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24. (1831) Mitologia ad uso della gioventù pp. -

In appresso cangiò il suo arco e il suo turcasso di legno con altri d’oro. […] In faccia agli Areopagiti eranvi due pietre sulle quali sedevano l’accusatore e l’accusato. […] In molti luoghi della Grecia e della Macedonia offrivansi loro dei sacrifici. […] In quell’anno stesso cadde tanta acqua che tutta la Tessaglia fu inondata. […] In riconoscenza di tanti benefizi i Romani lo posero nel numero degli Dei.

25. (1836) Mitologia o Esposizione delle favole

In onor di Marte altresì celebri eran nel circo i giuochi Marziali ai 12 di Maggio, ed al primo di Agosto. […] In gran venerazione fu il sole presso di tutti i Gentili, e spezialmente presso gli Orientali. […] In onore di lui celebravansi le feste. […] In modo non molto dissimile Dii del mare divennero Ino e Melicerta. […] In mostri marini furono invece trasformate le Sirene, e Scilla e Cariddi.

26. (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo II pp. 3-387

In un antro, posto nel mezzo di quella, v’avea purè una fontana. […] In tale agitazione di spirito passo il giovane l’intera giornata. […] In capo ha varie penne di Pavone. […] In capo ha una mezza luna e un oriuolo. […] In una mano ha un bastone, e nell’altra una face.

27. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIX. Plutone re dell’ Inferno e i suoi Ministri » pp. 203-215

In fatti a che servirebbe l’oro senza i frutti della Terra ? […] In origine i Greci conoscevano una sola Dea Mira uguale in potenza e in ufficio al Fato dei Romani245 ; e poi ne inventarono tre, distinguendole coi nomi di Cloto, Lachesi ed Atropo, nomi che furono adottati dai poeti latini per le loro Parche, e passarono ancora nel frasario poetico degl’Italiani. […] In tal modo venivano i mitologi a rappresentare i rimorsi di una rea coscienza248. […] « Non gli può comparir quanto sia lungo, « Sì smisuratamente è tutto grosso : « In luogo d’occhi, di color di fungo « Sotto la fronte ha duo coccole d’osso. […] « Tutti che lo veggiam, con faccia smorta « In fuga andiamo ove il timor ne caccia.

28. (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cenni Preliminari » pp. 9-

In ogni caso poi il loro zelo era sostenuto dai ricchi guadagni e dai lauti banchetti a spese dei creduli. […] In caso di negativa eran concessi 33 giorni a risolvere, dopo i quali rompevan liberamente la pace. […] In antico furono pochi, cioè quelli soli della messe e della vendemmia ; ma il numero delle feste aumentò con quello degli Dei. […] In tempo di peste e di carestia le purifieazioni dei Greci erano aceompagnate da azioni erudeli.

29. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXV. Bacco » pp. 161-172

In italiano poi dal nome di Bacco è derivata la parola baccano che significa rumore strepitoso e selvaggio di gente che sembra impazzata. […] In greco chiamavasi Dionisio, parola composta da Dios, uno dei nomi di Giove suo padre, e dall’isola di Nisa o dal monte Niso, dove Bacco nacque e fu allevato. […] In questo senso l’usò anche il Petrarca in uno dei suoi più celebri sonetti : « L’avara Babilonia ha colmo il sacco « D’ira di Dio, e di vizii empi e rei « Tanto che scoppia ; ed ha fatti suoi Dei « Non Giove e Palla, ma Venere e Bacco. » Alcuni mitologi antichi confusero Bacco con Apollo, cioè col Sole, o almeno lo fecero suo compagno ed amico ; e questi mi sembrano più ingegnosi e più filosofi naturali che gli altri. […] In questi limiti non lo disapprova neppure la Bibbia, dicendo : Vinum lœtificat cor hominis.

30. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIV. Il Diluvio di Deucalione » pp. 73-78

In tal modo ben presto con molte coppie di coniugi fu ripopolato il mondo. […] In geologia si parla di più d’uno di questi cataclismi dei tempi preistorici ; e quello storico, chiamato il diluvio universale, e di cui trovasi una general tradizione in tutti i popoli, è l’ultimo di questi cataclismi riconosciuti e dimostrati dalla scienza geologica. […] In questa significazione la troviamo spesse volte anche nella Divina Commedia.

31. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XX. Mercurio » pp. 123-131

In mano aveva o la sola verga, o la verga coi serpenti, detta il caducèo, e talvolta la borsa. In principio aveva la sola verga ; ma un giorno, come raccontano i poeti, avendo egli trovato due serpenti che si battevano, li percosse colla sua verga per separarli e dividerli ; ed essi attortigliandosi a quella rimasero in atto di lambirsi in segno di pace154. […] In latino la pietra di paragone chiamasi Lydius lapis, perchè queste pietre trovansi più comunemente nella Lidia ; e per la stessa ragione qualche naturalista moderno l’ha chiamata Quarzo lidio.

32. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXII. Gli Oracoli » pp. 242-252

. — In appresso la parola cortina in latino fu interpretata per tenda o velario, col qual significato è passata nella lingua italiana. […] In questo concetto si trovano d’accordo mitologi, poeti, storici e filosofi. […] Ha la stessa etimologia la parola orazione, tanto che Cicerone dichiara : « Oracula ex eo ipso appellata sunt, quod inest in his deorum oratio. » In greco avevano due o tre termini che non furono adottati nella lingua italiana, e soltanto da manteion furon composte le denominazioni di Necromanzia e Geomanzia ecc. di cui parleremo altrove.

33. (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Appendice. » pp. -386

In tutti gli angoli dell’universo, qualche antico rito, qualche superstizione locale conservava tutto il suo potere : intieri popoli erano ingolfati nella più crassa ignoranza, e troppo erano istupiditi per poter diffidare d’alcuna impostura che tuttavia mirasse a tenerli soggetti. […] In danno di chi ci aduniamo mai ? […] In che modo di questo ci fate rei, che pure con voi viviamo, che abbiamo il vitto ed il vestire stesso e le medesime necessità della vita ? […] In qualunque ipotesi che immaginare si voglia, si trova sempre che l’Evangelio impedì la distruzione della società : perchè, supponendo da un lato ch’esso non fosse comparso sulla terra, e dall’altro che i Barbari avessero continuato a starsene nelle loro foreste, il mondo romano, marcendo ne’suoi costumi, era minacciato de una spaventevole dissoluzione.

34. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVI. Nettuno re del mare e gli altri Dei marini » pp. 173-183

In greco chiamasi Poseidon, che direbbesi in italiano Posidone e significa spezza navi, nome poco o nulla usato, per quanto io mi ricordi, dai poeti latini e italiani. […] In geologia dicesi Nettunismo il sistema geologico che attribuisce la formazione della maggior parte delle roccie del nostro globo all’azione dell’acqua ; Nettuniani gli stessi depositi di precipitazione, e Nettunisti i seguaci di questa ipotesi. […] La più vera e naturale spiegazione delle mirabili Metamorfosi di coloro che caddero in mare o in un fiume, e sparirono dal mondo, è che vi rimanessero annegati ; e Dante stesso lo ha detto parlando d’Ino e Melicerta : « E quella s’annegò coll’altro incarco. » In quel Canto non aveva bisogno di valersi della mitologica trasformazione ; e gli bastava soltanto l’esempio del furore di Atamante per preludio alla descrizione di quelle furibonde anime dannate di cui allora voleva parlare.

35. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXX. Stato delle anime dopo la morte, secondo la Mitologia » pp. 216-231

In tal graduazione Dante si manifesta superiore non solo a tutti i poeti, ma pur anco ai legislatori ed ai criminalisti. […] « De’violenti il primo cerchio è tutto : « Ma perchè si fa forza a tre persone, « In tre gironi è distinto e costrutto. […] « Et Danai proles, Veneris quæ numina læsit « In cava Lethæas dolia portat aquas. » (Tib. i, 3ª.)

36. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IV. Una Divinità più potente di Giove » pp. 20-24

In italiano è comune ancora il termine di fatalità nel significato di decreto o effetto di inesorabil destino. […] In greco era chiamata Tiche, ed aveva gli stessi attributi della Fortuna dei Latini.

37. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVIII. Gli Dei Penati e gli Dei Lari » pp. 290-294

In quanto ai Lari, che questi fossero Dei familiari o domestici non può insorger questione, poichè li consideran tali tutti i Mitologi ed i poeti latini e pur anco gl’ Italiani : lo stesso Ugo Foscolo, peritissimo nelle lingue dotte e per conseguenza anche nella Mitologia, li chiama nel suo Carme I Sepolcri, come abbiamo veduto altrove, i domestici Lari. […] « Effigies sacræ Divûm, phrygiique Penates, « Quæ mecum a Troia mediisque ex ignibus urbis « Extuleram, visi ante ocules adstare jacentis « In somnis, multo manifesti lumine, qua se « Plena per insertas fundebat Luna fenestras. » (Æneid.

38. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXI. Minerva » pp. 132-137

In questi limiti il mito fu adottato volenterosamente e con piacere non solo dai nostri poeti, ma pur anco dagli eleganti dicitori e scrittori di prose ; e non è raro il sentir dire o leggere nei libri, che un’invenzione o una teoria uscì adulta e armata di tutto punto dalla mente del suo autore, come Minerva dal cervello di Giove. […] In italiano si dà elegantemente questo nome di Ateneo alle Università, e da noi ed altrove suol darsi anche ad alcune società o accademie di letterati o scienziati e ad alcuni periodici letterarii e scientifici167.

39. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VII. Saturno esule dal Cielo è accolto ospitalmente in Italia da Giano re del Lazio » pp. 31-38

In quelle feste gli schiavi dei Romani erano serviti a mensa dai loro padroni, ed avevano libertà di rimproverarli dei loro difetti36). […] In quel tempio v’eran dodici altari, indicanti i dodici mesi dell’anno romano ; il primo dei quali fu detto gennaio dal nome e in onore di Giano, considerato come portinaio del Cielo e dell’anno.

40. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIX. La Dea Triforme cioè Luna in Cielo, Diana in Terra ed Ecate nell’Inferno » pp. 115-122

II del Paradiso ; ma ivi parlò con figura poetica, e prese per sue stelle polari le Muse : « E nove Muse mi dimostran l’Orse. » In greco Orsa dicesi arctos, dalla qual voce è derivato l’appellativo di polo artico, ossia dell’Orsa, e antartico, opposto all’Orsa. […] In tempi più civili si rappresentò Ecate con tre faccie, ma tutte di donna ; e questa triplice immagine ponevasi nei trivii, ond’ebbe ancora il nome di Trivia 143.

41. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLI. Perseo » pp. 309-316

In appresso incontreremo Agamennone re d’Argo e Micene, generalissimo della Grecia congiurata ai danni di Troia ; e finalmente Oreste figlio di lui, col quale termina l’età eroica e comincia l’epoca storica47. — Ma torniamo alle favole. […] « Non è finto il destrier, ma naturale, « Ch’una giumenta generò d’un Grifo : « Simile al padre avea la piuma e l’ale, « Li piedi anterïori, il capo e ’l grifo ; « In tutte l’altre membra parea quale « Era la madre, e chiamasi Ippogrifo, « Che nei monti Rifei vengon, ma rari, « Molto di là dagli agghiacciati mari. » 51.

42. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVII. I Mostri marini Mitologici e Poetici » pp. 184-194

In fatti di diverso vi è soltanto la fantastica invenzione ariostesca, che Orlando fosse così ardito (e che inoltre gli riuscisse) di entrar nella bocca dell’ Orca con tutta la nave, e che ficcasse l’ancora « E nel palato e nella lingua molle ; » mentre è noto che si scaglia e s’infigge il rampone o la fiocina nella pelle del cetaceo, che è grossa circa un pollice, e si fa penetrare nel sottoposto strato di grasso che è alto almeno quindici pollici. In tutto il rimanente questa descrizione par tratta da qualche libro moderno di Storia Naturale, sol che all’àncora si sostituisca il rampone al quale è attaccata la lunga fune che si tiene fissata alla nave, e se è possibile anche alla spiaggia.

43. (1855) Della interpretazione de’ miti e simboli eterodossi per lo intendimento della mitologia pp. 3-62

In questo noi troviamo un mito, che non ha difficile interpetrazione, e ci viene porta dagli stessi antichi poeti. […] In un’inno che si vuole di Orfeo, tra le attribuzioni gli si dà il nome di padre degli Dei beati e degli uomini, di vario ne’suoi consigli, di distruttore e che ingenera tutte le cose, di raffrenatore con vincoli ineffabili dell’intero mondo, di germe della terra e del cielo stellato. […] I greci, dice lo scrittore della Scienza Nuova (5), immaginarono la decima divinità delle genti, Minerva, e la finsero nascere con la fantasia fiera egualmente e goffa, che Vulcano con una scure fendette il capo di Giove, onde nacque Minerva, volendo essi dire, che la moltitudine de’famoli, che esercitavano arti servili, che venivano sotto il genere poetico di Vulcano : Plebeo, essi ruppero il sentimento d’infievolire o scemare il regno di Giove, come resto ai latini minuere caput, per fiaccare la testa, perchè non sapendo dire in astratto regno, in concreto dissero capo… In cotale favola i filosofi ficcarono la più sublime delle loro meditazioni metafisiche, che la Idea eterna in Dio è generata da esso Dio, ove le idee create sono in noi prodotte da Dio. […] In questo mito si nasconde una verità, che non può andare discorde dalla istoria vera.

44. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Avvertenza » pp. -

Avvertenza In luogo di Prefazione, per dar conto di quest’opera ai cortesi lettori, si riporta il preambolo del Manifesto di associazione pubblicato nel giugno del corrente anno.

45. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVIII. Apoteosi degl’Imperatori Romani » pp. 497-499

In brev’ora le fiamme riducevano in cenere tutto l’edifizio, e consumavano inutilmente un tesoro che avrebbe potuto alleviar le miserie di molte migliaia di famiglie.

46. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — II. Il Caos e i quattro elementi » pp. 11-14

In greco, chaos significa confusione, e si riferisce perciò principalmente alla confusa massa di tutta quanta la materia bruta ed informe, supposta esistente nello spazio prima che con essa fosse plasmato il mondo ; e in questo significato si adopra quella parola anche dai nostri poeti.

47. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — Introduzione » pp. 6-9

In compenso delle più logore o irrugginite anticaglie, oltre alla illustrazione di tutti i passi mitologici della Divina Commedia e di molti dei principali poeti italiani, ho aggiunto la spiegazione di tutti i termini scientifici che derivano dai vocaboli mitologici.

48. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIII. Difetti e vizii del Dio Giove » pp. 69-72

In tutto questo racconto mitico Giove non fa più la figura del Dio che giova, del Dio benefico, ma quella d’invidioso, maligno e malefico.

49. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — III. Classazione generale delle Divinità pagane e Genealogia degli Dei superiori » pp. 15-19

In questo senso Orazio diceva : « Naturam expellas furca, tamen usque recurret. » 13.

50. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XI. Giove re del Cielo » pp. 55-59

In latino Jupiter significa, secondo Cicerone, juvans pater, il padre, ossia il Dio che giova, poichè il nome di padre davasi a tutti gli Dei benefici.

51. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVI. La dea Latona » pp. 86-91

In quasi tutte le Geografie trovasi rammentato il Monte nuovo (all’ ovest di Pozzuoli in Italia), che si sollevò in uno o due giorni nel 1538, all’altezza di 200 metri, ed esiste tuttora.

52. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLIII. Cadmo » pp. 321-325

In quanto poi ai guerrieri nati dai denti del serpente ucciso da Cadmo, gli Antichi ci hanno trasmesso anche il nome di quei cinque che sopravvissero ed aiutarono Cadmo a fabbricare e popolare la città di Tebe ; e i loro nomi son questi : Echione, Udeo, Ctonio, Peloro e Iperènore.

53. (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cronologia Mitologica. » pp. 387-393

In un frammento d’Eraclide Pontico è detto : « Omero attesta dalla Tirrenia (Toscana) esser egli venuto in Cefallenia ed Itaca, ove per malattia perdette gli occhi. » (Vedi Mazzoldi, Origini Italiche).

54. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — X. Cerere dea delle biade e Proserpina sua figlia » pp. 48-54

In astronomia il nome di Cerere fu dato al primo degli asteroidi (pianeti telescopici situati fra Marte e Giove), scoperto dal Piazzi nel primo giorno del primo anno di questo secolo.

55. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXII. Marte » pp. 138-143

179 In onore di Marte fu dato da Romolo il nome al mese di marzo che era in quel tempo il primo mese dell’anno.

56. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIX. Eolo e i Venti » pp. 295-

« Tutto il palagio, finchè il giorno splende, « Spira fragranze, e d’armonie risuona ; « Poi, caduta sull’isola la notte, « Chiudono al sonno le bramose ciglia « In traforati e attappezzati letti « Con le donne pudiche i fidi sposi. » Alcuni Mitologi dissero che Eolo era figlio di Giove e di Segesta figlia d’Ippota troiano ; e che i Venti fossero figli di Astreo, uno dei Titani, e dell’Aurora ; e quelle loro genealogie furono accolte dai più.

57. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXIX. Di alcune Divinità più proprie del culto romano » pp. 500-505

In origine e grammaticalmente la voce sospita è un aggettivo che soleva aggiungersi dai Lanuvini alla Dea Giunone.

58. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XV. Giunone regina degli Dei e Iride sua messaggiera » pp. 79-85

Una bella descrizione di iridescenza e di cangiamento di colori secondo l’incidenza dei raggi e i diversi punti di vista, si legge nella seguente ottava della Gerusalemme Liberata del Tasso : « Come piuma talor che di gentile « Amorosa colomba il collo cinge « Mai non si scorge a sè stessa simile, « Ma in diversi colori al sol si tinge ; « Or d’accesi rubin sembra un monile, « Or di verdi smeraldi il lume finge ; « Or insieme li mesce, e varia e vaga « In cento modi i riguardanti appaga. » (Gerus. lib., xv, 5.)

59. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIII. Venère, Cupido e le Grazie » pp. 144-151

In molti altri luoghi fu poi venerata, in Citera, in Pafo, in Idalio, in Àmatunta, in Gnido, ed ebbe da questi luoghi del suo culto i titoli di Citerèa, Pafia, Idalia ecc., tanto frequenti nei poeti classici latini e greci ; e quelli specialmente di Ciprigna e di Citerèa anche negl’italiani e nello stesso Dante183.

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