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7. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489

D’allora in poi dagli Antichi fu detto Mare Egeo quello che ora chiamasi l’Arcipelago. […] Così accadde anche allora, come avvien quasi sempre, che son puniti i popoli dei peccati del loro re128. […] Fu allora deciso dei futuri destini di Achille. […] Si notò allora con dolore l’assenza di Achille, e sorse vivissimo in tutti i cuori il desiderio di lui : lo stesso Agamennone si pentì di averlo insultato. […] Giunto nel campo greco fu guarito da Macaone e Podalirio figli di Esculapio ; e allora mise in opera subito una di quelle freccie saettando Paride, che di quella ferita morì.

8. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVI. Nettuno re del mare e gli altri Dei marini » pp. 173-183

Dante, nel Canto xxviii dell’Inferno, rammentò questo Dio nel senso mitologico e figurato : « Tra l’isola di Cipri e di Maiolica « Non vide mai sì gran fallo Nettuno, « Non da pirati, e non da gente Argolica ; » per dire che non fu commesso mai prima d’allora nel mar Mediterraneo un sì orribil delitto. […] Vi aggiunsero ancora una sua stranezza, che egli cioè non volesse presagire il futuro se non costretto, e che per esimersene si trasformasse in mille guise ; ed inventarono che bisognava legarlo mentre dormiva per costringerlo a dare i responsi, perchè allora, per quanto si sbizzarrisse a trasformarsi, se finalmente voleva riprender la primitiva sua forma e figura di Nume, trovavasi come prima legato, ed era costretto a rispondere veracemente alle domande che gli erano fatte. […] Il modo di costringer Proteo era quello di legarlo ; ed egli allora prendeva successivamente tutte le più strane forme, ma finalmente ritornava in quella primitiva, e allora rendeva all’interpellante la desiderata risposta. Così la materia è tenuta avvinta coll’assidua osservazione dei fenomeni e colle reiterate esperienze, e quando essa, dopo aver subìto tutte le fasi dell’analisi e della sintesi, ritorna nella forma primitiva, rivela allora il segreto richiestole. […] La più vera e naturale spiegazione delle mirabili Metamorfosi di coloro che caddero in mare o in un fiume, e sparirono dal mondo, è che vi rimanessero annegati ; e Dante stesso lo ha detto parlando d’Ino e Melicerta : « E quella s’annegò coll’altro incarco. » In quel Canto non aveva bisogno di valersi della mitologica trasformazione ; e gli bastava soltanto l’esempio del furore di Atamante per preludio alla descrizione di quelle furibonde anime dannate di cui allora voleva parlare.

9. (1836) Mitologia o Esposizione delle favole

Essa allora sir volse a Giove per riaverla ed ebbe dà lui promessa che le sarebbe restituita, qualor non avesse giù nell’ Inferno gustato ancor alcun cibo. […] Dedalo allora procacciatesi delle penne, le unì con cera, e ne formò due ali a se, ed al figlio, colle quali deluse i custodi fuggendo a volo. […] Diede egli allora all’ amico Pilade la sorella Elettra in isposa; e premendogli di aver Ermione figlia di Menelao, che prima a lui promessa, era stata poi data a Pirro, andato a Delfo, ove sapea che Pirro allora trovavasi, sparse voce, che questi venuto fosse per dispogliare il tempio, e il fe dal popolo ammutinato assassinare. […] Si volse allora questi ad Agamennone con aspre ingiurie e già la mano pur gli era corsa alla spada, ma fu da Pallade trattenuto. […] Pallade protettrice di Ulisse ottenne allora da Giove, che per mezzo di Mercurio spedisse ordine a Calipso di rilasciarlo.

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