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10. (1880) Lezioni di mitologia

Fuggirono con Saturno questi beni; l’avarizia dominò il cuore de’ mortali, la giustizia e il pudore lasciarono la terra contaminata, nuove strade furono aperte alla morte. […] Lo scopo della presente Lezione è di parlare de’ più famosi, esponendovi le maniere nelle quali fa la dea, a tenore di essi, rappresentata. […] Questo simulacro ben inteso ne’ panneggiamenti, non è opera greca, ma lavoro de’ tempi dell’impero romano. […] « Passiamo adesso all’istituzione de’ giuochi Pitici. […] Anzi osservo in Polluce che un abbigliamento, che da lui ai cacciatori si attribuisce, non si osserva ora che nelle immao’ini di Bacco de’ suoi seguaci.

11. (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Appendice. » pp. -386

Nell’avvilimento della conquista, nell’inerzia che la seguiva, il culto degli Dei pareva la più grande faccenda politica de’ Greci. […] I disastri della guerra, la schiavitù, il commercio avean cominciato la dispersione de’ Giudei e diffuso nel mondo le pagine dei loro libri sacri. […] Il culto, simbolo vano, non era più da veruna credenza rafforzato, e conservavasi per consuetudine a cagione delle sue pompe e delle sue feste. e soprattutto de’ suoi legami colle istituzioni dello Stato. […] I Cesari gelosi avean giurato la rovina del Cristianesimo, ed eccolo assiso sul trono de’ Cesari. […] Difesa de’ cristiani.

12. (1855) Della interpretazione de’ miti e simboli eterodossi per lo intendimento della mitologia pp. 3-62

della origine del politeismo e de’ miti eterodossi, e cagioni che li propagarono. […] Tutto era vita allor, tutto animava La bell’arte de’ vati. […] Fanciul superbo di sè stesso amante Era quel fior ; quell’altro al sol converso Vna ninfa, a cui nocque esser gelosa ; Quel lauro onor de’ forti e de’ poeti ; Quella canna che fischia e quella scorza, Che ne’boschi Sabei lagrime suda, Nella sacra di Pindo alta favella. […] Nacque, allignò, si distese la seconda teologia de’ filosofi, detta naturale o fisica da Varrone. Finalmente si ritrovò un terzo genere di nomini, chiamato civile che si prevalse degli errori e delle passioni sì del volgo, come de’ letterati, e ne compose un misto di teologia nominata civile.

13. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IV. Una Divinità più potente di Giove » pp. 20-24

Ma se non è accettabile il concetto pagano che la Fortuna sia un essere soprannaturale esistente sin dalla origine del mondo o degli angeli (tra le altre prime creature), quando però ivi si afferma che « Colui lo cui saver tutto trascende, (cioè Dio) « Ordinò general ministra e duce « Che permutasse a tempo li ben vani « Di gente in gente e d’uno in altro sangue « Oltre la difension de’ senni umani, » s’intende facilmente che con questo linguaggio poetico si vogliono significare le occulte disposizioni della Provvidenza, imprevedibili ed inevitabili dai mortali. Finalmente la Morte, secondo il Paganesimo, era anche essa ministra del Fato e l’ultima esecutrice de’ suoi decreti sull’esistenza dei viventi ; ma fu considerata pur anco ministra di Plutone, perchè essa spinge le anime nei regni di lui.

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