/ 75
34. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIV. Il Diluvio di Deucalione » pp. 73-78

Scese perciò dal Cielo in Terra, e prendendo per compagno suo figlio Mercurio, si misero ambedue a viaggiare sotto forma di pellegrini pel mondo. […] La qual trasformazione graduale è significata nella pittura col rappresentar le diverse pietre in maggiore o minor parte trasformate, talchè in alcune scorgesi abbozzata o formata la testa soltanto, in altre anche il petto e le braccia, e così di seguito gradatamente, finchè ne apparisce qualcuna tutta cangiata in forma umana, o a cui manca soltanto il complemento di un piede che vedesi ancora di rozza pietra. […] Infatti, secondo la teoria di Hutton, adottata generalmente come la più probabile, dice il geologo Strafforello, i materiali di questi strati furono depositati originariamente dall’acqua nella solita forma di sedimento, ma furono poi alterati e quasi cristallizzati dal calore sotterranco del sottoposto strato vulcanico.

35. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XII. La Titanomachia e la Gigantomachia » pp. 60-68

Esce talvolta « Da questo monte all’aura un’atra nube « Mista di nero fumo e di roventi « Faville, che di cenere e di pece « Fan turbi e groppi, ed ondeggiando a scosse « Vibrano ad ora ad or luride fiamme, « Che van lambendo a scolorar le stelle ; « E talvolta le sue viscere stesse « Da sè divelte, immani sassi e scogli « Liquefatti e combusti al Ciel vomendo, « Infin dal fondo romoreggia e bolle79). » E Dante gareggiando col maestro, e, com’è suo stile, distinguendosi da esso e da qualsivoglia altro scrittore per insuperabile concisione, accenna con un solo verso l’opinione mitologica e dà la spiegazione della causa de’ vapori sulfurei dell’Etna, dicendo nel Canto iv del Paradiso, che la bella Trinacria, cioè la Sicilia, caliga, ossia cuopresi di caligine, fra Pachino e Peloro (ove appunto è situata l’Etna), « Non per Tifeo, ma per nascente zolfo. » Vedano ora i moderni geologi e chimici (se pure taluno di loro ha tempo di studiare il Dante), come il nostro divino poeta parlava cinque in sei secoli fa, secondo le loro odierne teorie ed analisi chimiche, accennando che lo zolfo nasce e si forma nei sotterranei abissi dei vulcani, e ne vengon tramandate le esalazioni nell’aria circostante ai crateri. […] E qui assumendo il tuono cattedratico proseguirebbe : « È il solfo il più comune fra i mineralizzatori di diversi metalli, e segnatamente del ferro, col quale combinato forma il solfuro di ferro, comunemente conosciuto col nome di pirite. […] Acidificato dall’ossigeno e salificato dalla calce, dalla barite ecc., forma i solfati conosciuti col nome di gesso, di alabastro, di spato pesante ecc.

36. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIV. Vulcano e i Ciclopi » pp. 152-160

XXIV Vulcano e i Ciclopi Tutti i poeti si accordano a rappresentar Vulcano deforme e zoppo : differiscono solo nel raccontar la causa di questi difetti della sua forma corporea, che certamente debbono apparire strani e irrazionali ed anche impossibili in una Divinità, e tanto più in un figlio di Giove e di Giunone. […] Altri automi più semplici, e non di umana forma, ma non meno mirabili, descrive Omero come fatti da Vulcano : « ……..Avea per mano « Dieci tripodi e dieci, adornamento « Di palagio regal. […] Quanto poi a quel che gli Antichi chiamavan fuoco del fulmine (ignea vis), chi non sa che si forma nell’atmosfera della nostra Terra e con elementi che provengon da questa ?

37. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXV. Bacco » pp. 161-172

Nel corteo di Bacco e a celebrare i Baccanali, secondo le favole, v’era pur anco la « Capribarbicornipede famiglia » dei Satiri, come scherzevolmente, con parola significante la forma dei Satiri, la chiama il Redi ; e tra i Satiri v’era l’aio di Bacco, cioè il vecchio Sileno, che dall’essere continuamente ubriaco non reggevasi in equilibrio neppur sulla groppa del suo asinello. […] parole di approvazione e d’incoraggiamento che i mitologi suppongono dette da Giove a Bacco suo figlio, allorchè questi sotto la forma di leone combatteva contro i Giganti. […] Il Ditirambo, voce derivata da due parole greche che appellano alla doppia nascita di Bacco, oltre ad essere uno dei nomi di questo Dio, era un cantico in onore di lui ; nel qual genere di poesia ammettevasi molta licenza ed irregolarità nell’ordine delle idee e nei metri o ritmi ; e si diede in appresso questo nome anche ad altri soggetti poetici diversi, ma della stessa forma metrica irregolare.

38. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVI. Nettuno re del mare e gli altri Dei marini » pp. 173-183

A questo Nume costituito in sì umile ufficio attribuirono una prerogativa degna dei più grandi Numi e dello stesso Giove, quella cioè di prevedere il futuro ; ed inoltre di poter prendere qualunque forma che più gli piacesse. Vi aggiunsero ancora una sua stranezza, che egli cioè non volesse presagire il futuro se non costretto, e che per esimersene si trasformasse in mille guise ; ed inventarono che bisognava legarlo mentre dormiva per costringerlo a dare i responsi, perchè allora, per quanto si sbizzarrisse a trasformarsi, se finalmente voleva riprender la primitiva sua forma e figura di Nume, trovavasi come prima legato, ed era costretto a rispondere veracemente alle domande che gli erano fatte. […] Così la materia è tenuta avvinta coll’assidua osservazione dei fenomeni e colle reiterate esperienze, e quando essa, dopo aver subìto tutte le fasi dell’analisi e della sintesi, ritorna nella forma primitiva, rivela allora il segreto richiestole.

39. (1860) Elements of Mythology, or, Classical Fables of the Greeks and the Romans

The former a Greek, and the latter a Trojan hero, who were engaged in the siege of Troy. […] The former their dunk, and the latter their food. […] This prince gave Eneas an interesting account of the former state of Italy, of the golden age of Saturn, and the less happy days that followed. […] To prevent the marriage of Eneas and Lavinia, Turnus declared war against the former. […] Into the former the priests only could enter at all times.

40. (1909) The myths of Greece and Rome

The two former were subsequently appointed judges in the Infernal Regions, while the third found an early but glorious death during the Trojan War. […] Nothing remained of his former self except the woeful consciousness of his transformation; and as he stood there, motionless and dismayed, the distant baying of his hounds coming to join him fell upon his ear. […] Venus even, forgetting all her former envy, welcomed the blushing bride, who was happy ever after. […] Their term of exile ended, the gods were reinstated in their exalted positions and hastened to resume their former occupations; but, in spite of the severe lesson just received, Neptune was not yet cured of his grasping tendencies. […] The former gift he was wont to exercise very reluctantly; and when mortals wished to consult him, he would change his form with bewildering rapidity, and, unless they clung to him through all his changes, they could obtain no answer to their questions.

41. (1866) Dictionnaire de mythologie

Je m’éloignai sans demander d’explication et m’arrêtai auprès d’un groupe formé autour du Nœud Gordien. […] Le foyer, dans la famille, est donc tout : il représente non-seulement les sentiments qui forment cette association naturelle, mais encore des devoirs qui en maintiennent la perpétuité. […] Elle veut que tous les membres libres de la famille se forment aux vertus civiles par la pratique rigoureuse des vertus domestiques. […] L’homme formé, il fallait bien pourvoir à sa conservation. […] Il chargea donc Vulcain de créer une femme avec la même argile dont l’homme était formé.

42. (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo I pp. 3-423

Non molto dopo Metra ritornò alla primiera forma di donna ; ed Erisittone, avvedutosi del privilegio, che godeva la figlia, di tramutarsi, di nuovo la vendette. […] Il piedestallo del medesimo era d’oro, e avea la forma di navicella. […] Dicevano gli Antichi, che questo tempio era stato prima costruiro con rami d’alloro, tolti dalla valle di Tempe, e che avea la forma di capanna. […] Quel, ch’ella bramava, era, che o la terra la nascondesse nelle sue viscere, ovvero ch’ella cambiasse di forma. […] Ella poi se ne pentì, e ottenne da Giove, che colui fosse trasferito in Cielo, dove forma una Costellazione (a) (6).

43. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VIII. Tre Divinità rappresentanti la Terra, cioè Vesta Prisca, Cibele e Tellùre » pp. 39-43

In Roma per altro Cibele in progresso di tempo acquistò forma ed emblemi degni di una Dea. Fu rappresentata come una matrona con lunga veste ornata di piante e di animali ; in capo aveva una corona turrita, ossia in forma di torri ; presso di sè un disco ossia tamburo ed un leone ; e spesso le si dava ancora un carro tirato da due leoni.

44. (1898) Classic myths in english literature

They are both mythological poems, and from the former we have taken most of our stories of Grecian and Roman mythology. […] The former brings to mortals solace and fair dreams, and can lull the shining eyes of Jove himself. […] Better that she should have resumed her former shape, as I permitted Io to do. […] The former was of gold and sharp pointed, the latter blunt and tipped with lead. […] Fear took the place of his former boldness, and the hero fled What should he do?

45. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XV. Giunone regina degli Dei e Iride sua messaggiera » pp. 79-85

Per liberarsi dal quale l’imbestiata e dolente Io fu costretta a gettarsi nel mare, che traversò a nuoto dalla Grecia all’Egitto, ove da quei feticisti egiziani che adoravano le bestie fu ricevuta e adorata come una Dea, e restituita poi da Giove nella primiera forma fu venerata sotto il nome di dea Iside. […] xxi, 46) afferma che nell’alto di quella montagna non ascendevano gli umidi vapori della terra, nè perciò producevansi le meteore acquee, e neppur l’arcobaleno, che si forma nell’aria dopo la pioggia : « Perciò non pioggia, non grando, non neve, « Non rugiada, non brina più su cade « Che la scaletta de’ tre gradi breve ; « Nuvole spesse non paíon, nè rade, « Nè corruscar, nè figlia di Taumante, « Che di là cangia sovente contrade. » Il nome d’Iride è comunissimo nel linguaggio poetico, ed anche in quello scientifico.

46. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VII. Saturno esule dal Cielo è accolto ospitalmente in Italia da Giano re del Lazio » pp. 31-38

Si rappresenta come un vecchio alato, avente in una mano una falce ; oppure una fanciullo in atto di divorarselo, e dall’altra o presso di sè un orologio a polvere, oppure un serpente che si morde la coda e forma così un circolo non interrotto. […] Il serpente poi che mordendosi la coda forma un circolo, appella soltanto al tempo che è la continua successione dei momenti35.

47. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIX. La Dea Triforme cioè Luna in Cielo, Diana in Terra ed Ecate nell’Inferno » pp. 115-122

Dovendosi ora parlare de’suoi ufficii speciali diremo che, considerata come la Luna, immaginarono i mitologi che essa sotto la forma di una avvenente e giovane Dea percorresse le vie del Cielo in un carro d’argento o d’avorio tirato da 2 o 4 cavalli bianchi ; ma non seppero inventare alcuna graziosa favola sulle fasi lunari ; e in quanto alle ecclissi lasciarono correre la volgare e grossolana opinione che l’oscurazione di questo astro dipendesse dagl’incantesimi degli stregoni, i quali colle loro magiche parole avessero tanta potenza da trarre la Luna dal Cielo in Terra per farla servire alle loro male arti. […] E perciò si rappresenta come le vergini Tirie140, con veste corta che appena le giunge al ginocchio, i coturni sino alla metà della gamba, pendente alle spalle il turcasso cogli strali, in una mano l’arco e nell’altra un guinzaglio con cui trattiene un levriero che si volta a guardarla ; e perchè si distingua che questa cacciatrice è Diana, le si aggiunge sull’alto della fronte un aureo monile in forma di luna crescente.

48. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XX. Mercurio » pp. 123-131

Raccontano i poeti che quando Mercurio rubò le vacche ad Apollo, incontrò per via il pastor Batto, al quale regalò una giovenca perchè non lo scuoprisse ; ma poi per provar la sua fede prese la forma di un altro che cercasse il ladro di quell’armento e promise a Batto una vacca e un bove, se glie ne indicava le traccie. […] « La sua forma invisibil d’aria cinse, « Ed al senso mortal la sottopose.

49. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXI. Il Genio e i Genii » pp. 232-241

I Pagani credevano ancora che esistessero i Genii delle città e dei diversi luoghi o territorii ; ma per lo più li rappresentavano in forma di serpenti e in atto di cibarsi delle frutta a loro offerte in una patera 278. […] Al suol romano « D’Augusto i tempi e di Leon tornarno. » Il Manzoni, nel suo mirabile Cantico il Cinque Maggio, chiama Genio la sua facoltà poetica : « Lui sfolgorante in soglio « Vide il mio genio e tacque ; « Quando con vece assidua « Cadde, risorse, e giacque, « Di mille voci al sonito « Mista la sua non ha : » Il Giusti nelle sue impareggiabili poesie usa molte volte il termine Genio, e per lo più nel significato d’ingegno straordinario e inventivo, come : « E anch’io in quell’ardua immagine dell’arte « Che al genio è donna e figlia è di natura, « E in parte ha forma della madre, in parte « Di più alto esemplar rende figura ; ecc. » (A Gino Capponi, strofa ultima.)

50. (1832) A catechism of mythology

The former was exposed on the Nile; the poets have told the same thing about the latter. […] The former made olive-trees grow, and the latter presided over gardens. […] The former induces men to the practice of virtue; and the latter excites them to the commission of vice. […] They considered the former as the cover of the latter, and believed it descended to hell. […] It was generally believed that the latter concurred with the former in punishing impiety.

51. (1883) A Hand-Book of Mythology for the Use of Schools and Academies

The waters of the Lethe* had the power of producing utter forgetfulness of former events. […] The songs of the latter were loyal and true, whilst those of the former were false and deceptive. […] The Lemures were those Manes that haunted their former abodes on earth as evil spirits. […] This story seems more consistent than the former. […] When Atlas resumed his former position, Heracles gathered up the apples and went away.

52. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIX. Plutone re dell’ Inferno e i suoi Ministri » pp. 203-215

S’incontra poi « Cerbero fiera crudele e diversa, » che conservando la sua forma tricipite, « Con tre gole caninamente latra « Sovra la gente che quivi è sommersa. […] Per altro Minos nell’Inferno di Dante non è un demonio, perchè non è, come i diavoli, maligno nè bugiardo, ma giudica secondo giustizia ; e la sua lunghissima coda non gli offusca l’intelletto, nè lo rende un animale irragionevole e indegno di cotanto uffizio. — Un commentatore Darwiniano direbbe che questo giudice era uno scimmione precocemente perfezionato nella intelligenza, prima di aver perduto la coda, e divenuto uomo nelle facoltà razionali prima di averne acquistato perfettamente la forma.

53. (1836) The new pantheon; or, an introduction to the mythology of the ancients

The former was supposed to have been a most beautiful woman, who, having excited the jealousy of Neptune’s wife Amphitrite, was changed by her into a dreadful sea monster. […] When the souls left the bodies which they animated, they were conducted by Mercury, either to Tartarus, or the Elysian fields; the wicked to the former, the virtuous to the latter. […] With the same principle was closely connected the belief in a former life, or the pre-existence of souls; and the obscure remembrance of perfections and events which existed in that preceding state, occasionally awakened by the sight of beautiful objects, partaking in some degree of the same qualities. […] Her image was usually in the form of a woman, with cows’ horns on her head; representing the appearance of the moon, in her increase and decrease; and holding, in her right hand, the sistrum (a kind of cymbal), and in her left, an urn; the former, significative of the perpetual motion which prevails in nature; the latter, of the fertilising effects of the Nile. […] This image, supposed to be the great Pul, or Belus, who was deified by his son Tiglathpileser, being situated below the Supreme Deity, seems to have implied, that Belus divided the empire of the universe with him; that as the former was the God of heaven, so the latter was a delegated God on earth.

54. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489

Ercole aveva saputo che nella Spagna esisteva un re di statura gigantesca e di forma mostruosa, con tre corpi, tre teste e sei ale ; e più mostruoso era l’ animo suo crudele che dilettavasi di straziare i popoli, e dar, come Diomede, la carni umane in cibo alle sue giovenche. […] Infatti combattè anche sotto queste due forme, oltre che in quella di Nume fluviatile ; ma Ercole avvezzo a strangolar serpenti fin dalla culla e poi ad uccider mostri e giganti, vinse con molta facilità Acheloo sotto qualunque forma, e di più gli ruppe un corno, onor della fronte degli Dei dei fiumi ; per ricuperare il quale Acheloo diede in cambio il cornucopia a lui donato dalle Ninfe93. […] Storicamente Castore e Polluce son figli di Tindaro re di Sparta e di Leda sua moglie ; mitologicamente son figli di Giove, di cui fu detto che comparve a Leda sotto la forma di Cigno. […] Nel parlare dei dannati celebri dell’ Inferno pagano, dicemmo che padre di Pelope fu Tantalo condannato alle pene del Tartaro per avere ucciso questo suo figlio, e imbanditene le carni per cibo alla mensa dei Numi da lui convitati ; e inoltre che Pelope fu restituito alla sua pristina forma corporea e risuscitato da Giove. […] Con questo stesso greco vocabolo son composte in italiano le parole cacofonia (cattivo suono) ; cacografia (cattiva forma di scritto) ; cacodèmone (cattivo genio o spirito) ecc.

55. (1842) Heathen mythology

Insérer image anonyme_heathen-mythology_1842_img073 Vulcan, the son of Jupiter and Juno, was thrown from heaven by the former, for attempting to assist the queen of Olympus when under her husband’s displeasure. […] ‌ “Dread horror seizes on her sinking heart, A mortal chillness shudders at her breast, Her soul shrinks, fainting, from death’s icy dart, The groan scarce uttered, dies, but half expressed, And down she sinks in deadly swoon oppressed: But when at length, awaking from her trance, The terrors of her fate stood all confessed, In vain she casts around her timid glance, The rudely frowning scenes, her former joys enhance. […] Though there were none of his former beings to consort with, yet still he loved to haunt the places of his humanity, and with a beating heart and bursting frame, behold the various occupations and pleasures in which he had formerly joined.

56. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — I. La Cosmogonia mitologica » p. 10

Per altro si è creduto e si crede generalmente che sotto la forma delle più strane invenzioni miracolose si nascondessero elevati principii scientifici, noti soltanto ai sacerdoti e ai loro adepti o iniziati ; e finchè prevalse lo spirito di casta, ossia di preeminenza e predominio dell’una classe sociale sull’altra, furono censurati, od anche perseguitati, a guisa degli eretici del Medio Evo, coloro che osassero spiegare al popolo la dottrina segreta.

57. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVIII. Apoteosi degl’Imperatori Romani » pp. 497-499

Intanto si ergeva nel Campo Marzio un grandioso rogo di legni intagliati in forma di edifizio a quattro o cinque piani, sull’ultimo dei quali ponevasi un carro dorato con la statua dell’Imperatore.

58. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — II. Il Caos e i quattro elementi » pp. 11-14

L’ adopra per altro non già nel senso panteistico degli antichi e di non pochi moderni, ma soltanto a significare un grande ammasso o emporio di oggetti di qualunque forma o figura, ed anche talvolta una gran confusione amministrativa in uno stabilimento industriale o in una pubblica azienda.

59. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIII. Osservazioni generali » pp. 260-263

Chi ha letto almeno una volta tutta la Divina Commedia sa bene che vi si trovano più e diversi latinismi, o vogliam dire parole di forma e terminazione latina, come è questa Idolatre invece di Idolatri ; e cosi altrove Eresiarche, peccata e simili.

60. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLII. Bellerofonte » pp. 317-320

I Naturalisti hanno dato il nome di Chimera a un genere di pesci, notabili per la forma mostruosa della loro testa, e che son classati come appartenenti alla famiglia degli Storioni.

61. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — Introduzione » pp. 6-9

Ma questo non toglierà che sia sempre necessaria la cognizione della Mitologia greca e romana, nella guisa stessa che la Paleontologia presuppone ed esige la cognizione precedente della storia naturale, perchè è impossibile il dedurre da frammenti di esseri organici fossilizzati, da secoli e secoli non più viventi sulla faccia della terra, la loro antica forma, i loro istinti, le loro abitudini e le loro leggi di vitalità, senza aver prima di queste stesse cose cognizioni esatte negli esseri organizzati viventi.

62. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IV. Una Divinità più potente di Giove » pp. 20-24

Quindi il Politeismo presenta l’immagine di una federazione di diversi Stati o Principi sotto la rappresentanza di un capo supremo, come sarebbero gli Stati Uniti di America e l’Impero Germanico ; mentre il Monoteismo è il vero modello della monarchia assoluta ; la quale soltanto per analogia o somiglianza di forma, e senza alcun fondamento di ragione, si chiama impudentemente di diritto divino.

63. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIII. Difetti e vizii del Dio Giove » pp. 69-72

Prometeo ed Epimeteo erano figli di uno dei Titani chiamato Japeto, ed ambedue ingegnosissimi : il primo faceva le statue di creta rappresentanti esseri simili a lui, o vogliam dire di forma umana ; e il secondo modellava e plasmava, parimente in creta, gli animali bruti.

/ 75