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8. (1841) Mitologia iconologica pp. -243

Imperocchè la graziosa bambinà con prodigio inudito saltando dal seno della madre nella testa del padre, quivi fissò per ben tre mesi con modo più nobile la sua dimora. […] Orrore facevano le tre parche Cloto, Lachesi, ed Atropo, che tutto di aggirandosi intorno al ministero del tremendo lor fuso troppo a vivo risvegliavano i tristi sensi della brevità della vita, e della mortale fralezza. […] Ed ecco perciò il bisogno di conoscere con distinzione queste tre parti, per poterle quindi con felicità maneggiare. […] Esso costa di quatro versi, tre endecasillabi, ed un quinario, dei quali il primo rima col terzo, ed il secondo col quarto. La legge poi, cui soggiace un tal metro di chiudere con sentenzioso quinario il pensiere sviluppato ne’ tre antecedenti endecasillabi, questo si è, che lo rende assai difficile, e presso che impraticabile.

9. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIX. Plutone re dell’ Inferno e i suoi Ministri » pp. 203-215

In origine i Greci conoscevano una sola Dea Mira uguale in potenza e in ufficio al Fato dei Romani245 ; e poi ne inventarono tre, distinguendole coi nomi di Cloto, Lachesi ed Atropo, nomi che furono adottati dai poeti latini per le loro Parche, e passarono ancora nel frasario poetico degl’Italiani. […] Passate le anime all’altra riva, trovavano tre giudici che decidevano delle sorti di ciascuna di loro nell’altro mondo ; e la sentenza di essi era inappellabile. Questi giudici si chiamavano Minos, Eaco e Radamanto, i quali in origine erano stati sulla Terra tre ottimi re della Grecia, celebri per la loro giustizia ; e perciò dopo la morte meritarono l’onorevole ufficio di giudicar le anime degli estinti. […] Le Furie furon dai Greci chiamate Erinni, nome adottato dai poeti latini, e che trovasi anche in Dante ; ed erano tre : Megera, Tisifone ed Aletto, vocaboli significanti odiosa, punitrice delle stragi ed inquieta. […] S’incontra poi « Cerbero fiera crudele e diversa, » che conservando la sua forma tricipite, « Con tre gole caninamente latra « Sovra la gente che quivi è sommersa.

10. (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cenni Preliminari » pp. 9-

Prima furon tre soli ; il flamine di Giove, quello di Marte e quello di Quirino ; poi arrivarono a quindici. […] La lustrazione di un campo consisteva nel condurvi tre volte all’intorno una vittima scelta, e nel bruciare i profumi sul luogo stesso del sacrifizio. […] Prima furono tre, poi sci, a detla di Cicerone, e gionsero fino a dieci, secondo che attesla Valerio Massimo. […] In Roma furono prima tre auguri islituiti da Romolo ; poi quattro, e più ; Silla no creò fin quindici, per accrescere appoggi alla sua tiranuide. […] Vi furono i Flamini maggiori, i tre, cioè, di Giuve, di Marte e di Quirinu, ed i Flamini minori pel culto degli altri Dei.

11. (1880) Lezioni di mitologia

Ebbe ancora dalla stessa unione le tre Gorgoni: Steno, Furiale e Medusa, dal sangue della quale, allorché Perseo le recise la testa, nacquero il cavallo Pegaso e Crisaoro, il quale avendo sposata Calliroe figlia dell’Oceano, n’ebbe Gerione mostro di tre teste. […] Usanza fu degli antichi pianger gli estinti parenti per tre giorni, avanti di rendere alla gelida spoglia i debiti onori. […] Nel più eminente luogo del trono, sulla testa del simulacro, vi erano le Grazie e le Ore, le une e le altre nel numero di tre. […] In ricompensa concesse a Mercurio la cura della 2:reo’2’ia, ed aurea verga di tre foglie, potente ad eseguire tutti i consigli di Giove. […] Oltre il Mercurio del Palazzo Farnese, n’ esistevano altre tre repliche nella Villa Mattei.

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