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7. (1855) Compendio della mitologia pe’ giovanetti. Parte I pp. -389

Il culto di Vesta o del fuoco eterno fu per Enèa dalla Frigia recato in Italia ; ed i Frigii l’appresero dagli antichi Caldei e Persiani, presso i quali il fuoco era in grandissima venerazione. […] Rinnovellavasi poi l’estinto fuoco co’raggi solari raccolti mercè di una lente. […] Vesta era il fuoco ; e perciò si dipinge collo scettro nella sinistra, e nella destra, una lampana ch’è simbolo del fuoco. […] Oltre a ciò agli uomini donò un tal fuoco, e loro mostrò la maniera di farne uso. […] Dissero, ch’egli avesse rapito il fuoco dal cielo e mostratone l’uso agli uomini, perchè ritrovò il modo di conservare il fuoco tratto dalla selce nella midolla della ferula o canna d’India.

8. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IX. Vesta Dea del fuoco e le Vestali » pp. 44-47

IX Vesta Dea del fuoco e le Vestali Ad una delle figlie di Saturno e di Cibele fu dato il nome stesso dell’ava, cioè di Vesta ; e per distinguere l’una dall’altra fu aggiunto all’ava l’aggettivo di Prisca o Maggiore, e alla nipote quello di Giovane o Minore. Per dare anche a questa un qualche ufficio fu inventato che presiedesse al fuoco, il quarto degli elementi del Caos ; e siccome il fuoco nulla produce, fu detto che Vesta minore non prese marito e fu Dea della castità. […] Nel tempio di Vesta non vedevasi alcuna statua o immagine della Dea ; ma soltanto un’ara col fuoco perpetuamente acceso, come simbolo della creduta perpetuità del romano impero47. […] I due punti principali erano : primo, la conservazione perpetua del fuoco sacro, che simboleggiava, come abbiam detto, la perpetua durata di Roma e del suo impero ; e secondo, la più scrupolosa illibatezza delle Vestali che si erano dedicate al servizio della Dea della castità. […] La Vestale che avesse lasciato spengere il fuoco sacro, era battuta pubblicamente colle verghe dal Pontefice Massimo, e quella che avesse mancato al voto di castità era seppellita viva, in un campo, detto scellerato, fuori di Roma.

9. (1831) Mitologia ad uso della gioventù pp. -

Sotto il nome di Vesta presiedeva al fuoco ; e come tale gli antichi la chiamavano Vesta Minore. […] Dio del fuoco e de’fabbri per le cose maravigliose da esso fatte. […] Il Dio per punirlo di siffatto errore, mandò un toro furibondo che lanciava fuoco dalle nari, e che devastava gli stati di Minosse. […] Aveva la testa di lione, la coda di dragone ed il corpo di capra, la sua gola spalancata vomitava turbini di fuoco e di fiamme. […] Dicesi che il fuoco di questo vulcano ardeva perfino nell’acqua e non potevasi estinguere se non che colla terra.

10. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIII. Difetti e vizii del Dio Giove » pp. 69-72

Prometeo col favore di quegli Dei che eran più amanti e protettori dell’ingegno e delle arti, rapì dal Cielo, o come altri dicono, dal carro del Sole, una divina scintilla di fuoco, e con essa animò le sue statue, e le fece divenire uomini viventi e parlanti. […] Tutti però, generalmente, convengono che Prometeo rappresenti l’ingegno umano che inventa le arti utili alla vita (il quale ingegno perciò può dirsi poeticamente una scintilla del fuoco celeste) ; e inoltre la punizione di esso significa le traversie e le persecuzioni immeritate che per lo più si ricevono dai grandi inventori invece del meritato premiò. […] Ingegnosissimo è pure il mezzo che fanno adoprare a Prometeo per rapire il fuoco celeste, inventando che egli accese lassù una verghetta o un fascetto di legna ; e cosi vengono a significare il modo usato anche oggidì, in caso di bisogno o per esperimento, di eccitar la fiamma colla confricazione di due aridi legni. […] Il fuoco poi, come dice Bacone da Verulamio, è la mano delle mani, lo stromento degli stromenti, l’aiuto degli aiuti di tutte le arti degli uomini. […] Su questa favola il poeta Eschilo compose tre celebrate tragedie, che facevan seguito l’una all’altra, cioè Prometeo portator del fuoco, Prometeo incatenato e Prometeo liberato. — Di queste esiste soltanto la seconda, cioè : Prometeo incatenato.

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