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11. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIV. Il Diluvio di Deucalione » pp. 73-78

Giove, avuta notizia di questa general corruzione del genere umano, volle assicurarsene personalmente sulla faccia del luogo : il che dimostra che egli non aveva l’onniscienza e l’onnipresenza, attributi essenziali alla Divinità. […] L’oracolo rispose : gettatevi dietro le spalle le ossa della gran madre. — Tutte le risposte degli oracoli erano oscure ed avevan bisogno d’interpretazione (e a suo luogo ne diremo il perchè) ; quindi Deucalione e Pirra non credendo possibile che l’oracolo suggerisse loro (come suonavan le parole intese letteralmente), una empietà o violazione dei sepolcri, interpetrarono che la gran madre fosse la Terra, madre comune di tutti i mortali86), e le ossa della medesima le pietre. […] Roccia nel comune significato che questa parola ha in italiano equivale a rupe, balza scoscesa, luogo dirupato. […] L’appellativo poi di plutoniche derivato dal nome di Plutone dio dell’Inferno sembrerebbe che volesse indicare presso a poco le stesse qualità delle roccie vulcaniche ; ma siccome l’Inferno dei Pagani non consisteva soltant o nel Tartaro, luogo di pena, nè le pene eran tutte di fuoco, perciò i geologi chiamaron plutoniche quelle roccie che erano affini in alcuni dei loro caratteri alle vulcaniche, ma ne differivano in altri, accostandosi più alle materie o roccie sedimentarie.

12. (1841) Mitologia iconologica pp. -243

Ma poiche il destino decretato aveva poter Proserpina uscir da quel luogo nel solo caso, in cui gustato non avesse alcun frutto, perciò essendosi essa cibata di alcuni granelli di melo granato, giusta l’accusa di Ascalafo, cangiato perciò in civetta, non poteva da quel luogo mai più partire, e nel seno ritornare dalla afflitta sua madre. […] O nel descrivere un’anima virtuosa, che odia la vanità, e misura se stessa, dicendo nello stesso luogo citato. […] Suole avere il suo luogo nel Ditirambo(1) ed in esso quale tronco l’accento cade alla seconda sua sillaba, come. […] Pochi ne’ tempi antichi hanno scritto, e cantato su questo metro ; ma diasi luogo al vero da che il celebre Manzoni scrisse il quinto Maggio in tal ritmo esso lo scopo si è reso di tutta la gioventù studiosa. […] Quindi si fù, che i posteri conoscendone la difficoltà, o per dir meglio la sua inutilità via la bandirono dall’Italica poesia, attenendosi soltanto alla sestina eroica del Casti negli animali parlanti, della quale si parlerà a suo luogo.

13. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489

Lasciò soltanto le freccie tinte nel sangue dell’Idra di Lerna all’amico Filottete che era presente, imponendogli però di sotterrarle e di non manifestarne il luogo ad alcuno. […] Fu risoluto che il luogo di convegno per far tutti insieme il passaggio per mare nella Troade sarebbe il porto di Aulide nella Beozia in faccia all’isola di Eubea. […] « Gli uomini poi che intorno erano sparti « S’accolsero a quel luogo ch’era forte « Per lo pantan che avea da tutte parti. […] Meno rammentato, sì dai poeti antichi che dai moderni, è Trofonio ; ma poichè ne parlano Cicerone e Plinio, e noi l’abbiamo in altro luogo incidentalmente nominato, convien darne qualche notizia. […] 8ª La Sibilla Ellespontìaca, detta ancora Marpessia, perchè nacque nel territorio della Troade vicino all’Ellesponto ed in un luogo chiamato anticamente Marpessio.

14. (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Appendice. » pp. -386

Nel resto del mondo soggetto al dominio romano, l’istinto religioso non era men profanato, sebbene la civiltà romana avesse in alcun luogo reso il culto pubblico meno crudele. […] Se si tratta d’altro reo, al solo nome d’omicida, di sacrilego o di pubblico inimico (acciocchè io parli degli elogi di che voi ci favorite), non date sentenza, ma richiedete e ricercate le circostanze convenevoli, la qualità del fatto, il numero, il luogo, il tempo, i complici ed i compagni. […] Son forse in maggior numero i Mauri, i Marcomani, gli stessi Parti, o l’altre genti qualunque siano, purchè d’un sol luogo e dei suoi confini, che le genti d’un mondo intero ? […] Non ci ha luogo nè la viltà, nè l’immodestia. […] Anche umanamente parlando, il suo passaggio sopra la terra è il più grande avvenimento che avesse mai luogo fra gli uomini, poichè la faccia del mondo cominciò a rinnovarsi dopo la predicazione dell’Evangelio.

15. (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cenni Preliminari » pp. 9-

II Ara o Altare, luogo destinato pei sacrifizj agli Dei. […] Tarquinio il superbo le istituì per assuefare tutti i popoli latini a tener Roma in conto di città più ragguardevole e di capo luogo del Lazio, sì rispetto alla religione che alla politica. […] La lustrazione di un campo consisteva nel condurvi tre volte all’intorno una vittima scelta, e nel bruciare i profumi sul luogo stesso del sacrifizio.

16. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVIII. Le regioni infernali » pp. 195-202

XXVIII Le regioni infernali La paròla Inferno, secondo l’etimologia latina, significa ciò che resta di sotto, ed è propriamente un aggettivo a cui può sottintendersi il nome di qualunque luogo od oggetto, che nella direzione dell’altezza trovisi al di sotto di un altro : equivale dunque soltanto all’aggettivo inferiore. […] La prima chiamavasi il Tartaro, ed era luogo di pena per le anime dei malvagi : la seconda dicevasi Elisio o Campi Elisii, luogo di beatitudine per le anime dei buoni235.

17. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLV. La spedizione degli Argonauti alla conquista del Vello d’oro » pp. 331-341

Convenne far diverse fermate per prender, come suol dirsi, paese, ossia per avere a mano a mano opportune notizie riferibili al luogo e allo scopo del loro viaggio, ed anche per rinnovare le loro provvisioni da bocca, perchè Ercole, oltre ad essere il più forte e robusto eroe, era anche il più gran divoratore, e mangiava per cinquanta, bevendo ancora in proporzione ; e perciò gli avevan messo il soprannome di Panfago, che vuol dir mangia-tutto. […] Approdati gli Argonauti nella Tracia o bene accolti da Fineo, vollero per gratitudine liberarlo dalle Arpie, ed oltre a cacciarle dalla reggia colle armi, le fecero inseguire per aria da Calai e Zete, figli di Borea, che avevano le ali come il loro padre ; i quali le respinsero fino alle isole Strofadi, ove poi furono trovate da Enea nel venire in Italia, come a suo luogo diremo. […] « Astolfo il corno tuttavolta suona ; « Fuggon l’Arpie verso la zona roggia, « Tanto che sono all’altissimo monte, « Ove il Nilo ha, se in alcun luogo ha, fonte.

18. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIX. Plutone re dell’ Inferno e i suoi Ministri » pp. 203-215

Infatti « Stavvi Minos orribilmente e ringhia, « Esamina le colpe nell’entrata, « Giudica e manda secondo che avvinghia, cioè per mezzo della sua coda, come spiega Dante stesso ; diversamente nessun l’avrebbe indovinato ; perciò soggiunge subito dopo : « Dico che quando l’anima malnata « Gli vien dinanzi, tutta si confessa ; « E quel conoscitor delle peccata « Vede qual luogo d’Inferno è da essa : « Cingesi con la coda tante volte « Quantunque gradi vuol che giù sia messa250. » V’è anche « ….. […] Altri Dei e mostri mitologici non mancano nell’Inferno di Dante, anzi vi sono a iosa ; e li noteremo a tempo e luogo, cioè quando dovrà parlarsene nel corso regolare della Mitologia. […] « Non gli può comparir quanto sia lungo, « Sì smisuratamente è tutto grosso : « In luogo d’occhi, di color di fungo « Sotto la fronte ha duo coccole d’osso.

19. (1855) Della interpretazione de’ miti e simboli eterodossi per lo intendimento della mitologia pp. 3-62

Ed Euripide dallo stesse luogo di Tullio(3) « vedi, diceva, ciò che su in alto si eleva mobile e sparso da ogni lato, che con tenero amplesso circonda la terra : questo ritenete per sommo tra gl’Iddii, questo ritenete per Giove » Il seggio di Giove, così Virgilio(4), è posto dov’è aere, dov’è terra, dov’è mare : è Giove tutto ciò che vedi, tutte quello per cui ti muovi. […] Diodoro Sicolo al contrario vuole, che Bacco vedendo andare a male il suo esercito nelle Indie dalla pestilenza, Bacco menollo in un luogo più salubre detto femur, coscia, e così immaginossi la favola di lui. […] L’Agostino prende Saturno per la terra, e pe’semi che si mandano alla terra — Lo chiamavano Saturno, ei dice(3), voltando nella nostra lingua i suoi concetti, chè era solito divorare tutte le cose che nascessero da lui ; perciocchè i semi ritornano nel luogo da cui son nati ; e quando si disse che a lui fu presentata una zolla, una pietra in vece di Giove, si volle significare, che con le mani degli uomini furono ricoperte le biade seminate, prima di essersi ritrovato a svolgere la terra con l’aratro. […] Si volle nata dalle onde del mare, posciachè la generazione di cui ella era tipo, per aver luogo ha bisogno di umore e di movimento, ciò che trovasi appieno nelle onde del mare. […] Cloacina — Tito Tazio, che regnò una a Romolo, ritrovando un simulacro di una dea in una gran cloaca romana, ed ignorando di chi fosse le diede il nome dal luogo ove fu trovata.

20. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Avvertenza » pp. -

Avvertenza In luogo di Prefazione, per dar conto di quest’opera ai cortesi lettori, si riporta il preambolo del Manifesto di associazione pubblicato nel giugno del corrente anno. […] Ella, signore, proponga che condizioni farebbe per il diritto a certo termine, o per l’intera proprietà. » Il contratto non potè aver luogo, perchè all’editore milanese impegnato in molte altre pubblicazioni mancava il tempo, com’ egli rispose direttamente a me stesso, di pubblicare anche questo libro prima della riapertura delle Scuole ; e allora il Tommasèo mi consigliò di stamparlo l’anno appresso per associazione.

21. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IX. Vesta Dea del fuoco e le Vestali » pp. 44-47

I giorni in cui avessero luogo queste pene o espiazioni consideravansi giorni di lutto, detti nefasti, ossia infausti. Ebbero luogo pur troppo, e più d’una volta ; ed anche in Tito Livio ne troviamo il ricordo e la narrazione49.

22. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVIII. Gli Dei Penati e gli Dei Lari » pp. 290-294

Sappiamo infatti anche dagli storici essere stata comune opinione che quegli stessi idoli degli Dei Penati venuti da Troia fossero custoditi dalle Vestali in luogo nascosto ai profani insieme col Palladio, sacre reliquie troiane, che nessun vide giammai, ma nella cui esistenza tutti credevano ; — e quando si tratta di credere, non v’è bisogno di dimostrazione ; sola fides sufficit. […] Ignis è la materia combustibile in ignizione, il fuoco : focus è il luogo dove il fuoco si accende, il focolare.

23. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXII. Marte » pp. 138-143

In Roma per altro, la cui fondazione ebbe luogo tre in quattro secoli dopo l’eccidio di Troia, il culto di Marte fu il più solenne e devoto dopo quello di Giove Ottimo Massimo, perchè i Romani oltre al credersi discendenti dai Troiani, tenevan per fermo che il fondatore della loro città fosse figlio di Marte, come narra lo stesso Tito Livio. […] Marte fu accusato da Nettuno di avergli ucciso contro ogni ragione il suo figlio Alitrozio ; e fu scelto un consesso di 12 Dei per giudicarlo, e il dibattimento ebbe luogo in un borgo d’Atene che d’allora in poi fu chiamato perciò Areopago.

24. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLI. Perseo » pp. 309-316

Aggiungono inoltre che una gran quantità di stelle cadenti, di cui hanno luogo fiammeggianti pioggie ordinarie circa la metà dell’ agosto e del novembre tutti gli anni, si osserva partirsi di verso la costellazione di Perseo ; e perciò quelle tali stelle cadenti son distinte col nome di Perseidi. […] Vi si aggiungono altresì i prosatori antichi Apollodoro e Pausania, i quali però invece della torre di bronzo rammentano una camera sotterranea di bronzo come luogo della reclusione di Danae.

25. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXII. Gli Oracoli » pp. 242-252

Inoltre la parola Oracolo significa talvolta lo stesso che responso, e tal’altra il luogo sacro in cui si rendevano i responsi : e questa differenza di significato facilmente s’intende dal contesto delle diverse frasi. […] Il furore divino che invasava la Pizia era l’effetto delle esalazioni naturali o artificiali che uscivano dalla voragine ; le mistiche parole che essa proferiva erano vocaboli sconnessi, detti a caso e senza alcun senso, che i sacerdoti cercavano di connettere in frasi ambigue, ossia con doppio senso ; e il sacro orrore che investiva i creduli devoti ammessi a queste fantasmagorie era la paura prodotta dalla tetraggine del luogo e dalla alterazione della loro fantasia285).

26. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — V. Urano e Vesta Prisca avi di Giove  » pp. 25-27

Questo patto di famiglia fu causa di frodi, di dissenzioni, di guerre fraterne e di sciagure anche per Saturno e per Cibele, ma principalmente per Titano e pe’ suoi discendenti, come vedremo a suo luogo e tempo.

27. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIII. Difetti e vizii del Dio Giove » pp. 69-72

Peggio poi che bestiale non che disumana fu la condotta di questo Dio nel precipitar dal Cielo in Terra con un calcio Vulcano figlio suo e di Giunone, non per altro motivo se non perchè gli parve brutto e deforme : per la qual caduta il misero Vulcano ebbe di più la disgrazia di rimaner perpetuamante zoppo, e di esser perciò il ludibrio di quelle stravaganti Divinità del Paganesimo, come vedremo a suo luogo.

28. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXX. Delle Divinità straniere adorate dai Romani » pp. 506-510

E poi, in quanto al Politeismo dei Romani, aggiungendovisi le tradizioni che l’Arcade Evandro, creduto figlio della Dea Carmenta, venuto nel Lazio prima di Enea, avea fondata la città di Fenèo su quel monte che dal nome di suo figlio Pallante fu detto il Palatino, sarà necessario ammettere che egli avesse introdotto il politeismo greco nel luogo stesso che in appresso fu il centro della nuova città di Romolo : tanto è vero che anche a tempo di Cicerone, com’egli afferma nelle sue lettere, esisteva nel monte Palatino l’antro consacrato da Evandro al culto del Dio Luperco, vale a dire del Dio Pane.

29. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VIII. Tre Divinità rappresentanti la Terra, cioè Vesta Prisca, Cibele e Tellùre » pp. 39-43

Circa alla Dea Tellùre basterà il sapere che Cicerone nel libro iii della Natura degli Dei dice che Tellùre non è altra Dea che la Terra40 ; che tanto i poeti quanto i prosatori latini usarono la parola tellùre come sinonimo di terra 41 ; e che Dante stesso nella Divina Commedia rammenta l’orazione lamentevole della Dea Terra in occasione dell’incendio mondiale cagionato dall’imprudenza di Fetonte42, come a suo luogo vedremo.

30. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — III. Classazione generale delle Divinità pagane e Genealogia degli Dei superiori » pp. 15-19

Di questo nume semibestiale parleremo a suo luogo, poichè appartiene alla seconda o inferior classe degli Dei.

31. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVI. Le Ninfe » pp. 279-284

Molte di quelle Ninfe a cui fu dato un nome proprio dai Mitologi e dai poeti furono da noi rammentate sinora : qui torna in acconcio di far parola di qualche altra che non troverebbe luogo più opportuno altrove.

32. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVI. La dea Latona » pp. 86-91

La quale impegnò la Dea Tellùre, ossia la Terra, a non darle ricovero in alcun luogo.

33. (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cronologia Mitologica. » pp. 387-393

Altri in luogo di Taleto e di Biante pone Eptmenide e Anacansi.

34. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXIX. Di alcune Divinità più proprie del culto romano » pp. 500-505

Ma questa conclusione è quella stessa di Plinio nel luogo da me citato di sopra.

35. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XV. Giunone regina degli Dei e Iride sua messaggiera » pp. 79-85

Giove prediligendo la Ninfa Io figlia d’Inaco re d’Argo, per sottrarla alle investigazioni ed alle persecuzioni di sua moglie, la trasformò in vacca ; ma Giunone non vedendo più in alcun luogo la figlia di Inaco, sospettò di qualche frode, e chiese in dono al marito quella giovenca, che Giove non potè negarle per non scuoprirsi.

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