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7. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489

La nave che portava a Creta queste innocenti vittime aveva in segno di lutto le vele nere. […] E già più d’uno aveva inesorabilmente pagato colla vita il fio della sua folle speranza. […] Consultato l’Oracolo, gli rispose che l’asta sola che lo aveva ferito poteva sanarlo. […] Fu detto subito che questo era un castigo di Minerva, perchè Laocoonte aveva violato quel dono a lei offerto in voto dai Greci. […] V’ era però speranza che egli vivesse, perchè nessuno aveva detto o sentito dire che ei fosse morto.

8. (1836) Mitologia o Esposizione delle favole

Molti tempii aveva egli in Roma, e con varii nomi. […] Un altro nel Campidoglio medesimo ne aveva posto Romolo da principio a Giove Feretrio cosi detto da ferre, perchè ivi portate aveva e a lui consacratele prime spoglie tolte a’ nemici. […] Sospettando Giunone di quel che era, la chiese in dono, e la mise sotto alla guardia del pastore Argo che aveva cento occhi. […] In Lamsaco città della Misia aveva egli il culto primario. […] Inseguì per un anno intero sul monte Menalo una cerva, che aveva i piedi di bronzo e le corna d’ oro, e raggiuntala, viva portò lei pure ad Euristeo.

9. (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo I pp. 3-423

Questi ne aveva stabilito quatrro, ma Tarquinio Prisco alquanto dopo ve ne aggiunse altre due. […] Ciascuno innanzi al simulacro di Cibele faceva pompa di ciò che aveva di più prezioso. […] Sotto questo nome aveva un tempio in Megaride, perchè aveva insegnato a quegli abitanti a nutrire i greggi, e a servirsene della loro lana (c). […] Apollo, dicono, aveva nella città di Crisa in Misia un sacerdote, di nome Crine. […] Arione aveva i piedi dalla parte dritta simili a quelli dell’uomo.

10. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XX. Mercurio » pp. 123-131

Era questo certamente un linguaggio allegorico, col quale si voleva significare che Mercurio col suo ingegno e la sua accortezza si era saputo cattivare l’affetto di tutti, o secondo la nostra frase familiare, aveva rubato il cuore a tutti. […] In mano aveva o la sola verga, o la verga coi serpenti, detta il caducèo, e talvolta la borsa. In principio aveva la sola verga ; ma un giorno, come raccontano i poeti, avendo egli trovato due serpenti che si battevano, li percosse colla sua verga per separarli e dividerli ; ed essi attortigliandosi a quella rimasero in atto di lambirsi in segno di pace154. […] La metamorfosi di Aglauro si racconta così : Mercurio per quanto pieno di occupazioni aveva trovato il tempo per invaghirsi di Erse figlia di Eretteo re di Atene ; ed Aglauro sorella di lei, per invidia frapponeva ostacoli alla conclusione degli sponsali. Mercurio che non aveva tempo da perdere, per levar di mezzo quest’impaccio, la cangiò in livido sasso, simbolo del livore, ossia dell’invidia.

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