Canto ii del Purgatorio : « Ed ecco, qual sul presso del mattino, « Per li grossi vapor Marte rosseggia « Giù nel ponente sopra il suol marino ; « Cotal m’apparve, s’io ancor lo veggia, « Un lume per lo mar venir sì ratto, Che’l muover suo nessun volar pareggia. » 173.

43. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIV. Il Dio Pane » pp. 264-269

Egli è mezz’uomo e mezzo bestia : ha le gambe e i piedi di capra, il naso camuso, ossia schiacciato, le orecchie a sesto acuto, ossia appuntate dalla parte superiore, e due lunghissime corna gli torreggiano sopra la fronte.

44. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXIX. Di alcune Divinità più proprie del culto romano » pp. 500-505

Ma questa conclusione è quella stessa di Plinio nel luogo da me citato di sopra.

45. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIX. La Dea Triforme cioè Luna in Cielo, Diana in Terra ed Ecate nell’Inferno » pp. 115-122

xi dell’ Inferno : « E ’l Carro tutto sopra il Coro giace. » Rammentò ancora le Orse nel C.

46. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIII. Venère, Cupido e le Grazie » pp. 144-151

Esiste anche in Firenze nella Galleria degli Uffizi una vaghissima pittura del Botticelli rappresentante Venere nel modo qui sopra descritto.

47. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVIII. Le regioni infernali » pp. 195-202

Il conoscer dunque le regioni infernali secondo che le hanno immaginate e descritte gli Antichi, è necessario non solo per intendere i classici greci e latini, ma altresì gl’italiani, e sopra gli altri Dante, che in questo è superiore a tutti gli antichi e ai moderni.

48. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XII. La Titanomachia e la Gigantomachia » pp. 60-68

Gli antichi mitologi aborrivano le minuzie aritmetiche e geometriche, e spacciavano tutto all’ingrosso ; e ci danno un’idea, secondo loro, sublime della grandezza e forza dei Giganti dicendo, che per dar la scalata al cielo posero tre monti uno sopra l’altro, cioè sul monte Olimpo il monte Ossa e su questo il monte Pelio 73).

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