Entro lo spazio d’un gior no eseguì l’ Eroe quanto gli si era prescritto ; mi Augia ricusò poscia d’adempiere alla sua promessa. […] L’ Eroe poi saccheggiò a Neleo la sua città, e mise a morte lui, e tutti i figli(13), che avea avuto da Clori, figlia d’ Anfione, eccettuatone uno, di no ne Nestore, perchè questi, essendo ancor fanciullo, non avea avuto parte in quella guerra(b) (14). […] Ercole vi riuscì, e colui no volle stare alla promessa, allegando per pretesto, chegli aveva ucciso i figli, avuti da Megara, sua prima moglie, e che temeva che fosse per trattare nella stessa guisa anche qualsivoglia altro, che fosse per nascergli in avvenire.
Più di tutte è da ricordare la statua di bronzo eretta da Augusto nella Curia Iulia dopo la vittoria d’ Azio; la quale statua diventò rappresentante della dea protettrice del Senato, che nella Curia Iulia radunavasi, e durò come tale fi no agli ultimi tempi del Paganesimo, difesa con zelo dai sostenitori della morente religione contro gli attacchi dei Cristiani che la volevano rimuovere. […] Era una persuasione comune e radicata presso gli antichi, che l’ umana vita fosse soggetta al destino, che al momento della nascita di ognuno già fossero decretate le vicende della sua vita fi no al momento del morire. […] Col tempo si modifico questo tipo della morte, prevalendo sempre più l’ idea di raffigurarla come un bel giovane, come Endimione od Eros, ora alato or no, generalmente in atto di dormire e colla face spenta o ancor accesa ma rovesciata.
A questo, Quasi a seguir del lor Signor la sorte, Tristo pegno di fé, mescono il sangue Quattro destrier d’alta cervice, e quattro Fidi suoi cani: e ciò bastasse: Ah ch’entro L’alma d’Achille anco pietade è atroce: Stavan le traccia dietro il tergo avvinti Dodici Troi presso la bara: il fero Va coll’acciar di gola in gola, e tutti Sul feretro gli stende, indi mettendo Alto di tetra gioia orrido strido: — Patroclo, esclama, questo sangne accogli Di cui t’ inondo: esso è de’ Teucri il sangue Che giurai d’ immolarti; il voto io compio, Godi del dono mio; s’Ettor vi manca Non ti lagnar; peggio è per lui, che a pasto Del foco no, ma de’ miei cani il serbo. […] Per man la prende, e: Sì, dice, vincesti, Tuo ritorno, son tuo: che ignota forza Esce da te, dai detti tuoi: qual nova Spezie di bello in te risplende, e tutto M’empie lo spirto e ‘1 cor: No dea, no donna Non fu giammai, che con sì cara e degna Seduzion mi risvegliasse in petto Così tenero amor. — Scherzi, riprese Sospirosetta con sogghigno accorto, Scherzi o t’infinofi: e che? […] Notabile è nella no stra statua che non è succinta come le sue immagiai ce l’offrono da cacciatrice, eppure la sua attitudine non è il riposo, col quale ha creduto il senator Bonarroti di render ragione dell’abito che giunge fino a’ piedi di una sua Diana.