Enorgueillis d’un titre vain, Pourquoi, tandis que l’Ambrosie Selon ton gré te rassasie, Tes enfans meurent-ils de faim ? […] Ce Roi de la forêt meurt, avec lui sans nombre Expirent les sujets que protégeoit son ombre ; Pleurez, jeunes Beautés, pleurez les arbrisseaux, Dont les bosquets fleuris couronnoient les berceaux, Ces lilas, ces jasmins et l’immense famille Des rosiers, qui coupoient l’uniforme charmille. […] Daphnis mourut à la fleur de son âge. […] Malheureuse celle Qui vit se flétrir Tomber et mourir Une fleur si belle ! […] La terre en ses hauteurs est d’abord enflammée, Elle se fend, et perd le suc qui la nourrit : L’herbe se sèche et meurt ; l’arbre brûle et périt, Et l’aride moisson, qu’un seul jour a dorée, Alimente le feu dont elle est dévorée.
XXX Stato delle anime dopo la morte, secondo la Mitologia Abbiamo veduto nel N. XXVIII che i Campi Elisii erano il soggiorno dei buoni dopo la morte, e il Tartaro, dei malvagi. […] Lo stesso Omero ci narra che Achille, quantunque godesse i primi onori nei Campi Elisii, si era potentemente annoiato di quel soggiorno, anche pochi anni dopo la sua morte ; e parlando con Ulisse che era andato a visitare il regno delle ombre, « Non consolarmi della morte, o Ulisse, « Replicava il Pelide. […] Sisifo, figlio di Eolo, infestò l’Affrica e l’istmo di Corinto co’suoi ladroneggi e colle sue crudeltà ; e dopo la morte fu condannato nel Tartaro a spinger sulla cima di un monte un gran masso, che tosto ricadendo a valle rendeva eterna la sua pena. […] Dopo avere insegnato per venti anni a Crotone, passò a Metaponto ed ivi morì ; e dopo la morte fu più ancora ammirato che in vita, poichè la sua casa fu cangiata in un tempio, ed egli adorato qual Nume.
Mais ce roi, qui enfanta des immortels, mourut pour s’être simplement trop échauffé à la chasse. […] Ensuite il mourut de vieillesse en Crète. […] Habiter dans un temple qui vous soit consacré, répond Philémon, et mourir ensemble, ajoute sa femme. […] Il était si bon chasseur que ses chiens, après l’avoir perdu, on ne sait trop comment, moururent de douleur. […] Le roi de Thessalie, désolé de cette nouvelle, allait mourir de chagrin, quand il eut recours à Apollon.
Asserivano i mitologi che le Parche avevano l’ufficio di determinare la sorte degli uomini dal primo istante della nascita a quello della morte ; e che ne dessero indizio con un segno sensibile singolarissimo, ma invisibile ai mortali, cioè per mezzo di un filo di lana, che esse incominciavano a filare quando nasceva una persona, e che recidevano, quando quella persona doveva morire. […] Insieme con queste si annoveravano ancora la Morte, il Lutto, il Timore, la Fatica, la Povertà, la Fame e perfino la Vecchiezza, funeste divinità allegoriche, ben note in tutta la loro orrenda realtà ai miseri mortali, e delle quali perciò i poeti rammentano soltanto il nome, tutt’al più con qualche epiteto espressivo senza estendersi in descrizioni247, tranne qualche rara eccezione, come quella del Petrarca nel Trionfo della Morte. […] Qual fosse lo scopo di questa strana invenzione lo diremo nel prossimo numero parlando dello stato delle anime dopo la morte. […] Questi giudici si chiamavano Minos, Eaco e Radamanto, i quali in origine erano stati sulla Terra tre ottimi re della Grecia, celebri per la loro giustizia ; e perciò dopo la morte meritarono l’onorevole ufficio di giudicar le anime degli estinti. […] « Colà donde si niega « Che più ritorni alcun, » disse il Parini traducendo esattamente a parola in poesia italiana il famoso verso di Catullo sulla morte di un passero : « Illuc unde negant redire quemquam. » Il poeta latino impreca al tenebroso regno in questi versi : « At vobis male sit, malæ tenebræ « Orci, quæ omnia bella devoratis : « Tam bellum mihi passerem abstulistis. » 241.