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14. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLIII. Cadmo » pp. 321-325

Cadmo, dopo averla cercata invano per un anno, trovandosi vicino a Delfo, consultò quel celebre Oracolo per sapere se fosse possibile trovarla, e dove ; ma l’Oracolo non rispose alla sua domanda, e invece gli disse di fabbricare una città ove incontrasse una giovenca smarrita dalla mandra. […] Anzi Dante, convinto che tali trasformazioni poeticamente ed ingegnosamente narrate fanno grandissimo effetto sulla immaginazione dei lettori, volle gareggiare anche in questo cogli antichi poeti, come fece nel Canto xxv dell’ Inferno, detto appunto delle trasformazioni ; e fu tanto contento e sicuro egli stesso dell’opra sua, che non potè nasconderlo ai suoi lettori, ed asserì di aver superato Lucano ed anche Ovidio, il famoso autore delle Metamorfosi : « Taccia Lucano omai, là dove tocca « Del misero Sabello e di Nassidio, « Ed attenda ad udir quel ch’or si scocca.

15. (1841) Mitologia iconologica pp. -243

Da un tal successo ne venne, che quel luogo d’indi in poi fù chiamato la collina di Marte, dove trattar si solevano le cause puramente criminali alla presenza di tanti giudici, quanti appunto furono nella causa di Marte gli Dei(1). […] Vien chiamato Delio a cagion del luogo, dove nacque, detto l’isola di Delo : Febo per cagion della luce, e calore del sole da lui guidato, o perche egli stesso fù creduto per sole : Delfico per la città di Delfo nella Beozia, ove rendeva i famosi suoi oracoli(1) Pitio per la gloria d’ aver ammazzato il serpente Pitone : Attico finalmente, e Palatino per ragion del promontorio Atio celebre per la vittoria di Augusto, e pel monte Palatino ragguardevole pel famoso tempio d’ Augusto a questo Dio dedicato. […] Fu detta Tritonia dal lago Tritone, dove ella si vuol nata, o almen secondo altri educata. […] E tolgasi pure, o almeno si ecclissi nel cielo delle umaue cognizioni un astro si bello, dove è più nella eloquenza la grazia, la persuasiva ne’ pergami, il convincimento nei fori ? […] Un tal parlare perchè spiritoso, e vivo suggerendo all’ immaginazione più di quel, che esprime fà dolce violenza allo spirito, e risveglia forti impressioni nel cuore atte ad attirarlo dove voglia chi parla.

16. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVII. I Mostri marini Mitologici e Poetici » pp. 184-194

« Bastiti, e batti a terra le calcagne ; « Gli occhi rivolgi al logoro che gira « Lo rege eterno con le rote magne. » I mitologi pretendevano ancora di sapere i nomi delle Sirene, e ne rammentano tre, cioè Lisia, Leucosia e Partenope ; ed aggiungono che la sirena Partenope andò a morire sulla costa del Tirreno dove fu poi fabbricata una città che in memoria di lei ebbe il nome di Partenope o Partenopea, e che in appresso rifabbricata fu detta, come dicesi ancora, Napoli, che significa città nuova. […] Il raziocinio che fa Dante su tal proposito è molto notabile, e merita di essere imparato a memoria con le stesse parole dell’autore : « E s’ella d’elefanti e di balene « Non si pente, chi guarda sottilmente « Più giusta e più discreta la ne tiene ; « Chè dove l’argomento della mente « S’aggiugne al mal volere ed alla possa, « Nessun riparo vi può far la gente. » (Inf.

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